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PRATO. Le sfilacciature, salvo colpi di scena, sono salve. Una parte importante della filiera tessile, quella che trasforma stracci e scarti tessili in materia prima seconda da reintrodurre nel ciclo produttivo, rischiavano di finire fuori gioco a causa delle norme comunitarie che volevano classificare come rifiuto stracci e scarti fino quando non fossero riportati a fibra, ma ora sembra sia passata la tesi italiana secondo la quale così non sarà. Lo hanno annunciato ieri industriali e artigiani che hanno ricevuto rassicurazioni dal ministero dell’Ambiente e hanno ringraziato chi si è speso per ottenere il risultato.

«Confortante soprattutto quanto viene detto in materia di End of Waste – spiegano Confindustria, Cna e Confartigianato in una nota – vale a dire delle regole che stabiliscono quando un materiale di scarto, già classificato come rifiuto, cessa di essere tale per rientrare nel ciclo produttivo come materia prima secondaria. Sull'argomento è in corso il dibattito in sede di Unione Europea, ma anche a livello italiano è stato reso noto un testo che ha destato preoccupazioni: il passaggio da rifiuto a materia prima secondaria sarebbe fissato in un punto troppo avanzato del ciclo, praticamente al momento in cui il materiale è già stato riportato allo stato di fibra. Ciò implicherebbe che le fasi più a monte della filiera del riciclo (sfilacciature e altre lavorazioni) siano classificate come aziende che trattano rifiuti, con le autorizzazioni e gli effetti burocratici conseguenti. Il rischio, in una prospettiva del genere, sarebbe che queste fasi, così penalizzate, scompaiano da Prato, con i danni economici ed occupazionali conseguenti. Sul punto dell'End of Waste la risposta del ministero dell'Ambiente è stata però molto rassicurante: in pratica, il Ministero fa propria la posizione delle associazioni pratesi e afferma che anche in sede europea la posizione italiana sarà finalizzata a "salvaguardare i vari processi industriali tessili che ad oggi operano sul territorio nazionale e che sono normale pratica industriale come, ad esempio, la lavorazione sfilacciatura (cioè l’operazione meccanica che riporta un materiale tessile, adeguatamente selezionato e preparato, allo stato di fibra) che costituisce infatti un tassello dei vari processi produttivi." Una nuova impostazione, dunque, in linea con le richieste venute da Prato».

Quanto all'EPR (la responsibilità estesa al produttore), il concetto generale, già presente nella legislazione europea e italiana e in via di definizione per i vari settori, è che i produttori di beni di consumo sono tenuti a gestirne il fine vita attraverso interventi finanziari ed eventualmente anche organizzativi da realizzare individualmente o collettivamente. Anche queste norme avranno un impatto sul distretto tessile, ma soprattutto sui consumatori.

Si sono già costituiti consorzi e strutture organizzate pronte a inserirsi in quello che sarà, a tutti gli effetti, un business importante dal punto di vista sia ambientale che economico. Il contributo ambientale che si andrà a determinare, e che ricadrà di fatto essenzialmente sui consumatori, avverte Confindustria, sarà indispensabile per alimentare anche e soprattutto una filiera sostenibile dal punto di vista dell'ecoprogettazione e di processi di produzione innovativi.

QOSHE - Le sfilacciature sono salve Roma rassicura il distretto - Paolo Nencioni
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Le sfilacciature sono salve Roma rassicura il distretto

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29.02.2024

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PRATO. Le sfilacciature, salvo colpi di scena, sono salve. Una parte importante della filiera tessile, quella che trasforma stracci e scarti tessili in materia prima seconda da reintrodurre nel ciclo produttivo, rischiavano di finire fuori gioco a causa delle norme comunitarie che volevano classificare come rifiuto stracci e scarti fino quando non fossero riportati a fibra, ma ora sembra sia passata la tesi italiana secondo la quale così non sarà. Lo hanno annunciato ieri industriali e artigiani che hanno ricevuto rassicurazioni dal ministero dell’Ambiente e hanno ringraziato chi si è speso per ottenere il risultato.

«Confortante soprattutto quanto viene detto in materia di End of Waste – spiegano Confindustria, Cna e Confartigianato in una nota – vale a dire delle regole che stabiliscono........

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