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cronaca

LIVORNO. È in carcere per aver rubato nei garage della città quattro bici (due delle quali elettriche), una latta d’olio da cinque litri, utensili e integratori vari, oltre a un casco. Colpi avvenuti fra il 7 settembre dell’anno passato e il 28 febbraio scorso, con i carabinieri che lo hanno arrestato per otto fra furti aggravati avvenuti in diverse zone di Livorno e ricettazioni (una).

È grazie alle immagini delle telecamere che i militari hanno fermato il quarantatreenne Andrea Pannocchia (solo omonimo di un dentista suo coetaneo). «Il 7 settembre scorso – spiega l’Arma – avrebbe fatto ingresso nel garage di un’abitazione di via Giovanni del Fantasia rubando una mountain bike e una latta di olio d’oliva. Il 18 dello stesso mese l’arrestato avrebbe visitato un altro garage di un appartamento da cui avrebbe asportato, rompendo il cancello, una significativa quantità di integratori. E il 10 novembre sarebbe tornato lì e, dopo aver forzato la saracinesca e fatto ingresso in un garage, si sarebbe appropriato di alcuni utensili e di un casco di un valore complessivo di 350 euro».

Un altro furto di una bici elettrica dal valore di circa 550 euro ha interessato un’autorimessa di via Maggi il 3 ottobre. Poi altre due biciclette rubate, rispettivamente dalla rastrelliera di un condominio di via Redi e dall’interno di un garage di via Crispi, entrambi il 13 ottobre. Nel secondo caso si è trattato di un mezzo elettrico dal costo di 1.200 euro. In un’altra circostanza, il 3 gennaio scorso, i carabinieri lo hanno sorpreso vicino a un bar su una bici rubata. Mentre l’ultimo episodio di furto in ordine di tempo si è verificato il 28 febbraio quando è stato notato «quale estraneo all’interno di un garage di via Salvino Salvini: in quel caso si sarebbe giustificato dicendo di “essere un attesa di un parente”, ma poco dopo un condomino ha trovato il proprio garage completamente a soqquadro, riscontrando l’ammanco di alcuni oggetti». «La sussistenza di un concreto ed attuale pericolo di reiterazione del reato – spiegano gli inquirenti – dovuta all’alta probabilità che possa commettere ulteriori delitti della stessa specie» ha convinto il gip a firmare, su richiesta della procura, l’ordinanza cautelare di custodia in carcere.