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LIVORNO. Ora il bomber del Livorno, griffato "Porta a Mare", è lui: sono 6 i centri dopo il gol-capolavoro dal dischetto al Tau. Una curiosità: a queste latitudini nessuno lo sa, ma l’attaccante amaranto, poliedrico, infaticabile e astuto, che risponde al nome di Giulio Giordani, omonimo del bersagliere-eroe pluridecorato della guerra 1915-18, ha un soprannome: lo chiamano il "Cobra", da una decina d’anni. Come il celebre pugile Thomas Hearns, che conquistò otto titoli mondiali in cinque diverse categorie, dai welter ai mediomassimi. Ed in effetti Giulio è un tipetto che sferra il morso letale all’improvviso: quando la partita sembra prendere una brutta piega eccolo scoccare il tiro mortifero o piombare su un rimpallo; ma lo vedi anche accendere una luce abbagliante con gli assist: già 5 decisivi al suo attivo perché, autentico trasformista alla Arturo Brachetti, ci mette un attimo a indossare anche panni del fantasista dai piedi di velluto.

Lo chiamano il "Cobra"

«Se mi piace il soprannome? Certo. Cobra rende bene l’idea, rispecchia la mia imprevedibilità, ho lavorato tanto per affinare la mia tecnica..», commenta il trentenne laziale di Anzio, che invece di esplodere nei settori giovanili di Roma o Lazio, per un destino difficile da decodificare s’è affermato a Siena, assieme all’amico Leonardo Spinazzola, ora con i giallorossi guidati da Daniele De Rossi, nonché nel giro azzurro del Ct Spalletti. Si racconta Giulio: «Avevo 12 anni e tirai i primi calci nel Latina, poi, casi della vita, un talent scout mi portò a Siena e lì sono cresciuto. Era il Siena nel suo momento dorato, che giocava in A...». Quello ricco co i soldi del Monte dei Paschi a trazione juventina con Moggi&C».Il bomber con la valigiaTempo fa Giulio Giordani, ci confessò un cruccio: «Il gol mi rende felice, però non ho ancora segnato al "Picchi" e questo mi dispiace...». Trascorsero pochi giorni e ruppe il ghiaccio con la terza delle quattro reti rifilate al Ghiviborgo, tra l’altro una sua ex squadra, l’unica con la quale è riuscito ad andare in doppia cifra: 10 reti. Quella è stata una partita spartiacque: salto di qualità del Livorno e suo, che voleva godersi in pieno l’esultanza del gol sotto la Curva Nord al "Picchi".

Pensa solo alla tifoseria

Confida: «Non avevo mai provato il brivido di giocare di fronte a una tifoseria come questa, in una città di grandi tradizioni calcistiche che secondo me è avviata verso la rinascita con una società bene organizzata che non ci fa mancare niente e un presidente come Esciua, presente e appassionato». E svela un piccolo retroscena: «Ho sempre esultato in un modo: andavo alla bandierina e la colpivo con un pugno. Da quando sono qui l’unica cosa a cui penso dopo un gol è correre verso i ragazzi che fanno il tifo, capaci di trasmettermi una carica incredibile».

La punta milleusi

Vive giorni radiosi questo attaccante milleusi, che sembra quei coltellini svizzeri con lame, cavatappi e cacciavite. Lui nasce fantasista, gli fanno fare la prima punta, la seconda punta e la stampella al centrocampo. Per dirla con Pirandello, uno e centomila. Sorride e spiega: «La svolta della mia carriera l’ho avuta a Pistoia, con Massimo Morgia, fu lui a iniziare a impiegarmi in più posizioni ed è stato un arricchimento professionale, tra l’altro volammo in serie C dalla D".

Ora ha il 77 nel mirino

Dieci maglie in carriera, 76 i suoi gol con l’ultimo al Tau che ha rimesso il Livorno in corsa per la vittoria poi siglata da Andrei Tanasa. «Sono concentrato e determinato, vengo da due reti consecutive mi piacerebbe raggiungere quota 77, lo stesso numero che porto sulle spalle». Si ferma e rivela il suo piccolo segreto: "Da anni porto il 77 perché il 7 è il giorno di nascita sia di mia sorella Carola che della mia fidanzata Agnese, mie irriducibili e assidue tifose". Una curiosità: altri tre Giordani nel calcio. Sono i suoi cugini Valerio (Trastevere), Andrea (Nuova Florida) e Marco, quest’ultimo nazionale di beach soccer "da noi - spiega Giulio - uno sport molto diffuso e praticato".

