Da Panorama del 19 agosto 1994


"Mio fratello è vittima di una concussione. Qui non è stata pagata nessuna tangente. A nessuno. Questi pagamenti sono stati cifre risibili sul piano delle quantità. Per un'azienda che fa 50 miliardi al giorno, che paga un miliardo al giorno di tasse, quasi 11 mila miliardi di fatturato all'anno, queste sono state cose che, per quanto mi è stato riferito, rientravano in uno stato di necessità - per questo io parlo di concussione - per ritardare, per diminuire la presenza ostativa al lavoro di nuclei di persone nell'ambito di certe aziende del gruppo".

Così Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio e ancora proprietario della Fininvest (fra l'altro, azionista più importante di Panorama), ha commentato, per la prima volta, le tangenti autorizzate dal fratello Paolo e pagate per conto della Fininvest ad alcuni sottufficiali e ufficiali della Guardia di finanza. Ha negato ogni suo coinvolgimento diretto nella vicenda, ha aggiunto che suo fratello lo ha tenuto all'oscuro, ma alla fine, in un'intervista che riguardava soprattutto i primi cento giorni del suo governo, ha riconosciuto, nella sua veste di ex presidente della Fininvest, che i pagamenti, anche se rappresentavano solo "una goccia nel mare", facevano parte di "un sistema da condannare".

L' intervista, concessa all' International Herald Tribune e riprodotta più ampiamente anche su Panorama, è stata effettuata, mercoledì 10 agosto, nel tardo pomeriggio di un altro dei giorni afosi di questa estate torrida, al primo piano di Palazzo Chigi, mentre la città continuava a svuotarsi, alla vigilia del ponte di Ferragosto. Anche Berlusconi sta per raggiungere la moglie in Sardegna per un breve periodo di riposo.

Le sue parole sono di sfida. Attacca duramente la stampa italiana e anche quella straniera, lanciando bordate contro i mass media almeno nove volte nei primi 20 minuti dell' intervista. E accusa anche una buona parte della Rai "che è nelle mani delle sinistre" e della "grande finanza" che "evidentemente aveva già fatto accordi con chi avrebbe dovuto essere al mio posto". Se la prende anche con "quei protagonisti della maggioranza che parlano come se non avessero alcuna responsabilità". "Chi parla contro il nostro governo" insiste "va contro gli stessi interessi di questo Paese in un momento in cui abbiamo bisogno di stabilità e di guardare al futuro", un futuro che ritiene sarà prospero.

Bene, io ascolto, faccio domande e lui risponde per oltre un'ora, mentre Marco Pannella siede, in attesa, nell'anticamera.

Non importa quale tema tocchiamo, dalla politica estera all' economia, Berlusconi torna ossessivamente sui giornali che lo contrastano. Quando gli chiedo che cosa lo ha sorpreso nei suoi primi cento giorni a Palazzo Chigi, mi risponde che anche per colpa dei giornali "il risultato delle urne non viene accettato da chi era ormai convinto di un risultato diverso. Questa offensiva è estremamente nociva per l'economia del Paese". Insisto: anche i giornali del gruppo Agnelli non sono teneri nei suoi confronti. Secondo lei, Agnelli è invidioso del suo potere o semplicemente non condivide la sua politica di governo? Berlusconi sorride sornione: "Io credo che questa domanda lei debba farla al senatore Agnelli". Perché è attaccato anche dalla stampa estera? "Probabilmente l'atmosfera nei giornali italiani contagia anche i giornalisti stranieri che evidentemente la trasferiscono all'estero". Che cosa ha da dire il capo del governo sulle accuse lanciategli dall' ex presidente della Rai Claudio Demattè, secondo il quale c'era un piano che avrebbe fatto diminuire il numero di telespettatori a favore della Fininvest? Berlusconi scuote la testa e risponde mettendo le mani avanti: "Non voglio commentare". Ma allora, presidente, può almeno promettere, fin d'ora, che lei si autoescluderà da qualsiasi decisione che riguarda la Rai, vista la sua posizione? "Nessuno dei membri del consiglio di amministrazione della Rai è stato indicato dal presidente del Consiglio. La decisione è stata totalmente autonoma da parte del presidente del Senato e di quello della Camera. Io, riguardo alla Rai, non ho né veste né poteri per intervenire nell' ambito di decisioni che appartengono soltanto al consiglio di amministrazione della Rai".

