Roma, 4 dicembre 2023 – A me quota 40 non basta. E non la sto buttando in politica, mica mi riferisco alle pensioni. Sto pensando alle medaglie olimpiche…". Giovanni Malagò governa lo sport italiano dal 2013. Non gli mancano i detrattori, c’è chi lo considera il classico ‘piacione’ romano, eccetera. Ma sarà perché lo conosco da una vita, per colpa o merito del comune amico Montezemolo ("Luca ha sempre la Ferrari nel cuore, pagherebbe di tasca sua pur di tornare a vederla vincere!"), ma insomma, se c’è uno che crede in quello che fa è proprio lui, Malagò Giovanni, nato a Roma 64 anni fa. Magari non è poco, nell’Italia nella quale ci è dato vivere.

"E per me lo sport è lo strumento ideale per favorire l’integrazione, l’inclusione, la condivisione – spiega il presidente del CONI –. Mi rendo conto che sembrano parole rituali, eppure è una convinzione alla quale non intendo rinunciare".

Lo sport è anche educazione.

"Sempre. La radice dell’agonismo è il senso civico. Poi siamo sempre a rischio retorica…"

Fa niente, adesso torniamo subito sulla terra. La terra di Parigi 2024: quanti podi azzurri prenotiamo?

"Allora, a Tokyo nel 2021 ne abbiamo collezionati quaranta".

In una atmosfera speciale, eravamo assediati dal Covid.

"Ricordo benissimo. Gli stadi senza folla, gli impianti deserti, gli atleti che gareggiavano nel vuoto. Ma fu una lezione bellissima di resilienza e di resistenza".

Con esplosioni incredibili di gioia collettiva, penso alla notte di Jacobs e Tamberi.

"Non solo! Ogni medaglia ha dentro e dietro una storia speciale".

In Giappone furono quaranta.

"Così torniamo al tema! Beh, a Parigi il sogno è di fare meglio".

Temo non sarà semplice.

"Come CONI non ci nascondiamo le difficoltà, ovviamente. Ma è fuori discussione l’impegno di tutti. Anzi, posso aggiungere una cosa?"

Anche due.

"Mi aspetto molto da quelle discipline che a Tokyo non ottennero i risultati sperati".

Ad esempio la scherma.

"Non solo. Ho in mente il pentathlon ed altre realtà. Vogliamo cogliere i frutti di un lavoro che appartiene ad ogni singola federazione".

E poi ci sarà anche Sinner, nuovo idolo nazionalpopolare.

"Con il trionfo dei ragazzi in Coppa Davis e con la finale delle ragazze nella Billie Jean King Cup il tennis ha regalato emozioni meravigliose".

Ma perché tra Malagò e Binaghi, presidente federtennis, il rapporto è pessimo?

"Io ho invitato tutti a volare alto e non cambio idea. Meglio volare alto, alla maniera di Sinner".

Che potrebbe vincere l’oro ai Giochi parigini.

"So che Jannik ci tiene tantissimo. L’Olimpiade si giocherà sulla terra del Roland Garros. Sarà un torneo affascinante".

La sua potrebbe essere la medaglia numero 41, visto che sarà assegnata alla fine.

"Beh, lui è un tale campione che abbiamo diritto di sognare".

Ultima cosa: quanto ci dobbiamo preoccupare per l’Olimpiade invernale di Milano-Cortina del 2026?

"Fa parte del mio ruolo segnalare ansie, auspicare il superamento dei ritardi, battermi per rimuovere i colli di bottiglia. I Giochi sono una grande occasione per tutto il Paese, è bene tutti ne siano consapevoli".

Montezemolo non avrebbe saputo dire di meglio.

"Allora non raccontiamolo a Luca, se no si monta la testa…"

QOSHE - Olimpiadi di Parigi 2024, Malagò fissa il traguardo: "Andremo oltre quota 40" - Leo Turrini
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Olimpiadi di Parigi 2024, Malagò fissa il traguardo: "Andremo oltre quota 40"

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04.12.2023

Roma, 4 dicembre 2023 – A me quota 40 non basta. E non la sto buttando in politica, mica mi riferisco alle pensioni. Sto pensando alle medaglie olimpiche…". Giovanni Malagò governa lo sport italiano dal 2013. Non gli mancano i detrattori, c’è chi lo considera il classico ‘piacione’ romano, eccetera. Ma sarà perché lo conosco da una vita, per colpa o merito del comune amico Montezemolo ("Luca ha sempre la Ferrari nel cuore, pagherebbe di tasca sua pur di tornare a vederla vincere!"), ma insomma, se c’è uno che crede in quello che fa è proprio lui, Malagò Giovanni, nato a Roma 64 anni fa. Magari non è poco, nell’Italia nella quale ci è dato vivere.

"E per me lo sport è lo strumento ideale per favorire l’integrazione, l’inclusione, la condivisione – spiega il presidente del CONI –. Mi rendo conto che sembrano parole........

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