SANITÀ. Il bilancio del progetto attivato da Ats nelle zone con utenti rimasti senza dottore. Giupponi: uno strumento transitorio per dare risposte.

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Poco meno di 15mila visite svolte per i pazienti rimasti senza medico nella Bergamasca. È questo l’impatto, nel 2023, del progetto Ambulatori diffusi nelle Case di comunità messo in campo da Ats Bergamo in risposta alla nota carenza organica di medici sul territorio.

Negli Ambiti (gruppi di Comuni) con pochi medici, Ats ha promosso un progetto basato sulla disponibilità di altri dottori. Gli utenti prenotavano appuntamenti nelle farmacie locali, tramite la App dedicata o nei Punti unici di accesso (Pua) delle Case di comunità per avere ricette e visite non differibili. Gli appuntamenti poi si sono svolti nelle Case di comunità.

Il bilancio del progetto l’anno scorso è stato di 3.738 ore di attività ambulatoriale, pari a 14.952 visite su 16.611 messe a disposizione (slot): alla Casa di comunità di Treviglio, 7 medici hanno svolto 6.859 visite, a Martinengo un medico ne ha effettuate 155, a Lovere sempre uno ben 345, mentre a Sant’Omobono Terme due medici ne hanno erogate 5.317, a Ponte San Pietro nove medici 1.565 e a Dalmine due medici ne hanno svolte 711.

«L’attività di Ats Bergamo – dichiara Massimo Giupponi, direttore generale di Ats Bergamo – è stata caratterizzata da un importante impegno nell’interlocuzione con i medici. L’iniziativa di Ambulatori diffusi si inserisce come strumento transitorio per affrontare una criticità oggettiva. Nel tempo, sono state estese le modalità di prenotazione dell’appuntamento: dalle farmacie del territorio, sempre ricettive e disponibili, alla App dedicata, ai Pua delle Case di comunità, dove oltretutto gli stessi medici possono trovare un luogo già disponibile e con tutti i supporti necessari per concentrarsi esclusivamente sull’attività clinica, aiutando il Sistema sociosanitario regionale a dare una risposta concreta alle esigenze dei suoi assistiti». Il progetto ha registrato una forte richiesta: la saturazione (percentuale delle ore erogate rispetto a quelle messe a disposizione dai professionisti) è del 90%.

«I numeri forniti da Ats – commenta Juri Imeri, presidente della Conferenza dei sindaci della Asst Bergamo ovest (area che ha 4 Case di comunità parte del progetto, Treviglio, Martinengo, Dalmine, Ponte San Pietro) – confermano quanto la Direzione della Asst Bergamo Ovest, insieme ai direttori di Distretto e ai medici, abbia saputo essere operativa e concreta dando una risposta ai cittadini e al territorio. E con la nuova Direzione generale e strategica si continuerà in questo percorso, continuando a migliorare i servizi territoriali. La situazione dei medici di Medicina generale, pur tra tante difficoltà, sembra stia migliorando; sottolineo anche l’importante ruolo delle farmacie, riferimento prezioso per i cittadini. Con il passaggio diretto delle competenze da Ats alle Asst l’impatto delle scelte e la capacità di intercettare le dinamiche territoriali potranno essere ancora più incisivi, ferma restando la necessità di un coordinamento provinciale».

«Effettivamente – aggiunge Giambattista Brioschi, presidente della Conferenza dei sindaci della Asst Papa Giovanni XXIII – con la carenza dei medici di questi anni, gli Ambulatori diffusi sono stati davvero un aiuto per i nostri territori, soprattutto per le valli, dove la carenza dei medici si è sentita maggiormente così come nella bassa. I medici che hanno aderito a questa proposta hanno fatto un egregio lavoro sopperendo a quei pazienti che sono rimasti orfani dei loro medici di base, soprattutto come si vede dai numeri le Case di comunità sono state di grosso aiuto. Quindi credo che sia una misura che anche le Asst dovranno valutare».

Gli Ambulatori diffusi nelle Case di comunità però non sono la soluzione alla carenza di medici di famiglia, e non devono esserla. «Il progetto Ambulatori diffusi – conclude Gabriele Cortesi, presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asst Bergamo est – è messo in campo da Ats per drenare l’emergenza di Mmg. Il fatto che ci siano stati anche parzialmente all’interno delle case di comunità è un dato positivo e da sottolineare e credo sia opportuno spingere e valorizzare la presenza dei medici di Medicina generale all’intero delle Case di comunità. I numeri messi in evidenzia dimostrano che quando si presenta la carenza di un medico sul territorio questo progetto può essere efficace per risolvere l’emergenza. Poi rimane comunque il tema della carenza di medici che speriamo nel medio termine venga risolta perché la situazione è complicata. Credo sia quindi una soluzione di emergenza efficace ma pur sempre di emergenza rimane».

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QOSHE - Carenza di medici, oltre 14mila le visite con Ambulatori diffusi - Andrea Taietti
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Carenza di medici, oltre 14mila le visite con Ambulatori diffusi

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14.01.2024

SANITÀ. Il bilancio del progetto attivato da Ats nelle zone con utenti rimasti senza dottore. Giupponi: uno strumento transitorio per dare risposte.

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Poco meno di 15mila visite svolte per i pazienti rimasti senza medico nella Bergamasca. È questo l’impatto, nel 2023, del progetto Ambulatori diffusi nelle Case di comunità messo in campo da Ats Bergamo in risposta alla nota carenza organica di medici sul territorio.

Negli Ambiti (gruppi di Comuni) con pochi medici, Ats ha promosso un progetto basato sulla disponibilità di altri dottori. Gli utenti prenotavano appuntamenti nelle farmacie locali, tramite la App dedicata o nei Punti unici di accesso (Pua) delle Case di comunità per avere ricette e visite non differibili. Gli appuntamenti poi si sono svolti nelle Case di comunità.

Il bilancio del progetto l’anno scorso è stato di 3.738 ore di attività ambulatoriale, pari a 14.952 visite su 16.611 messe a disposizione (slot): alla Casa di comunità di Treviglio, 7 medici hanno svolto 6.859 visite, a Martinengo un medico ne ha effettuate 155, a Lovere sempre uno ben 345, mentre a Sant’Omobono Terme due........

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