Haiti nell’anarchia assoluta, evacuati statunitensi e personale Onu. Il paese pronto ad esplodere

Un disastro quello di Haiti, nazione caraibica tra le più povere al mondo, nella quale tre milioni di bambini hanno bisogno d’assistenza umanitaria poiché la continua violenza delle bande ribelli ostacola anche la consegna degli aiuti inviati dall’Unicef. Lo ha detto il capo dell'agenzia delle Nazioni Unite per l'infanzia Catherine Russell, la quale ha definito la situazione "catastrofica e in continuo peggioramento di giorno in giorno". La stessa Onu ha richiamato dal Paese il personale non essenziale e durante una riunione del Consiglio di sicurezza è stato segnalato che in molte zone i servizi essenziali sono inesistenti, mentre il Consiglio presidenziale transitorio non ha ancora prestato giuramento.

Nella completa anarchia, dalla fine di febbraio i gruppi armati hanno intensificato i loro attacchi, ovvero da quando il primo ministro Ariel Henry si è recato in Kenya per siglare un accordo per il dispiegamento di una forza di sicurezza multinazionale nella nazione. Una volta saputo che circa mille uomini armati sarebbero sbarcati per il mantenimento dell’ordine, le bande locali si sono alleate e hanno attaccato la capitale Port-au-Prince. Henry non ha quindi potuto fare ritorno poiché le bande avevano occupato anche l’aeroporto internazionale imponendone la chiusura. Dopo una lunga trattativa il presidente si era detto disposto a farsi da parte e rimanere di fatto in esilio, ma soltanto dopo la creazione di un Consiglio presidenziale transitorio che permettesse il governo del Paese. Ma la formazione di questo organo è stata afflitta da ritardi e disaccordi interni e a oggi i nove membri che ne farebbero parte devono ancora prestare giuramento prima di poter assumere gli incarichi. I potenti capi delle bande, tra i quali l’ex poliziotto anti-Usa Jimmy Chérizier e Guy Philippe, quest’ultimo ex comandante della polizia e tra gli organizzatori di un colpo di stato fallito nel 2004, vogliono ottenere l’amnistia per loro e per i militanti promettendo la cessazione delle violenze e il ritiro da alcune delle strutture istituzionali occupate.

Negli ultimi giorni gli scontri tra la polizia e i membri delle bande sono stati segnalati anche nei pressi del Palazzo Nazionale, l'edificio dove dovrebbe prestare giuramento il consiglio di transizione. Ed anche se le bande armate sostengono che il loro obiettivo principale era soltanto la cacciata del presidente Henry, queste non hanno mai smesso di compiere attacchi contro le forze di polizia, di saccheggiare università e biblioteche, di incendiare negozi e depredare farmacie, assaltare le carceri liberando migliaia di detenuti, arrivando a imporre anche la chiusura del più grande ospedale della capitale Port-au-Prince, della quale controllano oltre il 90% del territorio terrorizzando e soggiogando, secondo l’Unicef, oltre 2,7 milioni di persone. La roccaforte dell’anarchia pare essere il quartiere cittadino di Lower Delmas, dove non è possibile entrare senza la protezione dei combattenti. La Russel, lunedì scorso nel discorso fatto al Consiglio di sicurezza dell’Onu riunito a New York, ha dichiarato: “Ogni giorno centinaia di bambini vengono feriti o uccisi; alcuni anche reclutati per unirsi ai gruppi armati per pura disperazione; dati recenti indicano che attualmente dal 30% al 50% dei gruppi armati haitiani hanno bambini tra le loro fila.” Il problema di far arrivare gli aiuti dell’Onu è aggravato anche dal fatto che dal 22 aprile è stato chiuso anche il terminal portuale cargo di Varreux attraverso il quale passa la maggior parte del carburante destinato alla capitale, il cui accesso è ora impedito da uomini armati che hanno confiscato mezzi pesanti con i quali bloccano le arterie stradali. Di conseguenza scarseggia il carburante in tutta la nazione. La crisi politica ed economica di Haiti è in corso da anni: dal marzo scorso le principali bande criminali del paese si sono alleate e hanno eliminato il governo esistente guidato dal presidente Ariel Henry eletto nel luglio 2021 dopo l’assassinio del suo predecessore Javenel Moïse, un episodio del tutto mai chiarito. La maggiore colpa di Henry sarebbe stata quella di non aver indetto le elezioni che si sarebbero dovute svolgere entro la prima decina di giorni di febbraio 2024. La rivolta che ha gettato il Paese nel caos è scattata quindi per non dare modo di attuare il programma di pacificazione organizzato dall’Onu.

