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SCARLINO. Ci sono novità in arrivo da Venator Italy. A illustrale è dunque direttamente l’amministratore delegato Stefano Neri, rispondendo ad alcune domande fatte da Il Tirreno.

Il sito temporaneo di stoccaggio dei gessi nell’area ex bacini fanghi Solmine ha ottenuto il via libera dalla Regione Toscana. Avete già iniziato i lavori di allestimento del sito per riprendere la produzione?

«Il sito temporaneo da solo non ci permette di riprendere la produzione, abbiamo necessità di avere uno stoccaggio permanente e che le condizioni di mercato del biossido di titanio lo consentano».

Finora si è parlato di una ripresa del mercato del biossido di titanio dall’inizio del secondo semestre 2024. Con la riattivazione di almeno una delle tre linee di produzione da giugno o luglio. Sono sempre previsioni valide?

«È molto difficile al momento fare previsioni attendibili sulla ripresa del mercato di biossido di titanio. Storicamente l’andamento è ciclico: a una contrazione segue una ripresa. Quello che stiamo facendo è lavorare perché il sito sia quanto prima in condizioni di avere spazi per la messa a dimora del gesso e poter ripartire quando domanda e prezzi di vendita lo permetteranno. Fino a quando non si verificheranno le condizioni per la ripartenza è fondamentale mantenere un profilo di costi che preservi la liquidità consentendoci di mantenere il sito aperto, seppur non operativo. Da questa esigenza la necessità di ricorrere alla cassa integrazione straordinaria dopo una negoziazione con il sindacato. Siamo consci del grosso sacrificio fatto dai lavoratori e dall’indotto e ci tengo a sottolineare che l’accordo con il sindacato è stato raggiunto in tempi molto rapidi, prova della piena presa di coscienza e condivisione da parte di tutti della gravità della situazione».

Pochi giorni fa avete presentato il progetto per l’autorizzazione alla discarica definitiva in dieci ettari dell’ex area dei bacini fanghi Solmine. La novità è che servirà la Via. Che tempi vi attendete?

«Poco prima di Pasqua abbiamo presentato il progetto per uno stoccaggio permanente nell’area avuta in concessione dal Comune di Scarlino, con opzione di acquisto a lotti. È stata fondamentale la delibera del Consiglio comunale. Siamo riconoscenti alla sindaca di Scarlino e al consiglio comunale perché ha reso possibile presentare il progetto, che di fatto rende possibile creare le condizioni della sopravvivenza dell’impianto. Ci teniamo anche a ringraziare sindaci del territorio e il presidente della Provincia che hanno sottoscritto con l’azienda una dichiarazione congiunta d’intenti di supporto alle iniziative con i Comuni di Scarlino e Gavorrano. L’iter del progetto è un procedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) che include la Via e prevede un tempo teorico di sei mesi, completata la verifica documentale iniziale. Tempo variabile in funzione delle integrazioni richieste durante l’iter. Prima di presentarlo, abbiamo apportato al progetto le modifiche per renderlo sostenibile e solido. Rimaniamo fiduciosi che l’iter possa risolversi positivamente nei tempi più brevi possibili».

Si è sparsa la voce che abbiate anche iniziato a predisporre il progetto per realizzare una grande discarica all’interno della ex cava della Vallina, a filare di Gavorrano. Sito che garantirebbe la collocazione dei gessi rossi per più di dieci anni. È vero che state lavorando con Soltreco del gruppo Solmar?

«Lavoriamo dall’anno scorso al progetto dello stoccaggio permanente nella cava della Vallina, acquistata nel 2022. Il progetto de La Vallina è fondamentale parte del piano di rilancio del sito. È nostra intenzione promuovere un processo partecipato e condiviso con il Comune di Gavorrano, per presentare un progetto preliminare prima della fine dell’estate. Il progetto di stoccaggio permanente nell’area a piè di fabbrica rappresenta infatti il ponte per arrivare alla Vallina, sul cui progetto definitivo ci aspettiamo tempi più lunghi per la preparazione e per autorizzazione. Stiamo lavorando insieme a Nuova Solmine per trovare tutte le possibili sinergie d’intenti in ambiti autorizzativi e progettuali. L’obiettivo condiviso è garantire un futuro sostenibile al polo chimico del Casone».

