Roma, 21 febbraio 2024 – Il Fisco fa lo sconto sulle sanzioni sia penali sia amministrative per chi non è in regola con i pagamenti. Il governo sistema un altro tassello della riforma fiscale. “Una rivoluzione – spiega il viceministro con la delega per il Fisco Maurizio Leo – che vuole avvicinarci all’Europa ed è mirata a costruire un sistema più equo e giusto a vantaggio di cittadini e imprese". In particolare, le sanzioni amministrative "verranno ridotte da un quinto a un terzo, avvicinandole ai parametri europei e introducendo un principio di maggiore proporzionalità". Per le sanzioni penali, “verranno adeguate le norme relative alla non punibilità agli indirizzi emersi dalla giurisprudenza, aiutando chi non può pagare per cause di forza maggiore, chi decide comunque di mettersi in regola, anche attraverso la rateizzazione, pagando l'intera imposta, le sanzioni (ridotte) e gli interessi".

Ma ecco, i capitoli più importanti del decreto legislativo varato oggi dal Consiglio dei ministri.

Chi non presenta la dichiarazione dei redditi e dell’Irap attualmente rischia una sanzione amministrativa che può arrivare al 240% dell’importo non versato. Con la riforma approvata oggi il massimo della sanzione sarà del 120%.

Ad esempio, in caso di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi e dell'Irap oppure nel caso di omessa presentazione della dichiarazione del sostituto d'imposta, la sanzione, attualmente dal 120 al 240% dell'ammontare, passa al ‘120%’. Se si dichiara meno dell'accertato o del dovuto, la sanzione, ora dal 90% al 180%, passa al 70%: ma viene aumentata (anziché della metà, “dalla metà al doppio”) con comportamento fraudolento.

Il decreto legislativo prevede che se nella dichiarazione figura un reddito o un valore della produzione imponibile inferiore a quello accertato, o comunque, un'imposta inferiore a quella dovuta o un credito superiore a quello spettante, si applica la sanzione amministrativa del 70% della maggior imposta dovuta o della differenza del credito utilizzato, con un minimo di 150 euro. La stessa sanzione si applica se nella dichiarazione sono esposte indebite detrazioni d'imposta ovvero indebite deduzioni dall'imponibile, anche se esse sono state attribuite in sede di ritenuta alla fonte. Attualmente, in questi casi, la sanzione dovuta va da un minimo del 90% ad un massimo del 180%.

L'indebita compensazione non è punita quando esiste incertezza nella valutazione dei crediti non spettanti. La punibilità è esclusa quando "anche per la natura per la natura tecnica delle valutazioni, sussistono condizioni di obiettiva incertezza in ordine agli specifici elementi o alle particolari qualità che fondano la spettanza del credito". Resta confermato che è punito con la reclusione da sei mesi a due anni chiunque non versa le somme dovute, utilizzando in compensazione crediti non spettanti, per un importo annuo superiore a cinquantamila euro.

Più tempo per usufruire del dimezzamento delle pene per reati tributari. Le pene per i reati tributari sono diminuite fino alla metà e non si applicano le pene accessorie "se, prima della chiusura del dibattimento di primo grado, il debito tributario, comprese sanzioni amministrative e interessi, è estinto", oppure è "in fase di estinzione attraverso rateizzazione" anche a seguito delle procedure conciliative e di adesione all'accertamento. Attualmente lo sconto di pena si ottiene se il debito tributario viene estinto "prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado" con "pagamento integrale degli importi dovuti" anche a seguito delle procedure conciliative.

L’obiettivo è di ridimensionare o cancellare le penali per chi non paga le tasse a causa di “fatti non imputabili al contribuente”. In particolare, spiega il viceministro, “per le sanzioni penali, verranno adeguate le norme relative alla non punibilità con gli indirizzi emersi dalla giurisprudenza, aiutando chi non può pagare per cause di forza maggiore, chi decide comunque di mettersi in regola, anche attraverso la rateizzazione, pagando l'intera imposta, le sanzioni (ridotte) e gli interessi”. Verranno invece colpiti i comportamenti fraudolenti, simulatori ed omissivi a danno del fisco". "Lo Stato infatti deve venire incontro ai contribuenti onesti, ma non può e non deve abbassare la guardia nei confronti di coloro che fanno i furbi", conclude Leo.

QOSHE - Sanzioni e reati penali, così il Fisco fa lo sconto - Antonio Troise
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Sanzioni e reati penali, così il Fisco fa lo sconto

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21.02.2024

Roma, 21 febbraio 2024 – Il Fisco fa lo sconto sulle sanzioni sia penali sia amministrative per chi non è in regola con i pagamenti. Il governo sistema un altro tassello della riforma fiscale. “Una rivoluzione – spiega il viceministro con la delega per il Fisco Maurizio Leo – che vuole avvicinarci all’Europa ed è mirata a costruire un sistema più equo e giusto a vantaggio di cittadini e imprese". In particolare, le sanzioni amministrative "verranno ridotte da un quinto a un terzo, avvicinandole ai parametri europei e introducendo un principio di maggiore proporzionalità". Per le sanzioni penali, “verranno adeguate le norme relative alla non punibilità agli indirizzi emersi dalla giurisprudenza, aiutando chi non può pagare per cause di forza maggiore, chi decide comunque di mettersi in regola, anche attraverso la rateizzazione, pagando l'intera imposta, le sanzioni (ridotte) e gli interessi".

Ma ecco, i capitoli più importanti del decreto legislativo varato oggi dal Consiglio dei ministri.

Chi non presenta la dichiarazione dei redditi e........

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