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Reggio Emilia Grande entusiasmo, grande emozione e grande folla alle ex Reggiane per l’apertura della due giorni di inaugurazione del capannone 15C del Parco Innovazione, intitolato allo scomparso economista Giulio Santagata. Lunghissimo l’elenco dei persenti: dagli industriali ai vertici Credem e Iren, da gran parte della giunta ai consiglieri comunali, dai parlamentari e senatori Pd al portavoce del comitato Ascoltare Santa Croce Stefano Buffagni, ma anche semplici cittadini come un pensionato che ha ottenuto di poter entrare per assistere nonostante i posti prenotati.

L’edificio – terminato all’esterno, non all’interno dove ai grandi spazi, compresa l’aula magna, mancano gli arredi – è destinato ad ospitare la quarta sede reggiana dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, dopo viale Allegri, l’ex San Lazzaro in via Amendola e l’ex seminario di vialeTimavo.

La sede da tremila metri quadrati, che sarà popolata da duemila studenti, è dedicata interamente ai corsi sul digitale. Qui troveranno spazio il corso di laurea in “Digital education” e “Scienze e tecniche psicologiche” (nell’ala est del capannone, una superficie di 1.654 metri quadrati) e altri due corsi di laurea, uno del Dipartimento di Comunicazione ed economia in “Analisi e gestione dei dati per le imprese” e uno magistrale del Dismi (dipartimento di scienze e metodi dell’ingegneria) in “Digital automation engineering” (nell’ala ovest e nella cosiddetta Cattedrale, per una superficie di 1.700 metri quadrati). Dopo un primo intervento di bonifica dei suoli con le indicazioni di Arpae, si è poi proceduto al recupero delle murature perimetrali di facciata, mantenute con la creazione di “blocchi” in cemento armato, così come sono state conservate le travi in metallo. È stata ricavata una piazza interna coperta di 650 metri quadrati che fungerà da open space attrezzato per postazioni di lavoro e punti di ritrovo. Al di sotto è stato costruito il nuovo Incubatore Tematico da 700 metri quadrati di superficie. L’intervento è stato realizzato con un investimento di 15 milioni di euro, finanziati fra l’altro attraverso il Bando nazionale Periferie con 7,3 milioni di euro e il Bando regionale Prap, per l’incubatore tecnologico, con 468mila euro. Alla progettazione e direzione dei lavori hanno lavorato uno stuolo di architetti e ingegneri del raggruppamento costituito da CaireproCooperativa Architetti e Ingegneri; Studio T.En; Studio Associato di ingegneria di Stefano Teneggi e Diego Marastoni; Studio Silva; Studio tecnico Zamboni Associati Architettura. Imprese esecutrici Allodi Srl di Parma e Siro Marin di Padova.

«Mi fa piacere la grande partecipazione – ha detto Luca Torri, ad di Stu Reggiane, partecipata di Comune e Iren Rinnovabili – Oggi presentiamo la fine di un intervento lungo e complesso. Non avevamo alcuna esperienza: gli altri modelli erano fuori scala, o troppo grandi (i tre miliardi per l’area Expo a Milano) o troppo piccoli. Ce la siamo dovuta inventare, alla reggiana. Sono stati fondamentali la collaborazione tra pubblico e privato, la fiducia di Comune e Università nel voler seguire le richieste del mercato sulle nuove professionalità e il sostegno economico degli industriali». Il capannone 15C in particolare «ha più di un secolo, è stato complicato metterci mano; per di più c’è stato il Covid, la guerra che ha fatto impazzire i prezzi e il bonus 110 che ha tolto risorse. La situazione del cantiere è cambiata parecchie volte, ma non ci siamo fermati nemmeno un giorno. Questo è il primo pezzo: una parte della pagina è ancora da scrivere, soprattutto per quanto riguarda i contenuti di questo grande contenitore».

«È una giornata storica. Quando siamo partiti dieci anni fa l’università aveva pochi studenti e due sedi: oggi è raddoppiata e sono convinto che continuerà a crescere portando ricadute positive alla città – ha dichiarato il sindaco Luca Vecchi – Nel 2015-2016 si sono presentati i fondi di investimento prospettando centri commerciali: abbiamo tenuto il punto con fondi pubblici, poi sono arrivati i privati». Tra questi Unindustria che, come ha detto la presidente Roberta Anceschi (c’era anche l’ex presidente Fabio Storchi), «ha promosso tra i propri soci una campagna di donazioni liberali che ha permesso di raccogliere 2,4 milioni»; l’associazione ha integrato il resto «per avere nuove professionalità sulla tecnologia digitale e sull’ambiente, indispensabili per il riposizionamento del sistema produttivo reggiano». Raggiante il rettore Carlo Adolfo Porro. «Sono il quinto rettore di Unimore - ha detto e mi ritengo fortunato perché ho potuto realizzare quello che è l’obiettivo massimo: una università che cambia la città e una città che cambia l’università». Unimore ha diecimila studenti e 3mila matricole, con corsi di laurea «che sono centrati sulle esigenze del territorio: ingegneria, educazione, economia e marketing avanzato, professioni sanitarie (che spesso rimangono a latere) e agraria». Servono «spazi di qualità come questo, ma anche collegamenti e servizi. Sui servizi c’è da lavorare: alloggi, mense, trasporti». «Reggio dev’essere integrata nel tessuto europeo e internazionale: l’unico modo per essere attrattivi per i nostri giovani (purtroppo ne nascono troppo pochi) è di avere questi grandi spazi», ha detto a margine Graziano Delrio.

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QOSHE - Al Parco Innovazione la quarta sede di Unimore - Ambra Prati
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Al Parco Innovazione la quarta sede di Unimore

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18.03.2024

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Reggio Emilia Grande entusiasmo, grande emozione e grande folla alle ex Reggiane per l’apertura della due giorni di inaugurazione del capannone 15C del Parco Innovazione, intitolato allo scomparso economista Giulio Santagata. Lunghissimo l’elenco dei persenti: dagli industriali ai vertici Credem e Iren, da gran parte della giunta ai consiglieri comunali, dai parlamentari e senatori Pd al portavoce del comitato Ascoltare Santa Croce Stefano Buffagni, ma anche semplici cittadini come un pensionato che ha ottenuto di poter entrare per assistere nonostante i posti prenotati.

L’edificio – terminato all’esterno, non all’interno dove ai grandi spazi, compresa l’aula magna, mancano gli arredi – è destinato ad ospitare la quarta sede reggiana dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, dopo viale Allegri, l’ex San Lazzaro in via Amendola e l’ex seminario di vialeTimavo.

La sede da tremila metri quadrati, che sarà popolata da duemila studenti, è dedicata interamente ai corsi sul digitale. Qui troveranno spazio il corso di laurea in “Digital education” e “Scienze e tecniche psicologiche” (nell’ala est del capannone, una superficie di 1.654 metri quadrati) e altri due corsi di laurea, uno del Dipartimento di Comunicazione ed economia in “Analisi e gestione dei dati........

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