Per l’esercito israeliano il nome di Khan Yunis suona come una minaccia. I militari occuparono il campo profughi situato nell’omonima città, nel sud della Striscia di Gaza, nel 1956 e nel 1967, e si ritirarono nel 2005.

Il 23 gennaio lo stato maggiore israeliano ha annunciato di aver circondato la città, in cui prima del 7 ottobre vivevano duecentomila persone e che oggi, dopo che centinaia di migliaia di palestinesi sono stati costretti a spostarsi a sud, ne conta sicuramente molti di più. Il 23 gennaio migliaia di civili hanno provato a fuggire da Khan Yunis nel timore di sanguinosi combattimenti imminenti.

In questo labirinto di vicoli si nasconde anche una parte dell’infrastruttura di Hamas, di cui Khan Yunis è un feudo. Israele spera di catturare o uccidere i principali leader del movimento islamista sfuggiti a cento giorni di caccia all’uomo, tra cui Yahya Sinwar, originario di Khan Yunis.

L’accerchiamento di Khan Yunis segna l’inizio della battaglia più dura dall’inizio della guerra. Nelle loro dichiarazioni ufficiali, gli israeliani assicurano che andranno fino in fondo nell’operazione, nonostante il costo sempre più elevato in termini di vittime. L’assedio smentisce dunque l’idea che stesse per cominciare una fase con azioni più mirate, annunciata evidentemente solo per allentare la pressione esercitata dagli Stati Uniti.

La notizia dell’offensiva arriva all’indomani della giornata più dura per l’esercito israeliano: 21 riservisti sono stati uccisi mentre si preparavano, armati di esplosivi, a distruggere degli edifici a seicento metri dalla frontiera israeliana, e tre ufficiali dei paracadutisti sono stati uccisi a Khan Yunis. Dall’inizio della guerra sono morti 219 soldati israeliani.

L’operazione militare va avanti anche se è già costata la vita a più di 25mila abitanti palestinesi. Sono cifre diffuse dal ministero della salute controllato da Hamas, che però è generalmente ritenuto affidabile dalle organizzazioni umanitarie. Ogni giorno tra 100 e 150 morti si aggiungono a un bilancio costituito soprattutto da vittime civili, tra cui migliaia di bambini.

Rispondendo agli appelli per un cessate il fuoco, il 23 gennaio il governo israeliano ha dichiarato che non intende fermarsi prima di aver neutralizzato le capacità offensive di Hamas.

Intanto, malgrado l’intensità dei combattimenti, proseguono le trattative sugli ostaggi. Il negoziato passa per i soliti canali, il Qatar e l’Egitto, ma dopo i dieci giorni di tregua a novembre, che avevano permesso lo scambio tra prigionieri palestinesi e ostaggi israeliani, non ci sono stati passi avanti, fatta eccezione per la consegna di medicinali agli ostaggi.

Secondo le informazioni che circolano in queste ore, diverse proposte sono in fase di discussione. Israele avrebbe offerto due mesi di tregua in cambio della liberazione di tutti gli ostaggi, mentre Hamas avrebbe chiesto la liberazione di tutti i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane e il ritiro dell’esercito israeliano da Gaza. Le due posizioni sono evidentemente lontanissime.

Mentre la guerra va avanti sempre con la stessa intensità, i più ottimisti sperano che la battaglia di Khan Yunis possa essere l’ultima prima che si presentino le condizioni per un cessate il fuoco.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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Israele intensifica gli attacchi e accerchia Khan Yunis

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24.01.2024

Per l’esercito israeliano il nome di Khan Yunis suona come una minaccia. I militari occuparono il campo profughi situato nell’omonima città, nel sud della Striscia di Gaza, nel 1956 e nel 1967, e si ritirarono nel 2005.

Il 23 gennaio lo stato maggiore israeliano ha annunciato di aver circondato la città, in cui prima del 7 ottobre vivevano duecentomila persone e che oggi, dopo che centinaia di migliaia di palestinesi sono stati costretti a spostarsi a sud, ne conta sicuramente molti di più. Il 23 gennaio migliaia di civili hanno provato a fuggire da Khan Yunis nel timore di sanguinosi combattimenti imminenti.

In questo labirinto di vicoli si nasconde anche una parte dell’infrastruttura di Hamas, di cui Khan Yunis è un feudo. Israele spera di catturare o uccidere i principali leader del movimento islamista sfuggiti a cento........

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