PISA. Da una parte ci sono i video diffusi sui social: mostrano la polizia schierata a protezione di uno degli accessi di piazza dei Cavalieri che carica e manganella gli studenti, tra loro numerosi minorenni. Provano a oltrepassare lo sbarramento in via San Frediano che doveva impedire al corteo dei manifestanti pro Palestina, che non era stato autorizzato, di attraversare la città. Dall’altra ci sono le riprese video della Digos, come durante altre manifestazioni per procedere con le identificazioni.

Fotogrammi che raccontano, da prospettive diverse, cosa è successo venerdì mattina prima e durante gli scontri con gli studenti nel corso della manifestazione in favore della Palestina. Un’ampia documentazione che servirà agli inquirenti per fare luce sulle cariche della polizia su cui la Procura ha subito aperto un’inchiesta. E le prime indagini, stando a quanto si apprende, sono state delegate ai carabinieri, partendo dai video circolati sui social.

Nel frattempo già ieri mattina la Digos ha depositato la prima informativa in Procura con i documenti e i filmati realizzati dal personale impegnato nel servizio. Che si è svolto nelle strade e nelle piazze indicate nell’ordinanza a firma del questore di Pisa, Sebastiano Salvo, considerato uno dei massimi esperti di ordine pubblico a livello nazionale. Era in servizio nel 2001 a Genova durante i fatti del G8 ma estraneo alle inchieste sulle violenze in piazza e alla Diaz. Per questo dopo l’imbarazzo delle immagini degli scontri, fonti vicine alla Questura parlano della disponibilità della polizia a riprendere il dialogo con la città. Informativa e video serviranno all’autorità giudiziaria per avere un quadro completo della vicenda.

Oltre ad avere indicato i nomi del funzionario che coordinava il servizio, del personale della questura impiegato e di ogni agente del reparto mobile, la Questura ha fornito anche un elenco di nomi di manifestanti, identificati nel corso della manifestazione. Non si esclude che nel corteo non autorizzato non ci fossero solo studenti pacifici. Si cerca di capire se tra i ragazzi si fossero infiltrati adulti dei centri sociali. La tensione sarebbe salita proprio dopo che la polizia avrebbe fermato per un controllo alcuni adulti, tanto che poi i manifestanti sono arrivati faccia a faccia con i poliziotti che avevano cinturato tutta l’area intorno a piazza dei Cavalieri, oltre alle vie intorno all’Ateneo, con l’impiego di due squadre del Reparto mobile di Firenze.

C’era il timore, a quanto si apprende, che il corteo potesse arrivare in piazza dei Cavalieri e da lì proseguire per piazza dei Miracoli, fino al cimitero ebraico. Quando i manifestanti si sono avvicinati ai poliziotti schierati, c’è stato un “cortocircuito” andando oltre a quella che doveva essere una carica di alleggerimento. Tra gli aspetti da chiarire c’è quello che riguarda la catena di comando e dunque chi ha dato l’ordine di caricare i manifestanti. O se ci sono stati poliziotti che hanno agito d’iniziativa.

Certo è che il blitz di una quindicina di studenti aderenti ai movimenti antagonisti, che lo scorso novembre fecero irruzione all’interno della Torre di Pisa, superando i controlli, ed esposero una maxi bandiera della Palestina dal campanile più famoso del mondo, aveva suscitato critiche all’operato delle forze dell’ordine che hanno adottato in questi mesi alcune contromisure.

Già venerdì sera il dipartimento di Pubblica sicurezza ha infatti sottolineato che gli episodi di Pisa «costituiranno, come sempre, momento di verifica sugli aspetti organizzativi e operativi connessi alle numerose e diversificate tipologie di iniziative, che determinano l’impiego quotidiano di migliaia di operatori delle forze dell’ordine». Il dipartimento ha aggiunto che «l’impegno è da sempre proteso a garantire il massimo esercizio della libertà di manifestazione e nel contempo ad assicurare la necessaria tutela degli obiettivi sensibili presenti sul territorio nazionale». Gli scontri che ci sono stati sia a Firenze che Pisa (con contesti simili) «fanno emergere le difficoltà operative di gestione, durante i servizi di ordine pubblico, di possibili momenti di tensione determinati dal mancato rispetto delle prescrizioni adottate dall’Autorità ovvero dal mancato preavviso o condivisione dell’iniziativa da parte degli organizzatori».

Ieri il capo della polizia, Vittorio Pisani, ha annunciato verifiche su quanto è accaduto: «Purtroppo durante i servizi di ordine pubblico a Firenze e Pisa i nostri operatori hanno adottato iniziative che dovranno essere analizzate singolarmente e verificate con severità e trasparenza», sottolinea. «Quando le manifestazioni non sono preavvisate o non vengono condivise con la questura le modalità e i percorsi possono verificarsi criticità: questi momenti di criticità però non possono essere una giustificazione – aggiunge – Va precisato che le iniziative e le decisioni adottate in sede locale durante i servizi di ordine pubblico non sono determinate né da scelte politiche né da direttive politiche».

E conclude: «La polizia di Stato è la polizia di un Paese democratico e noi abbiamo il dovere di garantire la manifestazione del dissenso, ma questa manifestazione deve avvenire pacificamente isolando i violenti».

QOSHE - Manganellati a Pisa, aperta l’inchiesta: in Procura i video della polizia - Sabrina Chiellini
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Manganellati a Pisa, aperta l’inchiesta: in Procura i video della polizia

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25.02.2024

PISA. Da una parte ci sono i video diffusi sui social: mostrano la polizia schierata a protezione di uno degli accessi di piazza dei Cavalieri che carica e manganella gli studenti, tra loro numerosi minorenni. Provano a oltrepassare lo sbarramento in via San Frediano che doveva impedire al corteo dei manifestanti pro Palestina, che non era stato autorizzato, di attraversare la città. Dall’altra ci sono le riprese video della Digos, come durante altre manifestazioni per procedere con le identificazioni.

Fotogrammi che raccontano, da prospettive diverse, cosa è successo venerdì mattina prima e durante gli scontri con gli studenti nel corso della manifestazione in favore della Palestina. Un’ampia documentazione che servirà agli inquirenti per fare luce sulle cariche della polizia su cui la Procura ha subito aperto un’inchiesta. E le prime indagini, stando a quanto si apprende, sono state delegate ai carabinieri, partendo dai video circolati sui social.

Nel frattempo già ieri mattina la Digos ha depositato la prima informativa in Procura con i documenti e i filmati realizzati dal personale impegnato nel servizio. Che si è svolto nelle strade e nelle piazze indicate nell’ordinanza a firma del questore di Pisa, Sebastiano Salvo, considerato uno dei massimi esperti di ordine pubblico a livello........

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