CAMUGNANO (BOLOGNA). L’annuncio è arrivato a distanza di 24 ore esatte dal momento della tragedia. «Le ricerche all’interno della centrale sono sospese», lo ha fatto sapere Luca Cari, portavoce nazionale dei vigili del fuoco nel pomeriggio di mercoledì 10 aprile. A un giorno esatto dalla tragedia che ha provocato morti e feriti nella centrale idroelettrica di Bargi, al confine tra la Toscana e l’Emilia Romagna, i sommozzatori si sono fermati nella ricerca dei dispersi, a 40-50 metri sotto terra. Lo scenario è ritenuto troppo pericoloso. Ma perché? Cosa sta succedendo ai piani -8, -9 e -10 dell’impianto? Facciamo chiarezza partendo dalla spiegazione fornita proprio dal numero uno dei vigili del fuoco impegnati sul posto.

Cosa è successo

Per capire il motivo della sospensione delle ricerche dei dispersi è necessario fare un passo indietro. E tornare al momento della tragedia. Per capire cosa è accaduto esattamente dentro alla centra idroelettrica più importante dell’Emilia Romagna, alimentata anche dalle acque del non lontano bacino del Brasimone collegato al bacino di Suviana tramite una doppia condotta di 5.40 metri di diametro che sfrutta il dislivello di circa 380 metri tra i due bacini. La particolarità della centrale di Bargi è che si tratta di un impianto di generazione e pompaggio che scambia, in funzione delle esigenze, notevoli volumi di acqua tra i due bacini: durante le ore di massima richiesta viene utilizzata per produrre energia elettrica mentre nelle ore di minimo carico, in genere di notte, ripompa l’acqua da Suviana al Brasimone. A causare la tragedia è stato un guasto elettrico improvviso, che ha provocato l’esplosione di una turbina al piano -8, a circa 40-50 metri di profondità sotto il livello del lago, come spiegato dal prefetto di Bologna, Attilio Visconti. Attorno alla turbina si trovavano tre persone, tutte decedute. Una quarta vittima sarebbe stata individuata durante le ricerche dei dispersi, ma non sarebbe ancora stato possibile estrarre la salma dall’impianto. Subito dopo l’esplosione, il solaio è crollato causando l'immediato allagamento del piano -9. Lì sotto si trovavano altri operai, che sono stati sommersi dall’acqua.

«Troppo pericoloso»

Sul posto ci sono diverse squadre di sommozzatori, che per tutta la notte tra martedì 9 e mercoledì 10 aprile hanno lavorato tra i 30 e i 40 metri di profondità a circa 30 metri di profondità nel buio totale di una stanza piena d’acqua e colma di detriti causati dal crollo del solaio. Un’operazione molto pericolosa, e una corsa contro il tempo per recuperare i dispersi. L’afflusso di acqua non si è mai fermato, allagando anche i piani -10, -9 e salendo fino a un metro di altezza al piano -8. Alle 15 di mercoledì 10 aprile il portavoce nazionale dei vigili del fuoco ha fatto il punto della situazione spiegando il motivo per cui le ricerche sono state sospese: «In questo momento stiamo cercando di capire da dove proviene l’afflusso ininterrotto di acqua. L’ipotesi è che possa arrivare dalla condutture che abbiamo a monte della centrale. Se così fosse, una volta terminato il deflusso le condutture si svuoterebbero facendo quindi terminare l’afflusso di acqua. Parliamo di una quanità d’acqua enorme, che può compromettere la vita delle persone che lavorano all’interno delle stanze nella ricerca dei dispersi. Stiamo ricalibrando il nostro intervento – spiega Cari –, per riprendere le operazioni di ricerca. Nella notte il piano -8 si è allagato e ora c’è un metro d’acqua, questo impedisce le operazioni di ricerca classiche. Stiamo combattendo contro una situazione complessa dal punto di vista operativo, non abbiamo tempi certi, prima di ripartire con le ricerche dobbiamo capire cosa sta provocando l’innalzamento dell’acqua. Siamo sempre all’interno della struttura, i sommozzatori stanno mettendo in sicurezza l’ambiente per poter riprendere con le ricerche, ma al momento non si stanno immergendo».

Zero visibilità

Il portavoce dei vigili del fuoco spiega inoltre che «ai piani sotterranei non c’è visibilità, procediamo a tentoni. Non è una condizione operativa sicura. Dobbiamo chiarire la provenienza della fonte di pericolo, dopodiché potremo riprendere le ricerche. Siamo concentrati sulle ricerche ai piani -8 e -9».

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Esplosione a Suviana, sospese le ricerche: l’acqua sta invadendo la centrale. «Troppi rischi per i soccorritori»

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10.04.2024

CAMUGNANO (BOLOGNA). L’annuncio è arrivato a distanza di 24 ore esatte dal momento della tragedia. «Le ricerche all’interno della centrale sono sospese», lo ha fatto sapere Luca Cari, portavoce nazionale dei vigili del fuoco nel pomeriggio di mercoledì 10 aprile. A un giorno esatto dalla tragedia che ha provocato morti e feriti nella centrale idroelettrica di Bargi, al confine tra la Toscana e l’Emilia Romagna, i sommozzatori si sono fermati nella ricerca dei dispersi, a 40-50 metri sotto terra. Lo scenario è ritenuto troppo pericoloso. Ma perché? Cosa sta succedendo ai piani -8, -9 e -10 dell’impianto? Facciamo chiarezza partendo dalla spiegazione fornita proprio dal numero uno dei vigili del fuoco impegnati sul posto.

Cosa è successo

Per capire il motivo della sospensione delle ricerche dei dispersi è necessario fare un passo indietro. E tornare al momento della tragedia. Per capire cosa è accaduto esattamente dentro alla centra idroelettrica più importante dell’Emilia Romagna, alimentata anche dalle acque del non lontano bacino del Brasimone........

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