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cronaca

C’è Marina, che molto semplicemente rivuole il mondo di qualche anno fa: troppo complicato usare lo Spid per accedere al fascicolo elettronico, ma anche chiedere aiuto ogni volta che deve usare l’home banking non è il massimo. Lei però almeno ci prova, tra “corsi” con il nipote e tentativi a vuoto, mentre tanti altri anziani modenesi non ne vogliono sapere di tutti questi strumenti.

Fatto sta che il cosiddetto “digital divide”, la forbice che separa chi ha dimestichezza con gli strumenti digitali da quelli che non riescono è sempre più ampia, specialmente se guardiamo alla popolazione over 65. A farlo, restituendo un quadro organico della situazione in provincia, sono stati Spi Cgil, la sigla dei pensionati, e l’associazione Federconsumatori, che per due mesi hanno ascoltato le voci, i pareri e le storie di 1.257 uomini e donne sopra i 65 anni, residenti nei 47 comuni della nostra provincia, da Finale a Fanano.

IL RACCONTO

“Esclusi” è il racconto, sotto forma di numeri, tabelle e analisi, di un’emergenza: quella del divario digitale. «Una emergenza che nessuno contesta - spiegano Roberto Righi, segretario generale Spi-Cgil, e Marzio Govoni, presidente Federconsumatori Modena Aps - e che tutti riconoscono, ma che troppo spesso viene letta come fenomeno minore e temporaneo, nel tempo destinato a essere “naturalmente” superato».

I NUMERI

Un complesso lavoro che per la prima volta ha permesso di elaborare una mappa del divario digitale in provincia.

Ma quali sono dunque i numeri che emergono dall’indagine? Per prima cosa, la metà del campione dichiara, in modo netto, di non essere in grado di utilizzare le nuove tecnologie. Proiettando il dato sulla popolazione modenese, emerge che sono “scollegati” 82mila cittadini e cittadine over 65 della provincia, un territorio in cui i maggiorenni sono 592mila. Tra questi, quattro persone su cinque, dichiarano di non essere interessate né all’utilizzo delle nuove tecnologie, né ad eventuali percorsi di formazione. Una richiesta che invece arriva da un quinto degli anziani che hanno detto di non utilizzare le nuove tecnologie. A loro va accostato il 36% del campione complessivo, corrispondente a 60mila uomini e donne modenesi oltre i 65 anni, che con varie gradazioni si “arrabatta”, facendosi aiutare soprattutto da familiari, riconoscendo i propri limiti di apprendimento e faticando a stare al passo. Infine, un 15% del campione, fatto non soltanto della parte più giovane, e che corrisponde a 25mila cittadini over 65, dichiara di riuscire a muoversi autonomamente e senza difficoltà tra le nuove tecnologie.

LA FORMAZIONE

Ma come si “formano” gli over 65 interessati ad acquisire competenze in questo campo? Il 47% lo fa tramite parenti e amici, il 35% ha dichiarato di essersi formato da solo, il 10% grazie a soggetti privati e associazioni. Assai modesto invece il peso dei corsi di alfabetizzazione informatica organizzati dal pubblico, con solo un 2,9% (ma della metà della platea complessiva).

Per fotografare al meglio il fenomeno, il ricercatore Massimiliano Vigarani, curatore dell’indagine, ha individuato un indice chiamato “Cruscotto del divario digitale”, una mappa dei diversi divari interni al divario digitale. Ad esempio, quello di genere, sfavorevole in ogni sua parte alla componente femminile; è maggiore tra le donne il dato di chi non utilizza le nuove tecnologie, è minore l’accesso ai servizi digitali, mentre sono maggiori le difficoltà anche tra la parte che utilizza internet in parziale autonomia. Un divario, quello di genere, non scontato e decisamente preoccupante. Più atteso e scontato il divario tra le fasce d’età degli anziani, con l’utilizzo di internet (anche guidato) che nella fascia d’età 65-69 è del 77%, mentre scende al 12,5% a 85 anni e oltre. «Ma attenzione - riprendono Righi e Govoni - dire che quasi un quarto dei pensionati nella fascia 65-69 non usa la rete fa immaginare che un attento esame delle fasce d’età inferiori potrebbe consegnare numeri non tranquillizzanti anche nel resto della popolazione, in particolare nella fascia 50-65 anni».

LE AZIONI

Alla luce di tutti questi elementi, Spi-Cgil e Federconsumatori ipotizzano «che le cittadine e i cittadini maggiorenni della nostra provincia “non connessi” siano attorno ai 150mila, poco meno di un modenese su quattro».

Numeri decisamente allarmanti: «Con questo rapporto - aggiungono Righi e Govoni - Spi-Cgil e Federconsumatori lanciano, speriamo assieme a tanti altri soggetti, una campagna territoriale sul tema dei diritti digitali degli anziani e per il mantenimento dei servizi fisici. Una campagna che si sostanzierà in piattaforme di proposte e di richieste, non destinate esclusivamente alle amministrazioni locali, ma che vedranno queste come principali interlocutori. Ci opporremo, anche a livello locale, a logiche che vedano i processi di digitalizzazione e dematerializzazione dei servizi crescere ancora, indipendentemente dal numero di persone in grado di seguire queste evoluzioni. Lo faremo con i nostri volontari e attivisti - aggiungono - determinanti nella riuscita di questa indagine, che ringraziamo calorosamente per quanto fatto. Attivisti con i quali, negli ultimi due anni, abbiamo aperto 34 sportelli in 28 comuni per il rilascio gratuito dell’identità Spid, in collaborazione con Lepida. Un successo, con quasi cinquemila Spid rilasciati; un’esperienza unica per dimensioni nella nostra provincia».

QOSHE - Modena, in provincia non è connesso un cittadino su quattro - Luca Gardinale
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Modena, in provincia non è connesso un cittadino su quattro

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13.03.2024

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C’è Marina, che molto semplicemente rivuole il mondo di qualche anno fa: troppo complicato usare lo Spid per accedere al fascicolo elettronico, ma anche chiedere aiuto ogni volta che deve usare l’home banking non è il massimo. Lei però almeno ci prova, tra “corsi” con il nipote e tentativi a vuoto, mentre tanti altri anziani modenesi non ne vogliono sapere di tutti questi strumenti.

Fatto sta che il cosiddetto “digital divide”, la forbice che separa chi ha dimestichezza con gli strumenti digitali da quelli che non riescono è sempre più ampia, specialmente se guardiamo alla popolazione over 65. A farlo, restituendo un quadro organico della situazione in provincia, sono stati Spi Cgil, la sigla dei pensionati, e l’associazione Federconsumatori, che per due mesi hanno ascoltato le voci, i pareri e le storie di 1.257 uomini e donne sopra i 65 anni, residenti nei 47 comuni della nostra provincia, da Finale a Fanano.

IL RACCONTO

“Esclusi” è il racconto, sotto forma di numeri, tabelle e analisi, di un’emergenza: quella del divario digitale. «Una emergenza che nessuno contesta - spiegano Roberto Righi, segretario generale Spi-Cgil, e Marzio Govoni, presidente Federconsumatori Modena Aps - e che tutti riconoscono, ma che troppo spesso viene letta come fenomeno minore e temporaneo,........

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