La scorsa settimana, in virtù della dipartita di Henry Kissinger, la sua biografia è stata ampliamente divulgata sulla stampa. D’altronde, è mancato un uomo di 100 anni, che ha avuto una grande importanza negli snodi storici del secondo vigesimo secolo. Quindi, i suoi “coccodrilli” erano pronti da tempo. Qui non saranno ripetuti. Però si consenta un giudizio non a futura memoria, per augurarci – anche se non se ne vedono le premesse – che si abbia il coraggio di tornare a prima di lui. A quando, cioè, la politica estera della grande Federazione nordamericana seguiva direttive ben precise. Nata come Stato libero garante dei diritti di libertà, sosteneva sempre quei principi e correva in soccorso di chi li propugnava, restandone fedele al suo fianco, sempre.

Corse in difesa della Repubblica di Cina invasa dall’impero nipponico. La tutelò anche contro i comunisti che andavano occupando il Continente, tanto che dovette rifugiarsi nell’isola di Taiwan. La volle membro delle Nazioni Unite e del suo Consiglio di sicurezza. Poi, quando Henry Kissinger divenne segretario di Stato di Richard Nixon, 37esimo presidente degli Stati Uniti d’America, ci fu il voltafaccia. Kissinger volò dal capo dei comunisti cinesi, Mao Zedong, fece cacciare la Repubblica di Cina dalle Nazioni Unite, per farla sostituire dalla rappresentanza comunista. Nel Sud-est asiatico i comunisti avevano tentato di invadere anche la Corea, ma gli Usa erano corsi in soccorso della Repubblica di Corea, ancora libera grazie a loro. Stessa cosa accadde in Vietnam, dopo la liberazione dall’impero coloniale francese. I comunisti cercarono di prenderselo da Nord, ma la Repubblica del Vietnam resisteva a Sud, grazie all’intervento nordamericano. La cosa, ovviamente, non piaceva ai compagni cinesi. Allora Kissinger concluse un cosiddetto “trattato di pace”, per il quale ricevette anche il premio Nobel. Gli statunitensi abbandonarono i vietnamiti, i quali, per salvarsi, tentarono di fuggire in tutti i modi, persino aggrappandosi alle carlinghe degli aerei in fuga. Alla fine, presero il mare su mille imbarcazioni di fortuna: il “popolo dei battelli”.

L’impero persiano dello scià Mohammad Reza Pahlavi rappresentava una monarchia costituzionale. In uno slancio di ammodernamento economico e sociale, l’imperatore pensò a una riforma agraria, che restituisse al mercato, quindi alla produzione, la manomorta passiva del clero sciita. Non l’avesse mai fatto: fu questo a scatenare la “rivoluzione islamica”. Lo scià venne abbandonato dagli Stati Uniti d’America. Le donne iraniane, che erano – e vestivano – libere, adesso sono arrestate, frustate e uccise non solo se non portano il velo, ma anche se lo indossano male. Insomma, dopo Henry Kissinger gli Stati Uniti d’America qualche volta intervengono per “esportare la democrazia”, ma poi la tradiscono e l’abbandonano. Le donne afghane hanno respirato la libertà, hanno potuto studiare fino all’Università: ora ringraziano l’ennesima fuga nordamericana dalle proprie responsabilità, ricoperte dal chador e costrette a imparare, leggere e scrivere in clandestinità. Se scoperte, sono nerbate.

Prima di Henry Kissinger gli Usa intervenivano in soccorso della libertà. Poi, per proteggerla, istituivano un’organizzazione come l’Alleanza atlantica. Favorivano la cooperazione tra Stati liberi come con il Consiglio d’Europa, l’integrazione economica e sociale, come con le Comunità europee, e se possibile politica, come con la tentata Comunità europea di difesa. Tutte cose invise a Henry Kissinger. Per lui, gli Stati Uniti erano una talassocrazia interessata a controllare i mari per i commerci. Invece, gli imperi di terra tendono a espandersi sui continenti. Tra i due, quindi, è facile l’accordo: i comunisti cinesi si prendano pure la terraferma, a noi lascino il controllo dell’impero del Sol Levante; i bolscevichi dell’Unione sovietica si espandano pure sul Continente europeo, tanto noi avremmo sempre quel che resta dell’impero britannico, del quale siamo i figli ribelli. Consiglio d’Europa, Unione europea: cosa sono questi ostacoli. Poi, però, è l’Unione sovietica a essere crollata. Adesso, siamo tutti a sostegno dell’Ucraina: l’America non tradirà? Gli Usa, per ritornare credibili, devono veramente seppellire Henry Kissinger. Che la terra sia lieve.

Aggiornato il 04 dicembre 2023 alle ore 11:08:17

QOSHE - Henry Kissinger: l’altra versione - Riccardo Scarpa
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Henry Kissinger: l’altra versione

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04.12.2023

La scorsa settimana, in virtù della dipartita di Henry Kissinger, la sua biografia è stata ampliamente divulgata sulla stampa. D’altronde, è mancato un uomo di 100 anni, che ha avuto una grande importanza negli snodi storici del secondo vigesimo secolo. Quindi, i suoi “coccodrilli” erano pronti da tempo. Qui non saranno ripetuti. Però si consenta un giudizio non a futura memoria, per augurarci – anche se non se ne vedono le premesse – che si abbia il coraggio di tornare a prima di lui. A quando, cioè, la politica estera della grande Federazione nordamericana seguiva direttive ben precise. Nata come Stato libero garante dei diritti di libertà, sosteneva sempre quei principi e correva in soccorso di chi li propugnava, restandone fedele al suo fianco, sempre.

Corse in difesa della Repubblica di Cina invasa dall’impero nipponico. La tutelò anche contro i comunisti che andavano occupando il Continente, tanto che dovette rifugiarsi nell’isola di Taiwan. La volle membro delle Nazioni Unite e del suo Consiglio di sicurezza. Poi, quando Henry........

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