Come pensate in concreto di ridurre la quantità di gessi rossi prodotti dal ciclo di estrazione del biossido di titanio?

«Nel biennio 2022-2023 abbiamo già ridotto la produzione specifica (per tonnellata di biossido di Titanio) del 20% circa, miglioramento il processo. Con l’impianto fermo, sono due i progetti che stiamo portando avanti con gruppi di lavoro che si alternano in fabbrica anche durante questo periodo di cassa integrazione: riconcentrare l’acido esausto ed eliminare alla fonte la produzione di gesso, utilizzare una diversa tecnologia di filtrazione per produrre, gesso più secco e quindi più facilmente commercializzabile. Il primo progetto che stiamo studiando insieme a Nuova Solmine, se implementato, potrebbe portare alla riduzione del 50% di gesso. Oltre a questi due progetti principali stiamo investigando con poli universitari e utilizzatori finali interessati tutte le opzioni per una più spinta commercializzazione del gesso».

Ultimamente i comitati ambientalisti sembrano meno aggressivi nei vostri confronti. Che succede secondo lei?

«Spero non dipenda solo dal fatto che la fabbrica adesso è ferma e mi auguro che questi mesi in cui i lavoratori del sito di Scarlino hanno potuto contare sul supporto dei rappresentanti dei cittadini possano aver fatto mutare anche in parte l’approccio».

Avete mai pensato di aprire la fabbrica alle visite dei comuni cittadini per far capire con trasparenza come funziona il vostro ciclo industriale?

«In passato le porte della fabbrica sono state aperte a tutti in occasione del primo maggio. Poi con il Covid l’iniziativa è stata interrotta. È una bella iniziativa ed è possibile riprenderla. Ma è altrettanto vero che per mostrare con trasparenza come funziona il nostro ciclo produttivo ci piacerebbe aprire a tutti le porte di una fabbrica in marcia».

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QOSHE - Il futuro di Venator, parla l’ad. «Un progetto per cava Vallina» - Massimiliano Frascino
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Il futuro di Venator, parla l’ad. «Un progetto per cava Vallina»

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08.04.2024

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SCARLINO. Ci sono novità in arrivo da Venator Italy. A illustrale è dunque direttamente l’amministratore delegato Stefano Neri, rispondendo ad alcune domande fatte da Il Tirreno.

Il sito temporaneo di stoccaggio dei gessi nell’area ex bacini fanghi Solmine ha ottenuto il via libera dalla Regione Toscana. Avete già iniziato i lavori di allestimento del sito per riprendere la produzione?

«Il sito temporaneo da solo non ci permette di riprendere la produzione, abbiamo necessità di avere uno stoccaggio permanente e che le condizioni di mercato del biossido di titanio lo consentano».

Finora si è parlato di una ripresa del mercato del biossido di titanio dall’inizio del secondo semestre 2024. Con la riattivazione di almeno una delle tre linee di produzione da giugno o luglio. Sono sempre previsioni valide?

«È molto difficile al momento fare previsioni attendibili sulla ripresa del mercato di biossido di titanio. Storicamente l’andamento è ciclico: a una contrazione segue una ripresa. Quello che stiamo facendo è lavorare perché il sito sia quanto prima in condizioni di avere spazi per la messa a dimora del gesso e poter ripartire quando domanda e prezzi di vendita lo permetteranno. Fino a quando non si verificheranno le condizioni per la ripartenza è fondamentale mantenere un profilo di costi che preservi la liquidità consentendoci di mantenere il sito aperto, seppur non operativo. Da questa esigenza la necessità di ricorrere alla cassa integrazione straordinaria........

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