Ama il mare di Livorno

E’ abituato alle spiagge di Anzio (dove sbarcarono gli americani il 22 gennaio 1944, ndr) ma gli piace tanto anche lo scoglio: "Da queste parti ci sono posti meravigliosi, appena posso vado a passeggiare per rilassarmi. Solo a Trieste ebbi la possibilità di fare un po’ di mare, nelle altre otto squadre in cui ho militato solo belle colline e campagna; posti stupendi, ma niente profumo di salmastro...". Però ha comprato casa a Tavarnelle Val di Pesa, dopo aver militato nel San Donato: "Il mio futuro sarà in terra chiantigiana, ma avrò tempo per venire al mare...".

Il rigore del Cobra

Rincorsa centrale, spostamento a sinistra, saltello e tiro col destro. Facile a dirsi. «Ad Altopascio è stato il mio primo rigore in amaranto. Nessuno si aspettava quella esecuzione - spiega - Giulio. Però io i rigori li batto sempre così. Ci vuole freddezza perché quando fai il saltello devi capire da che parte va il portiere. Questo rigore è stata la chiave di volta della nostra impresa, dopo aver segnato sono impazzito di gioia...».

Più motivati del Querceta

Arriva il Real Querceta. Giordani: «Devono salvarsi, faranno la partita della vita ma noi dovremo essere più motivati di loro». Aggiunge: «Sarà una gara agonisticamente intensa, da interpretare con vigore ma anche accortezza. E con lo stesso furore dovremo affrontare le successive dieci partite». All’andata il Livorno fece il blitz, proprio con una rete del Cobra al 14’. «Proverò a ripetermi, per fare 7. Quanti ne vorrei segnare? L’obiettivo è la doppia cifra...». Un pensiero a Cesarini ormai fermo a quota 5 gol: «L’infortunio di Alex è stata una mazzata anche per tutti noi. Ci sta vicino, gli vogliamo bene, lo aspettiamo più forte di prima». Siamo ai titoli di coda: ma per Giulio Giordani cos’è il calcio? «E’ tutto, è la mia vita, che non posso pensare senza le emozioni che mi dà...». E sembra quel refrain che cantano dalla Curva Nord.

QOSHE - Signori, il "cobra" si è svegliato. «Giocare qui mi mette i brividi» - Sandro Lulli
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Signori, il "cobra" si è svegliato. «Giocare qui mi mette i brividi»

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24.02.2024

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LIVORNO. Ora il bomber del Livorno, griffato "Porta a Mare", è lui: sono 6 i centri dopo il gol-capolavoro dal dischetto al Tau. Una curiosità: a queste latitudini nessuno lo sa, ma l’attaccante amaranto, poliedrico, infaticabile e astuto, che risponde al nome di Giulio Giordani, omonimo del bersagliere-eroe pluridecorato della guerra 1915-18, ha un soprannome: lo chiamano il "Cobra", da una decina d’anni. Come il celebre pugile Thomas Hearns, che conquistò otto titoli mondiali in cinque diverse categorie, dai welter ai mediomassimi. Ed in effetti Giulio è un tipetto che sferra il morso letale all’improvviso: quando la partita sembra prendere una brutta piega eccolo scoccare il tiro mortifero o piombare su un rimpallo; ma lo vedi anche accendere una luce abbagliante con gli assist: già 5 decisivi al suo attivo perché, autentico trasformista alla Arturo Brachetti, ci mette un attimo a indossare anche panni del fantasista dai piedi di velluto.

Lo chiamano il "Cobra"

«Se mi piace il soprannome? Certo. Cobra rende bene l’idea, rispecchia la mia imprevedibilità, ho lavorato tanto per affinare la mia tecnica..», commenta il trentenne laziale di Anzio, che invece di esplodere nei settori giovanili di Roma o Lazio, per un destino difficile da decodificare s’è affermato a Siena, assieme all’amico Leonardo Spinazzola, ora con i giallorossi guidati da Daniele De Rossi, nonché nel giro azzurro del Ct Spalletti. Si racconta Giulio: «Avevo 12 anni e tirai i primi calci nel........

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