I risultati delle prove Invalsi saranno inseriti nel curriculum degli studenti di quinta superiore. L’obiettivo – dichiarato dal ministero dell’Istruzione guidato da Giuseppe Valditara – è quello di contrastare la discrepanza tra i voti di maturità e i risultati delle prove nazionali. In altre parole, evitare che i professori siano troppi “generosi” nel valutare gli studenti e che il voto finale corrisponda alle reali competenze dei ragazzi. Un’idea non nuova, in realtà: la norma, infatti, era già presente nel decreto legislativo 62/2017, ma venne cancellata da un emendamento di Nicola Fratoianni nel febbraio 2020. Con la pandemia, poi, i test Invalsi si sono interrotti, riprendendo soltanto lo scorso anno.

Ma sul tema c’è grande fermento con i sindacati sul piede di guerra, pronti a opporsi al governo. Anzi, si appellano al Parlamento, chiedendo di cancellare quello che definiscono «un obbrobrio». In ogni caso non si partirà da subito, dall’anno scolastico in corso per intenderci. Il motivo? È necessario adeguare la struttura del curriculum e i tempi sono troppo stretti per riuscirci.

La mappa dei migliori

Nell’anno scolastico 2022-2023, in Toscana, i diplomati con lode sono stati 508, pari all’1,8% del totale degli studenti che hanno conseguito il diploma. Molti meno rispetto ad altre regioni d’Italia, in particolare al sud: il primato dei centisti con lode tocca alla Campania con 2. 620 studenti (pari al 3, 4% dei diplomati), seguita da Puglia (1. 964 pari al 5,6%), Sicilia (1. 853 pari al 4,2%) e Lazio (1. 162 pari al 2,4%). Ma anche nella nostra regione i numeri di 100 e lode sono abbastanza alti se paragonati a quelli di altre regioni del nord come Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Piemonte.

Il decreto

Le novità sono contenute nel decreto 19 del 2 marzo, nell’articolo 14 dove si legge: «In coerenza con la riforma del sistema di orientamento previsto dal piano nazionale, è necessario che nel curriculum in una specifica sezione siano indicati, in forma descrittiva, i livelli di apprendimento conseguiti nelle prove scritte a carattere nazionale distintamente per ciascuna delle discipline oggetto di rilevazione e la certificazione sulle abilità di comprensione e uso della lingua inglese».

Non conta solo il voto

Nel curriculum – il documento che contiene tutte le esperienze delle studente durante i cinque anni trascorsi tra i banchi, dallo sport ai progetti Pcto (ex alternanza scuola-lavoro) – comparirà dunque anche l’esito delle prove Invalsi che saranno visibile alla commissione d’esame di maturità e potranno anche essere richiesti dai datori di lavoro e università, qualora il voto di maturità non bastasse.

Reazioni negative

Se per il governo, però, l’introduzione dell’esito delle prove Invalsi nel curriculum dello studente è uno strumento per privilegiare il merito ed evitare voti gonfiati e disparità tra studenti del nord e del sud, i sindacati non sono affatto d’accordo e fanno sentire la loro voce di protesta.

«L’inserimento delle prove Invalsi nel curriculum dello studente introduce una disposizione sbagliata che non rientra neppure tra gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza – commenta Pasquale Cuomo, segretario generale Flc Cgil Toscana – Oltre a una questione di metodo e di coerenza, in questo modo viene rafforzato il ruolo delle prove Invalsi come valutazione degli apprendimenti individuali invece che quello di valutazione di sistema, snaturando il ruolo dell’istituto quale ente di ricerca che, in questo modo, si sovrapporrebbe alla funzione docente a cui, unicamente, spetta la valutazione degli alunni. Chiediamo al Parlamento di cancellare questo obbrobrio pedagogico e didattico». l


QOSHE - Scuola, le prove Invalsi entreranno nel curriculum dei maturandi. E l'idea non piace a tutti - Martina Trivigno
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Scuola, le prove Invalsi entreranno nel curriculum dei maturandi. E l'idea non piace a tutti

6 1
12.03.2024

I risultati delle prove Invalsi saranno inseriti nel curriculum degli studenti di quinta superiore. L’obiettivo – dichiarato dal ministero dell’Istruzione guidato da Giuseppe Valditara – è quello di contrastare la discrepanza tra i voti di maturità e i risultati delle prove nazionali. In altre parole, evitare che i professori siano troppi “generosi” nel valutare gli studenti e che il voto finale corrisponda alle reali competenze dei ragazzi. Un’idea non nuova, in realtà: la norma, infatti, era già presente nel decreto legislativo 62/2017, ma venne cancellata da un emendamento di Nicola Fratoianni nel febbraio 2020. Con la pandemia, poi, i test Invalsi si sono interrotti, riprendendo soltanto lo scorso anno.

Ma sul tema c’è grande fermento con i sindacati sul piede di guerra, pronti a opporsi al governo. Anzi, si appellano al Parlamento, chiedendo di cancellare quello che definiscono «un obbrobrio». In ogni caso........

© Il Tirreno


Get it on Google Play