La settimana scorsa l’Europa è riuscita ad approvare un piano di aiuti finanziari per l’Ucraina nonostante l’ostruzionismo del primo ministro ungherese Viktor Orbán. Oggi tocca agli Stati Uniti votare su un pacchetto da 118 miliardi di dollari destinato a Kiev, a Israele e alla lotta contro l’immigrazione. Le prospettive, però, non sono buone.

Per Joe Biden è un importante test di credibilità politica, che il suo probabile rivale alle presidenziali di novembre, Donald Trump, intende sabotare in ogni modo. E tanto peggio per gli ucraini, a cui quest’anno potrebbero mancare gli aiuti finanziari degli statunitensi.

Il colmo è che i repubblicani bloccheranno una legge che è stata in parte scritta dai loro colleghi di partito in un clima di compromesso. Trump è intervenuto personalmente per mobilitare i senatori che gli sono fedeli contro il finanziamento per l’Ucraina, anche se questo significa bocciare anche i fondi per la lotta contro l’immigrazione irregolare. Ma si sa, il presunto sfidante repubblicano non ha paura delle contraddizioni quando in ballo ci sono i suoi interessi personali.

Si tratta chiaramente di un pessimo segnale inviato all’Ucraina, proprio quando l’esercito di Kiev deve affrontare una mancanza di munizioni, mentre la Russia sembra averne in abbondanza.

Domenica 4 febbraio Biden ha lanciato un ultimo appello ai senatori repubblicani affinché superino la logica dello scontro, ricordando l’interesse di mantenere il sostegno all’Ucraina. Ma le possibilità che sia ascoltato sono poche: un numero sufficiente di repubblicani ha già annunciato che voterà contro.

Il presidente statunitense continuerà probabilmente ad aiutare l’Ucraina nel limite delle sue possibilità, attraverso procedure che non hanno bisogno dell’approvazione del parlamento. Allo stesso tempo, Biden sta spingendo alcuni paesi alleati degli Stati Uniti come Giappone e Corea del Sud a impegnarsi di più, invitando nel frattempo l’Europa a mantenere gli impegni presi, soprattutto nella produzione di granate.

Washington farà il possibile affinché l’Ucraina superi questo anno difficile, in attesa delle elezioni del 5 novembre, che si annunciano assolutamente decisive.

L’Ucraina sarà un tema di primo piano durante la campagna elettorale. Da ieri è cominciato il blame game, il gioco dello scaricabarile. Trump è abbastanza sicuro di sé per assumersi le responsabilità di questo blocco legislativo.

Come sottolinea l’esperta di Stati Uniti Maya Kandel su Mediapart, il sentimento isolazionista di cui Trump è paladino “è maggioritario a destra” e “cresce in tutti i settori dell’opinione pubblica”. “Nei suoi comizi Trump ribadisce la sua opposizione agli interventi militari e il suo scetticismo nei confronti delle alleanze tradizionali degli Stati Uniti”, a cominciare dalla Nato, mentre si mostra disposto a concludere accordi con leader autoritari come Vladimir Putin o Kim Jong-un.

Segno di questa tendenza, il giornalista di estrema destra Tucker Carlson, vecchia gloria di Fox News, è andato a Mosca per intervistare Putin e accusa i mezzi d’informazione tradizionali di “mentire” sull’Ucraina. Se il finanziamento per l’Ucraina sarà bocciato, Carlson potrà brindare con il presidente russo. Per Mosca, infatti, sarebbe la migliore notizia degli ultimi tempi.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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Joe Biden rischia una sconfitta sugli aiuti all’Ucraina

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07.02.2024

La settimana scorsa l’Europa è riuscita ad approvare un piano di aiuti finanziari per l’Ucraina nonostante l’ostruzionismo del primo ministro ungherese Viktor Orbán. Oggi tocca agli Stati Uniti votare su un pacchetto da 118 miliardi di dollari destinato a Kiev, a Israele e alla lotta contro l’immigrazione. Le prospettive, però, non sono buone.

Per Joe Biden è un importante test di credibilità politica, che il suo probabile rivale alle presidenziali di novembre, Donald Trump, intende sabotare in ogni modo. E tanto peggio per gli ucraini, a cui quest’anno potrebbero mancare gli aiuti finanziari degli statunitensi.

Il colmo è che i repubblicani bloccheranno una legge che è stata in parte scritta dai loro colleghi di partito in un clima di compromesso. Trump è intervenuto personalmente per mobilitare i senatori che gli sono........

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