Livorno «È un racconto semplice e senza pretese. Scritto come se parlassimo tra amici». Livio Ceccarelli, antignanese doc, 94 anni portati benissimo, presenta il suo libro “Ricordi di una vita”, e, al Circolo Arena Astra, il pubblico accorre in gran numero. Ad accompagnarlo in questo primo passaggio ci sono il sindaco Luca Salvetti (autore della prefazione), Adalberto Roncucci (presidente del circolo e amico di vecchissima data), Pardo Fornaciari ( che lo incontrò per la prima sul finire dei ’60), Daniela Marini, Angela Bongiorno e Renza Porciani dell’associazione Vivi Antignano, le ultime due determinanti appoggi di Livio nel periodo della stesura del testo. Un viaggio nella vita di un uomo, vicende personali, gioie, dolori, a un gran numero di aneddoti. Ma soprattutto uno spaccato della storia di Livorno, e di un quartiere speciale, del quale l’autore, è orgoglioso di essere sempre rimasto fedele. Il volume tenta di seguire un filo cronologico: descrizione della famiglia, della scuola, i primi amori, la moglie Eda, passando per i quaranta anni trascorsi come operaio del Cantiere Orlando, fino ad arrivare ai giorni nostri, con le nuove esperienze e amicizie, compagne fedeli della terza età. Nato per caso, nel corso delle frequentazioni al Circolo Gallinari, dove i suoi racconti hanno spinto i membri dell’associazione a chiedere a gran voce di raccoglierli. Ceccarelli ha accettato, e ,rigorosamente a penna, ha cominciato pian piano a consegnare il materiale; che la citata coppia Bongiorno-Porciani ha poi elaborato per la pubblicazione. Una gestazione durata circa un anno, un lavoro in continuo divenire. Ma per le vicende uniche che propone, ne è valsa la pena. «Monsignor Ablondi venne a Livorno, trasferito da Genova, abile oratore, inviato per “scolorire” un pochino il rosso della città - narra l’autore -. Almeno una volta al mese riuniva gli operai del cantiere in una sala. Un giorno fece una domanda interessante: “come mai gli operai di Livorno si sono allontanati dalla chiesa e dalla fede?” Qualcuno gli rispose: “perché a nostro giudizio la chiesa tende a difendere di più i ricchi e i padroni rispetto a i poveri. E la dimostrazione sta nel fatto che ha scomunicato i comunisti”. Il vescovo rimase sorpreso e replicò: “ma vedete, voi avete interpretato male quella scomunica. Che non era altro che il riconoscimento degli ideali che voi avete. E quindi, non c’era nulla di male”. A quel punto mi alzai e dissi: “abbiamo la fortuna di essere nati oggi, perché al tempo di Savonarola e Giordano Bruno, ci avrebbero messi sul rogo”». Emozionale anche un aneddoto relativo alla prima infanzia.«Quando ero un bambino - prosegue-, all'epoca della guerra in Etiopia, nel paese di Antignano, c’era un cagnolino che aveva perduto la gamba e tutti gli volevano bene. Lo chiamavano Negus. Siccome in quegli anni c’era la famosa “Lacciaia” e i cani randagi venivano presi e portati a bruciare, gli antignanesi decisero di fare una raccolta, per riscattarlo. E io molte volte rinunciai ai dieci centesimi che mia madre mi dava per comprare il chicco, per contribuire a salvare il canino. E grazie a quell’impegno da parte di tutto il quartiere, Negus, alla fine, è morto sì, ma di vecchiaia, Queste erano le persone di allora». E poi le memorie delle bombe sulla città, delle persone rimaste incastrate sotto le macerie, alcune morte sepolte vive, perché a quei tempi non esistevano le ruspe per poterli liberare. C’è l’episodio, avvenuto nei pressi della Baracchina Azzurra, del tipo che maneggia una bomba, nella tentativo di aprirla per prendere il tritolo e costruire una "torpedine", utile per pescare pesci. Livio con un amico lo vedono, sono incuriositi, l’amico vorrebbe avvicinarsi, ma lui lo trascina lontano annusando il pericolo. E infatti pochi minuti dopo la bomba esplode, dilaniando l’uomo «uno spettacolo che mi è rimasto impresso per tutta la vita». Il volume, realizzato col patrocinio del comune di Livorno, è corredato di numerose foto storiche, e da sei pagine a colori con la collezione di tessere del Partito Comunista (dal 1947 al 2007). Un modo unico per rispirare la storia di un uomo di altri tempi e di una Livorno che non esiste più.

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Livorno, i racconti al circolo diventano il libro di Livio Ceccarelli: «Aneddoti e ricordi dei miei 94 anni»

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26.02.2024

Livorno «È un racconto semplice e senza pretese. Scritto come se parlassimo tra amici». Livio Ceccarelli, antignanese doc, 94 anni portati benissimo, presenta il suo libro “Ricordi di una vita”, e, al Circolo Arena Astra, il pubblico accorre in gran numero. Ad accompagnarlo in questo primo passaggio ci sono il sindaco Luca Salvetti (autore della prefazione), Adalberto Roncucci (presidente del circolo e amico di vecchissima data), Pardo Fornaciari ( che lo incontrò per la prima sul finire dei ’60), Daniela Marini, Angela Bongiorno e Renza Porciani dell’associazione Vivi Antignano, le ultime due determinanti appoggi di Livio nel periodo della stesura del testo. Un viaggio nella vita di un uomo, vicende personali, gioie, dolori, a un gran numero di aneddoti. Ma soprattutto uno spaccato della storia di Livorno, e di un quartiere speciale, del quale l’autore, è orgoglioso di essere sempre rimasto fedele. Il volume tenta di seguire un filo cronologico: descrizione della famiglia, della scuola, i primi amori, la moglie Eda, passando per i........

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