FIRENZE. Nell’area per la realizzazione dell’Esselunga di via Mariti a Firenze, il cantiere del tragico crollo in cui hanno perso la vita cinque operai, ci sarebbero state delle irregolarità macroscopiche, tanto da essere visibili anche a un primo sopralluogo. Lo ha detto ieri il procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia, che venerdì scorso, giorno dell’incidente su lavoro, si è recato sul posto insieme al pm di turno. Sebbene sulla dinamica esatta del crollo sia «prematuro dire qualcosa» ha specificato il procuratore, «il dato empirico che ci siamo fatti da un primo sopralluogo è che nel cantiere vi fossero diverse criticità, che abbiamo constatato nel momento in cui siamo entrati nel cantiere». Spiezia, intestatario del fascicolo sul caso insieme ai sostituti Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone, ha annunciato che presto sarà di nuovo di persona nell’area per eseguire un nuovo sopralluogo.

L’ultima ispezione della Asl all’interno del cantiere risale a gennaio: «Questa è classificata come una grande opera perché ha un volume economico importante – ha detto Renzo Berti, direttore del dipartimento prevenzione della Asl Toscana Centro –. In questi casi c’è un monitoraggio molto frequente, la nostra ultima verifica era stata condotta il 12 gennaio scorso e non aveva dato luogo a rilievi. Ce ne erano state altre precedenti perché c’è una sistematicità di controllo molto frequente».

Intanto, mentre i vigili del fuoco continuano a scavare per estrarre dalle macerie l’ultimo dei dispersi, gli inquirenti si stanno muovendo per ricostruire la dinamica esatta del crollo e la catena dei subappalti all’interno dell’area. Al momento nell’inchiesta, aperta per i reati di omicidio colposo plurimo e crollo colposo, non ci sono indagati.

Ma presto le cose potrebbero cambiare. Gli operai coinvolti nell’incidente – compresi i tre feriti ricoverati all’ospedale di Careggi – fanno capo a tre imprese. Buona parte della documentazione relativa al cantiere è già stata acquisita, ma questo non basta. Se anche le carte fossero in regola, è chiaro che durante i lavori è accaduto qualcosa che non doveva succedere. Per questo è molto importante per gli inquirenti “congelare” lo stato del cantiere così come si presentava al momento dell’incidente. Tanto che ogni operazione che viene fatta dai vigili del fuoco per smuovere le macerie alla ricerca del disperso viene filmata e fotografata dalla polizia scientifica. «Abbiamo adottato fin da subito tutte le iniziative per assicurare immediatamente le principali fonti di prova, non solo documentali» spiega il procuratore Spiezia. E presto, forse già questa settimana, potrebbe essere affidata una superconsulenza sull’area dell’incidente, con l’incarico a un’equipe di ingegneri.

I primi accertamenti sulle cause del cedimento della trave che ha provocato il collasso dell’intera struttura in costruzione sono già in corso, e si stanno concentrando proprio sulla trave incriminata. Da due giorni gli agenti della polizia postale stanno effettuando una perquisizione nella sede della Rdb, la società abruzzese leader nazionale nel settore prefabbricati facente capo alla famiglia D’Eugenio, che ha fornito la trave. Tra le commesse della Rdb, anche l’appalto per la metropolitana dall’aeroporto alla stazione ferroviaria di Napoli. Gli agenti stanno acquisendo materiale e documentazione informatica. Tra le altre cose si starebbero verificando anche i contratti di lavoro del personale che ha partecipato alla commessa.

Una delle ipotesi al vaglio degli investigatori è proprio quella che a provocare il disastro sia stato un problema nel fissaggio della trave. Secondo questa tesi, gli operai avrebbero iniziato a gettare la colata di cemento sul solaio prima che fosse terminato il fissaggio della trave sottostante. Così, l’aumento del peso avrebbe fatto “scivolare” la trave, lunga circa venti metri: una volta appoggiata e incastrata sul dente del pilone, anch’esso in cemento armato, non sarebbe stata fissata con i bulloni. Si tratta però solo di uno degli scenari possibili, a cui si aggiunge, tra gli altri, anche quello di un cedimento strutturale legato a materiali scadenti.

Le indagini sono condotte da ispettori della Asl, ispettorato del lavoro, squadra mobile della questura, polizia scientifica, polizia postale e agenti della municipale. S’indaga anche per accertare la posizione di alcuni dei lavoratori deceduti. Alcuni di loro, come confermato dalla procura, sarebbero stati in Italia senza permesso di soggiorno. Tuttavia su questo aspetto gli accertamenti sono ancora in corso: «Le verifiche sulle posizioni contrattuali sono ancora da completare» afferma Spiezia. Non si può escludere cioè che gli operai, sebbene irregolari, avessero presentato domanda di emersione avendo ottenuto un lavoro fisso.

A perdere la vita nel crollo sono stati Luigi Coclite, 59 anni residente a Collesalvetti, Taoufik Haidar, 43 anni del Marocco, Mohamed El Farhane, suo connazionale di 24 anni, Mohamed Toukabri, tunisino di 54 anni. E poi Bouzekri Rahimi, marocchino di 56 anni, il cui corpo deve ancora essere recuperato. I cadaveri degli operai stranieri sono stati identificati di fatto, grazie alla documentazione del cantiere, ma non formalmente. Sono così martoriati che occorrerà l’esame del dna. Al momento dell’incidente nel cantiere erano presenti altri lavoratori, una decina, riusciti a scampare al crollo correndo via. I primi verbali dei testimoni sentiti a sommarie informazioni sono già stati acquisitil

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Morti nel cantiere Esselunga, perché la trave è crollata? S'indaga sul fissaggio: ecco cosa potrebbe essere successo

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20.02.2024

FIRENZE. Nell’area per la realizzazione dell’Esselunga di via Mariti a Firenze, il cantiere del tragico crollo in cui hanno perso la vita cinque operai, ci sarebbero state delle irregolarità macroscopiche, tanto da essere visibili anche a un primo sopralluogo. Lo ha detto ieri il procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia, che venerdì scorso, giorno dell’incidente su lavoro, si è recato sul posto insieme al pm di turno. Sebbene sulla dinamica esatta del crollo sia «prematuro dire qualcosa» ha specificato il procuratore, «il dato empirico che ci siamo fatti da un primo sopralluogo è che nel cantiere vi fossero diverse criticità, che abbiamo constatato nel momento in cui siamo entrati nel cantiere». Spiezia, intestatario del fascicolo sul caso insieme ai sostituti Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone, ha annunciato che presto sarà di nuovo di persona nell’area per eseguire un nuovo sopralluogo.

L’ultima ispezione della Asl all’interno del cantiere risale a gennaio: «Questa è classificata come una grande opera perché ha un volume economico importante – ha detto Renzo Berti, direttore del dipartimento prevenzione della Asl Toscana Centro –. In questi casi c’è un monitoraggio molto frequente, la nostra ultima verifica era stata condotta il 12 gennaio scorso e non aveva dato luogo a rilievi. Ce ne erano state altre precedenti perché c’è........

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