Cari toscani, preparatevi a mettere mano al portafoglio. Con la direttiva ribattezzata “Case green”, l’Unione Europea punta alla riqualificazione energetica degli immobili per raggiungere la neutralità climatica nel 2050. E i suoi effetti si faranno presto sentire anche in Toscana, pesando soprattutto sulle famiglie.

Il testo definitivo della norma (più “morbido” rispetto alla versione originale) sarà approvato dal Parlamento europeo tra l’11 e il 14 marzo e punta all’efficientamento energetico di case, appartamenti ed edifici pubblici per ridurre le emissioni di anidride carbonica e gas serra entro il 2030. C’è poi il divieto di installare caldaie a gas dal 2040 e salta l’obbligo del fotovoltaico su tutti i tetti (si salvano quelli non di nuova costruzione). Gli edifici saranno però obbligati a ridurre i consumi del 16% entro il 2030 e del 22% entro il 2035.

Il problema, però, è che adeguare gli immobili agli standard richiesti dall’Ue costerà caro. Sì, perché la Toscana è molto indietro: il 65% del patrimonio immobiliare della nostra regione, infatti, è ancora in classe energetica G (lo standard peggiore per l’efficienza energetica, ndr) e il 13% in classe F (case con consumi e costi energetici elevati). Lo evidenzia un report dell’ufficio studi di Gabetti, che opera nel settore immobiliare, con Abaco Team, società del gruppo dedicata alla gestione di patrimoni immobiliari: oltre i tre quarti degli immobili toscani risale a un’epoca di costruzione precedente al 1985. In altre parole, il nostro patrimonio edilizio non è in linea con gli standard energetici e le esigenze del mercato odierno e le caratteristiche strutturali degli edifici non garantiscono l’efficienza termica e costi energetici sostenibili: siamo ancora lontani dalle classi energetiche più performanti (quelle dalla A alla C). Eppure l’indagine condotta dal gruppo Gabetti mostra che in genere c’è un maggiore apprezzamento, in termini di disponibilità a pagare, da parte dei potenziali acquirenti per immobili con una classe energetica più elevata. Nel caso della Toscana, nel corso del tempo si è costruito molto ma, a livello strutturale, la tipologia prevalente degli immobili è in cemento armato (53,2%), seguiti da quelli in muratura (31,7%), soprattutto negli edifici storici, mentre l’utilizzo del legno come materiale di costruzione è ancora molto poco diffuso, più o meno ovunque. Lo stesso vale per il riscaldamento: a livello regionale, il combustibile impiegato maggiormente negli impianti termici centralizzati è il gas metano (circa l’88% delle unità), mentre è ancora lento l’impiego di impianti elettrici, Gpl e teleriscaldamento. «Il patrimonio residenziale toscano, come quello di tutto il nostro Paese, ha bisogno di efficientamento e riqualificazione – conclude Nicola Arcaini di Abaco Team – La Toscana ha di fronte a sé un compito complesso, dovendo contemperare esigenze anche molto differenti: le città d’arte dovranno affrontare un percorso assai differente da città a vocazione più produttiva, come ad esempio Livorno».


QOSHE - Case green, sarà un salasso: in Toscana il 78% delle abitazioni non è in regola - Martina Trivigno
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Case green, sarà un salasso: in Toscana il 78% delle abitazioni non è in regola

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04.03.2024

Cari toscani, preparatevi a mettere mano al portafoglio. Con la direttiva ribattezzata “Case green”, l’Unione Europea punta alla riqualificazione energetica degli immobili per raggiungere la neutralità climatica nel 2050. E i suoi effetti si faranno presto sentire anche in Toscana, pesando soprattutto sulle famiglie.

Il testo definitivo della norma (più “morbido” rispetto alla versione originale) sarà approvato dal Parlamento europeo tra l’11 e il 14 marzo e punta all’efficientamento energetico di case, appartamenti ed edifici pubblici per ridurre le emissioni di anidride carbonica e gas serra entro il 2030. C’è poi il divieto di installare caldaie a gas dal 2040 e salta l’obbligo del fotovoltaico su tutti i tetti (si salvano quelli non di nuova........

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