Non ha dubbi né pentimenti Berlusconi sul cosiddetto vertice di Arcore, domenica 24 luglio, quando, di ritorno da Saint Moritz, incontrò nella sua villa il ministro della Difesa Cesare Previti, il sottosegretario Gianni Letta, il fratello Paolo, il presidente della Fininvest Fedele Confalonieri e gli avvocati sia di Paolo sia di Salvatore Sciascia, accusato di aver pagato tangenti alla Guardia di finanza. Un errore, vero, presidente? "Io rifarei esattamente la stessa cosa" replica laconicamente. Eppure tutti, non solo in Italia, hanno letto quell'episodio come una commistione fra i suoi interessi privati e pubblici. Berlusconi mi fissa negli occhi e sbotta: "Non c' è stata nessuna scorrettezza. Io l'ho detto: c'è stata una cena privata in una casa privata in un giorno di festa. Quindi non permetto a nessuno di entrare nel mio privato. Ci sono stati soltanto comportamenti assolutamente normali. E' stata la solita tempesta in un bicchier d' acqua, come la tempesta sugli spot". Lo interrompo: come lei sa, la percezione della politica a volte è più importante della realtà. Il fatto che Cesare Previti sia il suo ex avvocato e ora ministro della Difesa lascia perplessi. Vorrei continuare, ma lui non mi lascia finire la frase. "Ma scusi, erano cose diverse. C'erano due amici che erano da me per altri motivi. Poi c'è stata un'emergenza che riguardava mio fratello, vittima di una concussione. Io sono stato doverosamente informato - come nei rapporti familiari è assolutamente, non dico corretto, ma necessario che sia - di quanto stava avvenendo. Circa la presenza di due amici che io ho chiamato nel governo devo dirle che sono due persone perbene, competenti, e di cui mi fido. D'altronde le ricordo che John Kennedy ha nominato ministro della giustizia suo fratello Robert. Uno, quando deve fare una squadra, è giusto che la faccia con uomini nuovi. Se avessi potuto distaccare dalla mia azienda altri uomini, stia pur sicuro che li avrei portati. Non li ho portati perché non posso pensare di lasciare la mia azienda scoperta di manager importanti". Ma la presenza, obietto, di due avvocati della Fininvest? "La presenza di questi due avvocati è stata una cosa assolutamente naturale: mi hanno telefonato all' ultimo minuto, dicendo che avevano da farmi delle comunicazioni, e io li ho ricevuti". E in quale veste lei ha ricevuto questi avvocati? "Li ho ricevuti come fratello di mio fratello". Quindi non come presidente del Consiglio... "Ma no, cosa c'entra? Non c'era in discussione nulla che riguardasse il governo del Paese. Sono stato informato di situazioni che non conoscevo. Era doveroso per chi mi dava le informazioni darmele, era doveroso per me riceverle".

E allora arriviamo al dunque, all'arresto del fratello e alle accuse rivolte a Paolo, a Salvatore Sciascia e ad altri manager Fininvest sotto inchiesta per i pagamenti effettuati ai militari della Guardia di finanza. Presidente, lei non ha mai commentato questi avvenimenti che molti considerano una seria minaccia nei confronti di questo governo. Può parlarne? Berlusconi non si tira indietro: "Io l'ho detto e lo confermo: c'era un fatto di concussione ambientale che gravava sull'intero sistema economico, come un fatto patologico, a cui si dovrà per forza rimediare, anche perché non si può pensare soltanto a una ripresa economica, ma bisogna pensare anche a una ripresa morale dell'Italia. Quindi il governo si farà propugnatore di disegni di legge che vadano in questa direzione. E credo che questo sia un problema che tutti i paesi, tutte le democrazie in grado più o meno elevato, hanno". Altri grandi imprenditori hanno accettato le responsabilità per gli atti illegali commessi dal loro gruppo. Lei se la sente di fare lo stesso per Fininvest? "Mi consenta..." esordisce. E poi si sfoga: "E' molto diversa la situazione del gruppo Fininvest. Qui non è stata pagata nessuna tangente. A nessuno. Questi pagamenti sono stati cifre risibili sul piano delle quantità... Queste sono state cose che, per quanto mi è stato riferito, rientravano in necessità - per questo io parlo di concussione - per ritardare, per diminuire la presenza ostativa al lavoro di nuclei di persone nell'ambito di certe aziende del gruppo. E' una cosa che, se lei si rivolge a qualunque imprenditore italiano, può trovare conferma. Io non dico che questo sia giusto. Io la condanno questa cosa. Ma bisogna prendere atto che è un fatto che atteneva all'intera realtà economica italiana". Quindi diverse centinaia di milioni sono, a suo parere, risibili? "In diversi anni i livelli sono risibili. Veramente". Ma lei è stato personalmente coinvolto o era a conoscenza? Un secco no è la risposta di Berlusconi. Insisto: nei verbali di interrogatorio suo fratello Paolo dice: "E' bene, e nel nostro caso è stato così, che fosse direttamente una persona della famiglia a occuparsi di questi aspetti delicati". Come commenta? "Io vorrei proprio che si ritornasse a considerare l'ambito quantitativo di queste cose. Per un gruppo che dà lavoro a 40 mila persone, è il fatturato di un minuto. Se lei lo considera nell'anno, è una cosa infinitesimale. E' una goccia di acqua nel mare. Il rapporto è un litro d'acqua nel Mediterraneo. Persone dell'azienda sono state vittime di un sistema generalizzato. Questo deve essere chiaro. Non c'è nessuna responsabilità. E nego che ci siano responsabilità mie. Io credo che nessun capo, che nessun responsabile del gruppo possa essere coinvolto in questioni così infinitesimali, che fanno parte di scale di responsabilità lontanissime dalle linee strategiche dell'azienda". Aggiunge: "Stiamo parlando di fatti non penalmente rilevanti perché l'azienda non è colpevole ma vittima". Ma lei sapeva o no che la Fininvest pagava? "No. Io sono rimasto stupito". Suo fratello dunque l'ha tenuta all' oscuro? "Sì. Assolutamente. Non ero a conoscenza di queste cose. Io accetto le responsabilità che sono dirette e personali quando qualcuno commette qualcosa o sa qualcosa. In questo caso, sarebbe pretestuoso dire che ci sono responsabilità da parte mia. Sono fatti di cui non avevo alcuna conoscenza. L'ho detto e lo ribadisco con grande fermezza".

