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MODENA. Qualcuno si aspettava un programma “di destra”, mentre qualcun altro, proposte alla mano, ora la colloca a sinistra di Mezzetti. Lei però ci ride su, e dice chiaramente di non sentirsi né di destra né di sinistra, ma semplicemente con le persone. E sono proprio le persone al centro dell’impegno politico della professoressa Maria Grazia Modena, cardiologa del Policlinico e docente Unimore, decisa più che mai ad andare avanti come candidato sindaco della lista “Modena X Modena”, tanto che la nuova sede di via Tassoni è quasi pronta.

Professoressa Modena, lei è di destra o di sinistra?

«Non mi sento di appartenere né all’una, né all’altra parte politica. Se devo cercare una definizione, userei “cattolica liberale”: per me esistono prima di tutto le persone, ed è a loro, ai modenesi, che voglio dedicare il mio impegno».

Con il centrodestra però c’è stato un dialogo prima che le vostre strade si dividessero...

«È vero: ho incontrato il senatore Michele Barcaiuolo, persona molto gentile e disponibile, e con lui abbiamo provato a cercare punti in comune, anche perché la volontà del centrodestra era quella di arrivare a una candidatura “civica”. Un percorso che si è però interrotto perché una parte della coalizione aveva altre idee: a quel punto nessun problema, e ognuno avanti per la sua strada».

Da una parte all’altra: di fronte alle sue proposte su welfare e integrazione, in tanti l’hanno collocata... a sinistra del Pd.

«Anche alla Società italiana di Cardiologia, quando diventai presidente, la prima e unica presidente donna, mi chiamavano “la comunista” perché cercai di riformare un po’ di cose. Oggi forse qualcuno potrà considerare un po’... socialista il mio programma, ma la realtà è che io sono dalla parte delle persone, e questo vuol dire avere un welfare forte, aiutare le mamme che si trovano costrette a rinunciare al lavoro perché non ci sono abbastanza posti al nido, rendere le residenze per anziani più accessibili a chi ne ha bisogno. Questo è “socialista?” Per me è soprattutto stare dalla parte delle persone».

Chi c’è oggi con lei?

«Nessuno “dall’alto”, ma tante persone, e soprattutto tante donne, che fanno lavori molto diversi tra loro, alcune di destra, altre di sinistra. Se poi devo trovare un nome, dico Gian Carlo Pellacani: per me è stato il più grande rettore che Modena abbia mai avuto, un grande professionista e un amico che mi ha incoraggiata ad andare avanti».

I temi, quindi: la sanità che posizione occupa?

«La numero uno, anche perché oggi purtroppo la nostra non è una buona sanità. Certo, siamo pur sempre Modena e l’Emilia Romagna, ma la realtà è che noi abbiamo avuto una sanità d’eccellenza, ma oggi le cose sono molto diverse. La prima cosa da cambiare riguarda il caos delle aziende, con Ausl, Aou e Sassuolo: serve un’unica grande azienda, con comunicazioni più efficaci e sistemi applicativi comuni, perché oggi al Policlinico non si sa quello che si sta facendo a Baggiovara. Un’integrazione che inciderebbe anche sui costi della sanità pubblica, migliorando i conti attuali e consentendo così di investire sul servizio e risolvere il problema delle liste d’attesa, perché non è accettabile che i cittadini non trovino posto per le visite specialistiche».

Il suo programma punta molto anche sul welfare.

«Bisogna fare più e meglio per gli anziani, aumentando i posti nelle Cra e riducendo le rette, in modo che anche chi ha redditi bassi possa accedervi. E poi bisogna rivedere i servizi pasti, perché è inaccettabile che gli anziani e le categorie più fragili siano costrette a mangiare male. Dall’altra parte ci sono i bimbi e le mamme: oggi è urgente aumentare i posti pubblici nei nidi, in modo che nessuna famiglia che fa domanda resti esclusa. Ma si può fare di più anche sul fronte dell’integrazione pubblico-privato: penso a una serie di sgravi per consentire anche alle piccole aziende di avere un nido interno, perché non è giusto che solo i grandi gruppi possano permetterselo. Ogni giorno parliamo del dramma della natalità, ma per invertire la tendenza bisogna mettere in campo delle politiche per le famiglie e per le mamme».

E poi c’è la sicurezza: cosa può fare il Comune?

«Tanto, da questo punto di vista, dipende dal governo, ma non è vero che qui non si possa fare niente. Io conosco bene il centro storico, dove vivo, ma in queste settimane ho visitato soprattutto i quartieri insieme a un amico architetto. La sensazione, in tanti casi, è quella di diverse realtà in stato di abbandono, tra edifici inutilizzati ed episodi di criminalità. Insomma, in troppe aree sembra di vivere nel far west, e questo non è più accettabile: quello che può fare il Comune, e che farò se sarò eletta, è istituire il vigile di quartiere, iniziativa spesso annunciata e mai realizzata. L’altra cosa che realizzerò è creare degli sportelli per la sicurezza in collegamento costante con polizia locale e Questura. Ma anche il centro non è esente da problemi: ci sono aree che devono essere vissute, come la landa desolata del Novi Sad, e per le quali bisogna fare di più per incentivare le attività per i giovani».

Chiudiamo con la politica: in caso di ballottaggio appoggerà qualcuno?

«Non ce ne sarà bisogno - sorride - perché vinco io». l


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Verso il voto, la sfida della professoressa Modena: «Vigili di quartiere e più nidi»

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01.03.2024

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MODENA. Qualcuno si aspettava un programma “di destra”, mentre qualcun altro, proposte alla mano, ora la colloca a sinistra di Mezzetti. Lei però ci ride su, e dice chiaramente di non sentirsi né di destra né di sinistra, ma semplicemente con le persone. E sono proprio le persone al centro dell’impegno politico della professoressa Maria Grazia Modena, cardiologa del Policlinico e docente Unimore, decisa più che mai ad andare avanti come candidato sindaco della lista “Modena X Modena”, tanto che la nuova sede di via Tassoni è quasi pronta.

Professoressa Modena, lei è di destra o di sinistra?

«Non mi sento di appartenere né all’una, né all’altra parte politica. Se devo cercare una definizione, userei “cattolica liberale”: per me esistono prima di tutto le persone, ed è a loro, ai modenesi, che voglio dedicare il mio impegno».

Con il centrodestra però c’è stato un dialogo prima che le vostre strade si dividessero...

«È vero: ho incontrato il senatore Michele Barcaiuolo, persona molto gentile e disponibile, e con lui abbiamo provato a cercare punti in comune, anche perché la volontà del centrodestra era quella di arrivare a una candidatura “civica”. Un percorso che si è però interrotto perché una parte della coalizione aveva altre idee: a quel punto nessun........

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