Arrivano due “giorni del giudizio” per le aziende agricole intenzionate ad assumere stagionali extracomunitari per lavorare nei campi. Domani, giovedì 21 sarà il click day per trasformare un lavoro stagionale in permesso di soggiorno per lavoro subordinato, col requisito minimo di almeno 39 giornate di lavoro in tre mesi. Il 25 marzo, invece, sarà la volta del click day per assumere lavoratori stagionali fino a 9 mesi. Gli stagionali, in verità, sono quelli impiegati sia nel settore agricolo sua nel comparto turistico. Il grosso della manodopera avventizia riguarda comunque il settore primario, per antonomasia a maggior intensità di lavoro manuale. Comparto ortofrutticolo, allevamenti ovini e bovini, manutenzione dei boschi, florovivaismo, olivicoltura e viticoltura sono gli ambiti che assorbono la gran parte di questo tipo di manodopera. A gestire le richieste di nulla osta per lavoro stagionale sono le associazioni di categoria, oppure commercialisti, consulenti del lavoro e avvocati abilitati. Grazie a una procedura convenzionata semplificata devono certificare la congruità economica dei soggetti che in veste di datori di lavoro chiedono di assumere.

Un terno al lotto

Le domande in teoria possono essere presentate tutto l’anno. In pratica coi contingenti del decreto flussi le richieste si concentrano tutte nei click day. Anche perché, esauriti i posti previsti dai flussi annuali, le altre domande sono valutate in ordine cronologico di presentazione. Lo scorso anno le richieste ai click day sono state 600mila in tutta Italia. Di fatto un terno al lotto: chi prima arriva meglio alloggia. Augurandosi di non perdere la connessione al portale ministeriale. Le domande poi vengono inoltrate allo Sportello unico per l’immigrazione delle singole Prefetture che, in genere entro un mese, comunicano al datore di lavoro il nulla osta all’assunzione. Che viene inviato al lavoratore residente all’estero, il quale si reca all’ambasciata per ottenere il visto d’ingresso. Arrivata in Italia, la persona si reca entro 5 giorni in Questura per comunicare la propria presenza e chiedere il permesso di soggiorno. Che se va tutto liscio viene rilasciato in una trentina di giorni. In non pochi casi i datori di lavoro non riescono ad assumere la persona che hanno segnalato, perché questa non riesce ad arrivare in Italia in tempi utili a causa dei ritardi burocratici e della corruzione particolarmente radicata in alcune aree del mondo.

Il mondo agricolo

Quella di Grosseto, con una percentuale di valore aggiunto dell’agricoltura del 6 per cento del totale, è la provincia a maggiore vocazione agricola della Toscana. Gli operai agricoli stabili e avventizi sfiorano le 9mila unità; oltre la metà stranieri. Il 90 per cento ha contratti stagionali. Alla prefettura di Grosseto nel corso del 2023 sono state presentate 800 domande di permesso di soggiorno per lavoro stagionale (al massimo nove mesi di permanenza sul territorio nazionale). Di coloro che le hanno presentate a dicembre, solo una parte ha ottenuto il nulla osta. «Giovedì (domani, ndr) – spiega a Roberta Cosimi, di Cia Grosseto – presenteremo solo quattro richieste di conversione del contratto stagionale a tempo indeterminato. Mentre il 25 marzo, proveremo a ottenere l’ok all’assunzione di una decina di persone. I numeri sono bassi perché le aziende devono offrire molte garanzie per far venire in Italia i lavoratori. Compresa l’idoneità abitativa, cosa molto complicata da ottenere. Poi non di rado abbiamo il problema del ritardo nel rilascio dei permessi di soggiorno, senza i quali, ad esempio, le banche non fanno aprire i conti correnti sui quali accreditare gli stipendi, che devono essere tracciabili. I lavoratori prevalenti arrivano da India, Bangladesh e Pakistan. Poi Marocco, Senegal, Albania e Congo».

Il contoterzi

Roberto Fidanzi, responsabile del personale delle aziende di Confagricoltura – che giovedì chiederà dieci contratti stagionali – mette in evidenza un altro problema. «In provincia abbiamo molte aziende contoterziste – spiega – per le quali è piuttosto complicato certificare la congruità economica (contratti di servizio, fatturati, versamenti e idoneità alloggiative). Con il rischio di trovarci in contenziosi con l’Ispettorato del lavoro e l’Agenzia delle entrate nel caso le aziende non siano puntuali negli adempimenti. Per questo, almeno in questa fase, ci limitiamo a seguire le pratiche per le aziende associate e per quelle che sono proprietarie o affittano terreni da lavorare direttamente». Ad Arezzo, Massimiliano Dindalini – funzionario della Cia – spiega che «le quote dell’anno scorso sono già quasi esaurite, perché le nostre aziende richiedono molti lavoratori con il decreto flussi. Noi da soli presenteremo 300 domande, relative ad aziende piccole e medie specializzate nelle coltivazioni di tabacco, ortofrutta e viticoltura. Fortunatamente la Prefettura lavora velocemente le pratiche».

Chi e cosa c’è dietro?

In agricoltura sono sempre meno le aziende che hanno dipendenti diretti, sempre di più quelle che ricorrono ai contoterzisti. In provincia di Grosseto ce ne sono tante, e lavorano anche nelle province di Livorno, Pisa, Siena, Arezzo e Firenze. Società che offrono servizi manodopera varia: dalla potatura di olivi e vigne alla raccolta dei prodotti ortofrutticoli, fino all’impianto delle colture e al movimento terra. Negli ultimi tempi quelle con titolari bengalesi o pakistani si sono sostituite alle aziende condotte da imprenditori dell’est Europa, di nazionalità albanese o rumena. E tanti temono che il combinato disposto contoterzi-click day apra la strada ad altre illegalità.


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Migranti, via ai click day per 10mila lavoratori: un mix tra lotteria e gara web, come funziona

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20.03.2024

Arrivano due “giorni del giudizio” per le aziende agricole intenzionate ad assumere stagionali extracomunitari per lavorare nei campi. Domani, giovedì 21 sarà il click day per trasformare un lavoro stagionale in permesso di soggiorno per lavoro subordinato, col requisito minimo di almeno 39 giornate di lavoro in tre mesi. Il 25 marzo, invece, sarà la volta del click day per assumere lavoratori stagionali fino a 9 mesi. Gli stagionali, in verità, sono quelli impiegati sia nel settore agricolo sua nel comparto turistico. Il grosso della manodopera avventizia riguarda comunque il settore primario, per antonomasia a maggior intensità di lavoro manuale. Comparto ortofrutticolo, allevamenti ovini e bovini, manutenzione dei boschi, florovivaismo, olivicoltura e viticoltura sono gli ambiti che assorbono la gran parte di questo tipo di manodopera. A gestire le richieste di nulla osta per lavoro stagionale sono le associazioni di categoria, oppure commercialisti, consulenti del lavoro e avvocati abilitati. Grazie a una procedura convenzionata semplificata devono certificare la congruità economica dei soggetti che in veste di datori di lavoro chiedono di assumere.

Un terno al lotto

Le domande in teoria possono essere presentate tutto l’anno. In pratica coi contingenti del decreto flussi le richieste si concentrano tutte nei click day. Anche perché, esauriti i posti previsti dai flussi annuali,........

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