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Livorno «Ci hanno strappato i manifesti e abbiamo impedito loro di rovesciare il tavolino per afferrare i libri del generale Vannacci. Queste persone, una trentina, impediscono la libertà di pensiero, ci danno dei fascisti, anche se nessuno di noi si è mai espresso su questa tematica. I veri dittatori sono loro». A parlare è il tenente colonnello in pensione Fabio Filomeni, ex collega e amico dell’autore de “Il mondo al contrario”, il libro di Roberto Vannacci a cui è stato dedicato l’omonimo comitato che il 13 aprile, come in altre città italiane, ha organizzato un gazebo (a Livorno in via Grande) durante il quale non sono mancati i momenti di tensione alla presenza di digos e carabinieri, «che ringraziamo», prosegue il militare dell’Arma in pensione, residente a Livorno e con un lungo trascorso lavorativo sempre nella nostra città.

«Queste persone – prosegue Filomeni, che dell’associazione dedicata al generale è anche il presidente – hanno perfino insultato un uomo disabile che si era avvicinato al nostro gazebo. Era in carrozzina e gli hanno urlato “Mettiti il pannolone”, qualcosa di inqualificabile ed estremamente offensivo. Non va bene, ci siamo veramente rimasti male, come lui del resto». Secondo il tenente colonnello in pensione «chi ci ha aggredito è legato al mondo antagonista». «Persone – prosegue – che si sono piazzate per un’ora e mezza vicino al nostro gazebo, presidiandolo: la conseguenza è stata inevitabile, dato che le persone eventualmente incuriosite di conoscerci, per ovvia paura, hanno smesso di venire da noi».

Nell’ora a mezzo precedente, dato che il presidio in via Grande è durato un’ora e mezza, «abbiamo tesserato tre persone». A tutte, come da statuto dell’associazione, è stata regalata una copia del libro del generale Roberto Vannacci, che a Livorno in passato è stato comandante della Folgore e del nono reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”. «Di quanto accaduto – prosegue Filomeni, contattato dal Tirreno attorno alle 14,30 mentre si trovava a pranzo alla Cantina Senese – non ho ancora informato Vannacci, ma glielo dirò al più presto. Noi continueremo naturalmente a organizzare gli eventi: quello di oggi (ieri per chi legge ndr) è stato il primo in assoluto in Toscana e il primo anche in Italia, dove è stato organizzato parallelamente pure in altre città italiane, all’incirca uno per ogni regione. Gli antagonisti ci accusano di provocare uno sperpero di denaro pubblico perché quando ci siamo noi è pieno di forze dell’ordine, ma mentono sapendo di mentire, visto che è per colpa della gente come loro che ci infastidisce che i poliziotti devono presidiare i nostri gazebo. Se non ci fossero stati loro chissà cosa poteva succedere, noi comunque ci siamo opposti fisicamente perché, a un certo punto, queste persone hanno tentato di afferrare i libri urlando “Cosa c’è scritto, cosa c’è scritto”.

Il caos è scoppiato poco prima delle 13, poi grazie ad agenti e militari è gradualmente tornata la calma. «Queste persone ci accusano di essere dei fascisti – commenta il consigliere comunale del Gruppo misto iscritto alla Lega, Andrea Romiti, che nell’occasione ieri ha anche girato un video poi consegnato alla digos – ma i dittatori, questa è la parola giusta perché dittatori lo sono stati sia i fascisti che i comunisti, sono loro. Hanno disturbato la nostra attività formativa e culturale che è alla luce del sole». l

Stefano Taglione

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Tensione in via Grande al gazebo per Vannacci: «Siamo stati aggrediti dagli antagonisti»

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13.04.2024

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Livorno «Ci hanno strappato i manifesti e abbiamo impedito loro di rovesciare il tavolino per afferrare i libri del generale Vannacci. Queste persone, una trentina, impediscono la libertà di pensiero, ci danno dei fascisti, anche se nessuno di noi si è mai espresso su questa tematica. I veri dittatori sono loro». A parlare è il tenente colonnello in pensione Fabio Filomeni, ex collega e amico dell’autore de “Il mondo al contrario”, il libro di Roberto Vannacci a cui è stato dedicato l’omonimo comitato che il 13 aprile, come in altre città italiane, ha organizzato un gazebo (a Livorno in via Grande) durante il quale non sono mancati i momenti di tensione alla presenza di digos e carabinieri, «che ringraziamo», prosegue il militare dell’Arma in pensione, residente a Livorno e con un lungo trascorso lavorativo sempre nella nostra........

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