La Farnesina il 4 aprile ha pubblicato un avviso di sicurezza sul portale Viaggiare Sicuri: Sono assolutamente sconsigliati i viaggi ad Haiti, per qualsiasi ragione. Si invitano i cittadini presenti a rimanere in casa, evitando qualsiasi movimento, in particolare nell’area metropolitana di Port-au-Prince. Ormai da mesi, si registrano quotidianamente scontri e disordini nelle strade, particolarmente violenti a Port-au-Prince e a Les Cayes (…). La maggior parte delle strade nazionali sono interrotte da barricate dei manifestanti o delle cosiddette bande irregolari. Le pompe di benzina risultano impraticabili o chiuse. Si registrano anche difficoltà nel ritirare denaro contante, nelle telecomunicazioni, reti cellulari ed Internet, oltre a difficoltà di apertura e servizio al pubblico di uffici e di ospedali pubblici. Sono inoltre segnalati problemi di approvvigionamento di acqua e casi di colera. Il Governo di Haiti ha esteso lo stato di emergenza fino al 3 maggio 2024 ed ha imposto il coprifuoco - in vigore dalle 19 alle 6 del mattino – fino a nuovo ordine, nella capitale Port-Au-Prince e in tutto l'ovest del Paese, dopo gli assalti ad alcuni penitenziari, da parte delle gangs, che hanno consentito l'evasione di quasi 4mila detenuti, ed i pesanti scontri con la Polizia, in tutta la città e presso l’aeroporto. La situazione è da considerarsi gravemente instabile, anche alla luce delle costanti segnalazioni di minacce di rapimenti, violenza da parte delle bande e disordini civili in tutto il Paese (…). Qualsiasi spostamento, anche all’interno del Paese, può comportare un rischio di carattere sanitario o di sicurezza.

Haiti è un piccolo stato dei Caraibi che si trova nella parte occidentale dell’isola di Hispaniola, dove a Est confina con la Repubblica di Santo Domingo. Scoperta dagli occidentali con l’approdo di Cristoforo Colombo il 4 dicembre 1492, fu quindi spagnola e poi francese dal 1697 fino al 1804, quando ottenne l’indipendenza. La sua storia politica è sempre stata segnata dall’instabilità e da rivoluzioni e, nel 2010, anche funestata dal terremoto e dall’epidemia di Colera. Gli Stati Uniti, noleggiando una flotta di elicotteri civili, hanno evacuato circa 160 connazionali verso Miami e Santo Domingo, prima che i dominicani chiudessero il confine a protezione del territorio e della loro economia che vive di turismo.

QOSHE - E se fosse Haiti il paese più a rischio e pericoloso del mondo? - Sergio Barlocchetti
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E se fosse Haiti il paese più a rischio e pericoloso del mondo?

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24.04.2024

Haiti nell’anarchia assoluta, evacuati statunitensi e personale Onu. Il paese pronto ad esplodere

Un disastro quello di Haiti, nazione caraibica tra le più povere al mondo, nella quale tre milioni di bambini hanno bisogno d’assistenza umanitaria poiché la continua violenza delle bande ribelli ostacola anche la consegna degli aiuti inviati dall’Unicef. Lo ha detto il capo dell'agenzia delle Nazioni Unite per l'infanzia Catherine Russell, la quale ha definito la situazione "catastrofica e in continuo peggioramento di giorno in giorno". La stessa Onu ha richiamato dal Paese il personale non essenziale e durante una riunione del Consiglio di sicurezza è stato segnalato che in molte zone i servizi essenziali sono inesistenti, mentre il Consiglio presidenziale transitorio non ha ancora prestato giuramento.

Nella completa anarchia, dalla fine di febbraio i gruppi armati hanno intensificato i loro attacchi, ovvero da quando il primo ministro Ariel Henry si è recato in Kenya per siglare un accordo per il dispiegamento di una forza di sicurezza multinazionale nella nazione. Una volta saputo che circa mille uomini armati sarebbero sbarcati per il mantenimento dell’ordine, le bande locali si sono alleate e hanno attaccato la capitale Port-au-Prince. Henry non ha quindi potuto fare ritorno poiché le bande avevano occupato anche l’aeroporto internazionale imponendone la chiusura. Dopo una lunga trattativa il presidente si era detto disposto a farsi da parte e rimanere di fatto in esilio, ma soltanto dopo la creazione di un Consiglio presidenziale transitorio che permettesse il governo del Paese. Ma la formazione di questo organo è stata afflitta da ritardi e disaccordi interni e a oggi i nove membri........

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