FIRENZE. Puntare sulla sicurezza dei lavoratori attraverso la valorizzazione delle buone pratiche ideate nelle aziende: questo il principio che sta alla base del premio “Impresa più sicura” promosso dalla Regione. Sette le realtà toscane selezionate in occasione della prima edizione del bando “Buone pratiche per garantire ambienti di lavoro più sani e più sicuri”: Laika Caravans e Cft di Firenze, Gruppo Piaggio di Pontedera, Pentair e Vitesco-Dumarey di Pisa e Soffass di Lucca, oltre alla cooperativa sociale Esperia di Rio, nell’isola d’Elba.

«La sicurezza passa dall’attività ispettiva, che è una componente importante – spiega l’assessore regionale alla sanità, Simone Bezzini – In Toscana, a fronte di una normativa nazionale che ogni anno chiede controlli sul 5 per cento delle aziende, siamo all’8 per cento. Ma non è l’unico elemento per promuoverla: la Regione ha deciso pensare a un’iniziativa che ne valorizzasse l’aspetto positivo, premiando le aziende per la qualità del loro impegno verso i lavoratori. Un’iniziativa che oltre a dare un riconoscimento alle singole aziende, vuole creare un effetto di diffusione delle buone pratiche».

L’obiettivo del premio, come spiega anche la responsabile del progetto Giovanna Bianco, dirigente del settore prevenzione e sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro, è quello di esportare queste pratiche anche in altre realtà. «Argomenti come la sicurezza sul lavoro attirano l’attenzione solo quando si arriva a esperienze drammatiche come morti e gravi incidenti – evidenzia il presidente Eugenio Giani – Mi sono trovato più di una volta davanti al dolore delle famiglie».

Parole che riportano alla mente tragedie come quella di Luana D’Orazio, morta a 22 anni per un incidente in fabbrica nel maggio 2021, soprattutto ora che la famiglia della giovane ha lanciato la proposta di introdurre il reato di omicidio sul lavoro. «Io sono assolutamente d’accordo – commenta Giani – Può essere anche scioccante, introduce elementi di responsabilità oggettiva e in un sistema penale gli elementi di responsabilità sono sempre pericolosi. Però dobbiamo dare una scrollata, per stimolare situazioni virtuose».

Ed ecco quindi che iniziative come il premio assegnato alle sette aziende assumono un significato particolarmente importante per diffondere una diversa cultura. «Bisogna prevenire per fare in modo che chi lavora lo faccia in sicurezza – afferma il governatore – Non si tratta solo di aspetti formali. Con questi sette premi vogliamo portare avanti un’azione di prevenzione che parta dalla conoscenza di chi vive i luoghi di lavoro».

Temi approfonditi anche durante la tavola rotonda su “Metodi innovativi per una maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro” a cui hanno preso parte Fabrizio Vitale per Confindustria Toscana, Mirko Lami per la Cgil e, per le tre Asl toscane, Paola Scatolini, Roberta Consigli e Renzo Berti. Un confronto che ha messo al centro la necessità di ripartire dalla cultura della sicurezza, da insegnare fin dai banchi di scuola e di mettere in campo progetti su questo tema pensati in maniera specifica anche per le piccole imprese.

Cft (Firenze: un’asta adattabile che riduce gli infortuni

Un sistema semplice ma efficace quello messo in campo dalla Cft per evitare incidenti sul lavoro. L’impresa di facchinaggio nata nel 1974 nel mercato ortofrutticolo di Novoli a Firenze oggi conta 150 dipendenti. Per aiutarli nella loro attività quotidiana ha creato “picker”, una particolare asta adattabile e dai costi contenuti, che può essere usata in più settori e permette di raggiungere i colli da muovere con facilità, riducendo così il rischio di contusioni e schiacciamenti. L’obiettivo, infatti, è quello di fare in modo che i lavoratori possano lavorare in un ambiente il più sicuro possibile.

Vitesco-Dumarey (Pisa): responsabili “a spasso” nei locali produttivi

Si rifà al sistema nipponico del “Gemba walk la strategia messa in campo dalla Vitesco di Pisa, che dall’inizio dell’anno fa parte del gruppo belga Dumarey. L’azienda di componentistica metalmeccanica ha introdotto il sistema negli stabilimenti di Fauglia e San Piero a Grado. Qui i responsabili per la sicurezza, preposti ed energy manager “camminano” all’interno dell’azienda per verificare l’applicazione di procedure sicure e fare formazione, monitorando sicurezza e salute sul lavoro, prevenzione degli incendi, protezione ambientale e risparmio energetico.

Esperia (Elba): riconoscere i pericoli con un gioco a squadre

È una cooperativa che si occupa di servizi per l’edilizia l’Esperia di Rio nell’Elba: opera quindi in un settore dove le fonti di rischio non mancano. Da qui l’idea di lanciare l’“Esperia champion safety league”, un gioco sulla sicurezza. I dipendenti, divisi in squadre, possono dimostrare la loro abilità nella risoluzione dei problemi sul cantiere, la loro conoscenza delle buone pratiche o la capacità di catalogare il rischio o riconoscere le sostanze pericolose, prove che hanno l’obiettivo di farli lavorare insieme, condividendo le conoscenze.