Chiedo a Berlusconi perché ha aspettato così tanto ad annunciare il suo progetto per evitare conflitti di interesse fra la Fininvest e Palazzo Chigi. Il capo del governo va ancora all'attacco: "Gli italiani mi hanno eletto sapendo chi ero e conoscendo i grandi risultati che ho conseguito in campo economico e sportivo". Poi spiega che ha messo in rilievo fin dall'inizio "l'anomalia" della sua posizione. Infine promette che "il disegno di legge per il blind trust sarà pronto a settembre".

Berlusconi sostiene che sono già stati creati 200 mila posti di lavoro di quel milione promesso in campagna elettorale, che ha cercato di rilanciare l'edilizia, di incentivare le aziende a investire. E conferma che, assieme al ministro del Tesoro Lamberto Dini, ha intenzione di ridurre il deficit attraverso tagli alle spese pubbliche, a cominciare dalla sanità e dalla previdenza, e senza aumentare le tasse. "E' un impegno preciso che noi pensiamo di poter portare a termine anche facendo capire ai cittadini che i sacrifici si chiedono a tutti, ma che questi sacrifici porteranno a un aumento delle entrate come conseguenza immediata di uno sviluppo dell'economia".

L'argomento dell'opposizione lo scalda. E comincia addirittura ad alzare la voce: "Non avendo nessuna proposta seria, non hanno progettualità. Tutti dicono: il governo deve fare di più. Ma nessuno ha ancora citato un provvedimento importante che il governo non ha fatto. L' opposizione è assolutamente priva di una strategia, è priva di un programma, essendo anche orfana di una fede politica che è il comunismo, che la storia ha definitivamente condannato, attacca soltanto per attaccare, senza avere imparato nulla dalla storia. E questo li condannerà a essere opposizione per sempre". Entrerà il Ppi nella maggioranza? Berlusconi ci spera e racconta di aver avuto già un incontro con il neosegretario Rocco Buttiglione. Spiega: "Buttiglione è venuto a trovarmi una settimana fa. Abbiamo parlato di vari temi e questo mi induce a essere ottimista per un futuro non immediato, ma tuttavia non lontano". Quanto durerà il suo governo? Berlusconi ci pensa su un po' e risponde: "Dipende dal comportamento delle varie componenti. Ho detto che l' indicazione degli elettori è che noi governiamo a lungo, ma non possiamo governare a tutti i costi. Nei miei auspici è un governo di legislatura, salvo che si verifichino comportamenti irresponsabili nell' ambito di questa maggioranza". Si riferisce alle recenti dichiarazioni polemiche di Umberto Bossi? Il presidente del Consiglio sorride: "Basta leggere i giornali di questi giorni".

