«Come facciamo a sentirci sicure se l’assassino ha le chiavi di casa?». E, ancora: «Scusate il disagio, ci stanno sfigurando».

Queste alcune delle frasi gridate a gran voce e scritte sui cartelli esibiti ieri alla manifestazione, iniziata in piazza Prampolini e culminata con un corteo per le vie del centro storico per dire basta alla violenza del patriarcato, organizzata dal movimento “Non una di meno”. Il tintinnio delle chiavi fatte vibrare dai manifestanti - in prevalenza donne ma da registrare anche la presenza di diversi uomini - per ricordare quanto sia dilagante il fenomeno della violenza domestica e dei femminicidi, ha fatto da sfondo alla “Passeggiata arrabbiata per Giulia. Se domani non torno distuggi tutto”, questo il titolo dell’iniziativa.

Al corteo, durante il quale sono stati anche intonati slogan contro la presidente del consiglio Giorgia Meloni, ha preso parte anche la madre di Juana Cecilia Hazana Loayza, uccisa a coltellate dall’ex compagno: oggi si terrà l’udienza di appello e “Non una di meno” sarà al suo fianco in questi delicati momenti.

«Abbiamo sentito l’esigenza di scendere in strada, gridare la nostra rabbia e il nostro dolore – spiega Carla Ruffini di “Non una di meno” –. Non accettiamo la richiesta di fare iniziative silenziose. Qualcuno, lo stesso ministro Valditara ha imposto di fare un minuto di silenzio nelle scuole per ricordare Giulia: noi facciamo tanto rumore per dire che non ne possiamo più di essere uccise in modo feroce come mosche per mano del patriarcato assassino. Non vedrete l’effigie di Giulia, lei è qui con noi. Se toccano una, toccano tutte. “Bruciamo tutto” è quello che pensiamo ogni giorno di fronte alla violenza. Quando si sono perse le tracce di Giulia tutte lo sapevamo cos’era successo. E sappiamo cosa potrebbe succedere ogni volta che stringiamo le chiavi di casa e non ci sentiamo sicure. Sono 110 femminicidi e i transcidi da inizio anno».

Hui Zhou, Cecilia, Saman: Carla ha rievocato i femminicidi a Reggio Emilia dal 2019 al 2021. «Saremo a Bologna per il processo di appello con la madre di Juana Cecilia – continua Ruffini –. Temiamo che si apra la caccia agli sconti di pena». Così come a Reggio Emilia, gioca il calciatore «Manolo Portanova, del quale abbiamo chiesto la rimozione».

Al suono di “Insieme siamo partite insieme torneremo”, il corteo si è snodato per le vie del centro, accompagnato dai tamburi della banda Bum di Sassuolo e dal Coro L’Amata Rossa di Casa Bettola.

Tra i politici presenti, il presidente della Provincia Giorgio Zanni, l’assessore Lanfranco De Franco, Giammaria Manghi, capo di gabinetto in Regioe, la consigliera comunale Cinzia Ruozzi. «Siamo di fronte a un'emergenza nazionale – afferma quest’ultima –. Pensare che tutto si risolva introducendo un’oretta di educazione affettiva a scuola è velleità. Bisogna aprire una riflessione nel paese sulla condizione e la rappresentazione della donna. Chiedere la parità di genere nel lavoro, nei salari; il riconoscimento del lavoro di cura, condizioni più favorevoli e non punitive a livello pensionistico, più servizi per l'infanzia e gli anziani. Una legge che introduca a scuola almeno 4 ore di educazione alla sessualità con l’ausilio di psicologi e personale sanitario. Bisogna educare in famiglia, a scuola, nel mondo dello sport e dell'associazionismo al rispetto, alla cura, al consenso, a esprimere i sentimenti e le fragilità.». l


QOSHE - Lungo corteo contro il femminicidio «L’assassino ha le chiavi di casa» - Serena Arbizzi
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Lungo corteo contro il femminicidio «L’assassino ha le chiavi di casa»

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22.11.2023



«Come facciamo a sentirci sicure se l’assassino ha le chiavi di casa?». E, ancora: «Scusate il disagio, ci stanno sfigurando».

Queste alcune delle frasi gridate a gran voce e scritte sui cartelli esibiti ieri alla manifestazione, iniziata in piazza Prampolini e culminata con un corteo per le vie del centro storico per dire basta alla violenza del patriarcato, organizzata dal movimento “Non una di meno”. Il tintinnio delle chiavi fatte vibrare dai manifestanti - in prevalenza donne ma da registrare anche la presenza di diversi uomini - per ricordare quanto sia dilagante il fenomeno della violenza domestica e dei femminicidi, ha fatto da sfondo alla “Passeggiata arrabbiata per Giulia. Se domani non torno distuggi tutto”, questo il titolo dell’iniziativa.

Al corteo, durante il quale sono stati anche intonati slogan contro la presidente del........

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