Gruppo Piaggio (Pontedera): Visite periodiche con medici specialisti

L’attento monitoraggio sanitario sulle malattie professionali è la carta su cui ha deciso di puntare la Piaggio di Pontedera. L’azienda si è concentrata in particolar modo sulla gestione del rischio da sovraccarico degli arti superiori, quindi l’attenzione è rivolta specialmente a spalle, gomiti e polsi. L’idea è quella di prevenire i rischi attraverso visite mediche periodiche e mirate con l’espressione di un giudizio di idoneità alla mansione in rapporto al rischio di sovraccarico, l’uso di pedane per il corretto posizionamento degli arti e la redistribuzione delle pause per un recupero regolare. Nella sede di Pontedera, inoltre, è presente un centro medico aziendale con vari specialisti: ortopedico, oculista, cardiologo, otorinolaringoiatra, dermatologo e pneumologo.

Pentair (Pisa): i dipendenti si fermano quando non sono sicuri

“Stop, call, wait”. Tradotto: fermati, chiama, aspetta: è questo il principio a cui si attiene la Pentair. L’azienda, che si occupa del trattamento delle acque nella sua sede di Lugnano di Vicopisano in provincia di Pisa, ha 400 dipendenti a cui si aggiungono quelli delle altre sedi sparse in Italia. Qui sono gli stessi lavoratori, i preposti alla sicurezza e i dirigenti a fare la differenza, diventando tutti parte attiva del processo. I dipendenti, infatti, hanno la possibilità di fermarsi ogni qual volta abbiano la sensazione di non essere al sicuro, che qualcosa non vada o abbiano dubbi su una procedura, soluzione particolarmente importante soprattutto per nuovi lavoratori e interinali. Le potenziali situazioni critiche segnalate vengono poi analizzate nel corso di riunioni che si svolgono tutte le mattine.

Laika Caravans (Firenze): sopralluoghi mirati in tutti i reparti

È dal 1964 che alla Laika si costruiscono caravan. L’azienda, che dal 2016 ha sede a San Casciano in provincia di Firenze, è cresciuta nel tempo, soprattutto dopo il periodo clou della pandemia, aumentando anche il numero di dipendenti. Per prevenire potenziali cause di infortuni e sensibilizzare i lavoratori ha messo in campo due progetti: “Safety walk” e “Toolbox talk”. Il primo consiste in una serie di sopralluoghi effettuati dal servizio di protezione e prevenzione nei vari reparti, supportati dalla compilazione di una check-list. Con cadenza periodica sono poi fissati incontri per la verifica delle azioni intraprese e la condivisione delle soluzioni. Il secondo progetto riguarda invece una serie di brevi presentazioni ai lavoratori su aspetti specifici legati alla salute e alla sicurezza.

Soffass (Lucca): creato l’osservatorio comportamenti sicuri

La Soffass, azienda che fa parte del gruppo Sofidel e produce i rotoloni Regina, è presente in 12 Paesi con 36 stabilimenti. Nella sede di Porcari, in provincia di Lucca, la sicurezza sul lavoro vive di partecipazione, attraverso un progetto pilota attivo da due anni che ha portato alla realizzazione dell’“Osservatorio comportamenti sicuri”. Il metodo prevede l’osservazione reciproca dei comportamenti tra lavoratori, attraverso l’uso di schede di osservazione anonime, la misurazione dei comportamenti sicuri, mediante la raccolta di dati e l’osservazione delle tendenze e l’aumento dei comportamenti sicuri attraverso rinforzi positivi. L’analisi dei dati permette di individuare soluzioni condivise, migliorare le procedure e potenziare condizioni, conoscenze, abilità e motivazione.

QOSHE - Sicurezza e imprese, sette esempi di innovazione e buone pratiche - Valentina Tisi
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Sicurezza e imprese, sette esempi di innovazione e buone pratiche

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11.01.2024

FIRENZE. Puntare sulla sicurezza dei lavoratori attraverso la valorizzazione delle buone pratiche ideate nelle aziende: questo il principio che sta alla base del premio “Impresa più sicura” promosso dalla Regione. Sette le realtà toscane selezionate in occasione della prima edizione del bando “Buone pratiche per garantire ambienti di lavoro più sani e più sicuri”: Laika Caravans e Cft di Firenze, Gruppo Piaggio di Pontedera, Pentair e Vitesco-Dumarey di Pisa e Soffass di Lucca, oltre alla cooperativa sociale Esperia di Rio, nell’isola d’Elba.

«La sicurezza passa dall’attività ispettiva, che è una componente importante – spiega l’assessore regionale alla sanità, Simone Bezzini – In Toscana, a fronte di una normativa nazionale che ogni anno chiede controlli sul 5 per cento delle aziende, siamo all’8 per cento. Ma non è l’unico elemento per promuoverla: la Regione ha deciso pensare a un’iniziativa che ne valorizzasse l’aspetto positivo, premiando le aziende per la qualità del loro impegno verso i lavoratori. Un’iniziativa che oltre a dare un riconoscimento alle singole aziende, vuole creare un effetto di diffusione delle buone pratiche».

L’obiettivo del premio, come spiega anche la responsabile del progetto Giovanna Bianco, dirigente del settore prevenzione e sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro, è quello di esportare queste pratiche anche in altre realtà. «Argomenti come la sicurezza sul lavoro attirano l’attenzione solo quando si arriva a esperienze drammatiche come morti e gravi incidenti – evidenzia il presidente Eugenio Giani – Mi sono trovato più di una volta davanti al dolore delle famiglie».

Parole che riportano alla mente tragedie come quella di Luana D’Orazio, morta a 22 anni per un incidente in fabbrica nel maggio 2021, soprattutto ora che la famiglia della giovane ha lanciato la proposta di introdurre il reato di omicidio sul lavoro. «Io sono assolutamente d’accordo – commenta Giani – Può essere anche scioccante, introduce elementi di responsabilità oggettiva e in un sistema penale gli elementi di responsabilità sono sempre pericolosi. Però dobbiamo dare una scrollata,........

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