Una mobilitazione che tocca prima la Germania, poi la Francia e adesso l’Italia. Sono gli agricoltori ad alzare la voce, decisamente contrari al Green deal europeo. Nel mirino le politiche dell’Unione europea, che – secondo i diretti interessati – rischiano di danneggiare il lavoro. Prezzi imposti, burocrazia opprimente. Tanta carne al fuoco, mentre Commissione europea fa sapere di una nuova proroga della deroga alla regola della Politica agricola comune (Pac), che in pratica prevede che per poter accedere agli aiuti comunitari gli agricoltori debbano lasciare delle quote di terreni a riposo. Questo quanto riferito dal vicepresidente dell’Esecutivo comunitario, Margaritis Schinas. Nella fattispecie, quella legata al maggese rappresenta una delle misure per rendere sostenibile il settore agroalimentare, contro le quali – va detto – stanno protestando gli agricoltori. La proposta del Governo comunitario è quella di permettere agli agricoltori dell’Ue di avvalersi di deroghe per il 2024 alle norme della politica agricola comune che li obbligano a mantenere determinate aree non produttive. Come riportato dall’Ansa, “per ricevere il sostegno della Pac, gli agricoltori devono rispettare una serie rafforzata di nove standard benefici per l’ambiente e il clima. Questo principio di condizionalità si applica a quasi il 90 per cento della superficie agricola utilizzata nell’Ue e svolge un ruolo importante nell'integrazione delle pratiche agricole sostenibili. Lo standard sulle buone condizioni agricole e ambientali prevede di dedicare una quota minima di terreno coltivabile ad aree o caratteristiche non produttive, tipicamente terreni incolti ma anche ad elementi quali siepi o alberi. Le aziende agricole con meno di dieci ettari di terreno coltivabile sono generalmente esentate da tale obbligo”.

Federico Caner, assessore all’Agricoltura del Veneto e coordinatore della commissione delle Politiche agricole per quanto concerne la Conferenza delle Regioni, all’inaugurazione di Fieragricola Verona, nota: “Questa protesta degli agricoltori noi la condividiamo, speriamo e vogliamo che sia una protesta civile, che si mantenga in un ambito civile, però i concetti che loro esprimono noi li appoggiamo totalmente”. “Tutte le regioni d’Italia – insiste – più volte hanno chiesto interventi in sede di Commissione europea tramite il nostro ministro dell’Agricoltura, proprio sulla revisione della Politica agricola comune 2021/2027, che a nostro giudizio non è conforme a quelli che sono i temi che oggi andiamo a trattare. Una politica che mette in grossa difficoltà i nostri agricoltori, che purtroppo vedono dei costi di produzione aumentati, e non hanno un ritorno nella vendita del prodotto. In più, ci sono una serie di norme anche di carattere ambientale, che per carità sono importanti, però è anche vero che sono delle norme capestro che, senza dare i giusti strumenti agli agricoltori rischiano di far chiudere le nostre aziende”.

Sul tema interviene il vicepremier Matteo Salvini, “aderire ai fondi Pac solo lasciando incolta una parte della propria area della superficie agricola è qualcosa che con i problemi economici che ci sono nel 2024 è difficilmente sostenibile e spiegabile. I trattori che sono in piazza in tutta Europa hanno problemi con l’attuale Commissione europea. La Commissione von der Leyen da questo punto di vista è disastrosa, sul fronte del lavoro e dei diritti”. Per il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, “dobbiamo proteggere il made in Italy perché siamo una nazione piccola. Se non difendiamo questo livello di qualità, il giusto prezzo, il giusto reddito dei nostri agricoltori, noi come nazione perdiamo il senso di esistere”. Secondo l’esponente del Governo di Giorgia Meloni, “il made in Italy è un sistema ampio che ci siamo conquistati con la nostra storia, con la nostra cultura, con millenni di contaminazioni anche di altre culture, che abbiamo saputo mettere insieme e offrire al resto del mondo. Il nostro Ministero cerca di rimettere al centro la nostra agricoltura, la nostra pesca, il nostro allevamento che sono qualità e rispetto dell’ambiente. Gli agricoltori sono i primi ambientalisti del territorio. Sono quelli – proseguono – che proteggono quello che hanno di più prezioso, la terra che gli ha dato il pane, e deve tornare a darglielo, arricchendo loro e le loro famiglie, e in questo anche la nostra nazione, difendendo il nostro valore di riferimento che è la qualità”.

Una questione, insomma, che è sotto la lente di ingrandimento. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – dopo le proroghe sulle misure agricole proposte oggi dall’Esecutivo comunitario – spiega: “Gli agricoltori sono la spina dorsale della sicurezza alimentare dell’Ue e il cuore delle nostre zone rurali. La misura odierna offre ulteriore flessibilità agli agricoltori in un momento in cui devono affrontare molteplici sfide. Continueremo a dialogare con i nostri agricoltori, per garantire che la Pac raggiunga il giusto equilibrio tra la risposta alle loro esigenze e la continua fornitura di beni pubblici ai nostri cittadini”.