L'intervista finisce qui. Esco da Palazzo Chigi perplesso perché Berlusconi non riconosce neppure il più piccolo errore. Rifletto a lungo sull' uso di quell' aggettivo "risibile" riferito ai pagamenti effettuati dalla Fininvest agli ufficiali della Guardia di finanza. Probabilmente, in termini puramente contabili, sono davvero "un litro d'acqua nel Mediterraneo", ma io, da anglosassone, considererei troppo anche un dollaro. Qualche ora dopo un collega mi chiede: "Come hai trovato Berlusconi? Ha il governo sotto controllo?". Gli rispondo: per il momento sì, ma il presidente del Consiglio mi è apparso molto affaticato anche se cerca di nasconderlo. Ha certamente bisogno di vacanze, di rilassarsi bene e di rimeditare sulle critiche ai giornali italiani e stranieri. Perché una cosa è certa: sia Berlusconi sia il suo governo dovranno affrontare un autunno davvero di fuoco.

QOSHE - Berlusconi: i miei primi cento giorni - Alan Friedman
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Berlusconi: i miei primi cento giorni

3 0
26.01.2024

Da Panorama del 19 agosto 1994


"Mio fratello è vittima di una concussione. Qui non è stata pagata nessuna tangente. A nessuno. Questi pagamenti sono stati cifre risibili sul piano delle quantità. Per un'azienda che fa 50 miliardi al giorno, che paga un miliardo al giorno di tasse, quasi 11 mila miliardi di fatturato all'anno, queste sono state cose che, per quanto mi è stato riferito, rientravano in uno stato di necessità - per questo io parlo di concussione - per ritardare, per diminuire la presenza ostativa al lavoro di nuclei di persone nell'ambito di certe aziende del gruppo".

Così Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio e ancora proprietario della Fininvest (fra l'altro, azionista più importante di Panorama), ha commentato, per la prima volta, le tangenti autorizzate dal fratello Paolo e pagate per conto della Fininvest ad alcuni sottufficiali e ufficiali della Guardia di finanza. Ha negato ogni suo coinvolgimento diretto nella vicenda, ha aggiunto che suo fratello lo ha tenuto all'oscuro, ma alla fine, in un'intervista che riguardava soprattutto i primi cento giorni del suo governo, ha riconosciuto, nella sua veste di ex presidente della Fininvest, che i pagamenti, anche se rappresentavano solo "una goccia nel mare", facevano parte di "un sistema da condannare".

L' intervista, concessa all' International Herald Tribune e riprodotta più ampiamente anche su Panorama, è stata effettuata, mercoledì 10 agosto, nel tardo pomeriggio di un altro dei giorni afosi di questa estate torrida, al primo piano di Palazzo Chigi, mentre la città continuava a svuotarsi, alla vigilia del ponte di Ferragosto. Anche Berlusconi sta per raggiungere la moglie in Sardegna per un breve periodo di riposo.

Le sue parole sono di sfida. Attacca duramente la stampa italiana e anche quella straniera, lanciando bordate contro i mass media almeno nove volte nei primi 20 minuti dell' intervista. E accusa anche una buona parte della Rai "che è nelle mani delle sinistre" e della "grande finanza" che "evidentemente aveva già fatto accordi con chi avrebbe dovuto essere al mio posto". Se la prende anche con "quei protagonisti della maggioranza che parlano come se non avessero alcuna responsabilità". "Chi parla contro il nostro governo" insiste "va contro gli stessi interessi di questo Paese in un momento in cui abbiamo bisogno di stabilità e di guardare al futuro", un futuro che ritiene sarà prospero.

Bene, io ascolto, faccio domande e lui risponde per oltre un'ora, mentre Marco Pannella siede, in attesa, nell'anticamera.

Non importa quale tema tocchiamo, dalla politica estera all' economia, Berlusconi torna ossessivamente sui giornali che lo contrastano. Quando gli chiedo che cosa lo ha sorpreso nei suoi primi cento giorni a Palazzo Chigi, mi risponde che anche per colpa dei giornali "il risultato delle urne non viene accettato da chi era ormai convinto di un risultato diverso. Questa offensiva è estremamente nociva per l'economia del Paese". Insisto: anche i giornali del gruppo Agnelli non sono teneri nei suoi confronti. Secondo lei, Agnelli è invidioso del suo potere o semplicemente non condivide la sua politica di governo? Berlusconi sorride sornione: "Io credo che questa domanda lei debba farla al senatore Agnelli". Perché è attaccato anche dalla stampa estera? "Probabilmente l'atmosfera nei giornali italiani contagia anche i giornalisti stranieri che evidentemente la trasferiscono all'estero".........

© Panorama


Get it on Google Play