Venendo alla stretta cronaca, nuova protesta all’altezza della rotatoria all’altezza dello svincolo A1 di Orte. Un presidio, questo, che vede il coinvolgimento di una trentina di trattori. Rallentamenti per il traffico sul raccordo Terni-Orte e in uscita dal casello. Non si registra alcun blocco alla circolazione. C’è invece un presidio permanente – con oltre cinquanta trattori – su Largo Machiavelli, a Carovigno, in provincia di Brindisi. La delegazione afferma: “Ci stanno togliendo la dignità. Ma questa volta non ci fermeremo”. Indice puntato contro le politiche comunitarie che, secondo chi protesta, “porteranno alla chiusura di molte aziende. E tanti saranno i posti di lavoro a rischio”. Il sindaco, Massimo Lanzilotti, commenta: “Un comitato spontaneo che decide in maniera pacifica di presidiare questa piazza per manifestare tutta la propria insofferenza verso delle politiche europee, e del Governo nazionale, va sostenuto con forza da parte della politica soprattutto quella locale. Ci troviamo di fronte a delle richieste che provengono dal basso ma che sono purtroppo poco ascoltate”.

A stretto giro è in previsione un tavolo tecnico per affrontare i temi dell’emergenza del comparto agricolo, nella sala conferenze dell’ufficio Sviluppo economico, nella zona industriale di Ragusa. Il primo cittadino del Comune siciliano, Giuseppe Cassì, accoglie la richiesta degli agricoltori. Trattori e i camion al Foro Boario, mentre c’è l’ok a spostare il presidio su viale delle Americhe.

Diffuso un volantino ad Aosta, durante la Fiera di Sant’Orso. Il contenuto non lascia spazio a interpretazioni: “Cara Europa, giù le mani dalla nostra terra. La nostra terra è la nostra vita. Difendiamo l’eccellenza italiana dagli interessi delle multinazionali e da una politica incapace di reagire. Cosa preferite mangiare? Farina di grilli o farina di grano? Difendiamoci – viene evidenziato – dalla depredazione dei nostri terreni e dai nostri settori produttivi perché le direttive dell’Unione europea prevedono l’espropriazione di terreni agricoli per l’installazione di pannelli solari a favore di multinazionali, minacciando la sostenibilità e l’autonomia alimentare italiana. Tale pratica comprometterà la ricchezza del suolo e la diversità agricola. L’ultimo frutto sul mercato deve essere italiano. Proteggiamo il nostro made in Italy”. Con la chiosa: “Sovranità popolare, sovranità monetaria, fuori dall’Unione europea”. Oltre 200 i trattori a Novara. Mezzi agricoli in strada anche ad Alessandria. Trattori in centro a Cuneo. La protesta non si ferma.

Aggiornato il 31 gennaio 2024 alle ore 03:52:18

QOSHE - La protesta degli agricoltori - Mimmo Fornari
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La protesta degli agricoltori

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31.01.2024

Una mobilitazione che tocca prima la Germania, poi la Francia e adesso l’Italia. Sono gli agricoltori ad alzare la voce, decisamente contrari al Green deal europeo. Nel mirino le politiche dell’Unione europea, che – secondo i diretti interessati – rischiano di danneggiare il lavoro. Prezzi imposti, burocrazia opprimente. Tanta carne al fuoco, mentre Commissione europea fa sapere di una nuova proroga della deroga alla regola della Politica agricola comune (Pac), che in pratica prevede che per poter accedere agli aiuti comunitari gli agricoltori debbano lasciare delle quote di terreni a riposo. Questo quanto riferito dal vicepresidente dell’Esecutivo comunitario, Margaritis Schinas. Nella fattispecie, quella legata al maggese rappresenta una delle misure per rendere sostenibile il settore agroalimentare, contro le quali – va detto – stanno protestando gli agricoltori. La proposta del Governo comunitario è quella di permettere agli agricoltori dell’Ue di avvalersi di deroghe per il 2024 alle norme della politica agricola comune che li obbligano a mantenere determinate aree non produttive. Come riportato dall’Ansa, “per ricevere il sostegno della Pac, gli agricoltori devono rispettare una serie rafforzata di nove standard benefici per l’ambiente e il clima. Questo principio di condizionalità si applica a quasi il 90 per cento della superficie agricola utilizzata nell’Ue e svolge un ruolo importante nell'integrazione delle pratiche agricole sostenibili. Lo standard sulle buone condizioni agricole e ambientali prevede di dedicare una quota minima di terreno coltivabile ad aree o caratteristiche non produttive, tipicamente terreni incolti ma anche ad elementi quali siepi o alberi. Le aziende agricole con meno di dieci ettari di terreno coltivabile sono generalmente esentate da tale obbligo”.

Federico Caner, assessore all’Agricoltura del Veneto e coordinatore della commissione delle........

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