Sebbene abbia registrato una frenata nel corso del 2023 - almeno in Italia, in coincidenza con un più generale indebolimento dei consumi alimentari considerati superflui, gravati dall’inflazione – il mercato delle bevande analcoliche o a bassa gradazione è destinato a crescere di almeno un terzo entro il 2026. Non solo: a fronte di un calo – a livello mondiale – nei consumi di vino e alcolici (dovuto sia alla difficile congiuntura economica, sia alla maggior diffusione delle tendenze salutistiche), il mercato di birre, vini e bevande analcoliche continua a espandersi. È quanto emerge dall’ultimo rapporto Bevtrac dell’Iwsr - International wine & spirits research, nota società britannica di ricerche di mercato: nel 2023 la crescita in volume è stimata del +5%, per un valore di oltre 13 miliardi di euro, e si prevede che la categoria del no/low alcohol (già ribattezzata dagli analisti con l’acronimo ‘NoLo’) crescerà del 6% annuo, in volume, fino al 2027. L’ascesa sarà trainata soprattutto dalle bevande analcoliche, a +7%, mentre per quelle a basso tenore alcolico la previsione è di un +3% all’anno.

Secondo l’Iwsr, i consumatori di bevande analcoliche che bevono abitualmente anche alcolici rappresentano ben il 78% del mercato. Risultano in aumento, inoltre, coloro che si astengono dall'alcol in alcune occasioni, denominati nel rapporto ‘consumatori occasionali’ o moderati. Tuttavia, anche il numero di consumatori che rinunciano del tutto all’alcol è in costante incremento, soprattutto tra i giovani adulti (la cosiddetta ‘generazione Z’, ovvero i nati tra il 1996 e il 2010): questo dato demografico continuerà a essere rilevante per la crescita del settore. Altra curiosità emersa dall’indagine: in tutte le aree del mondo prese in considerazione, per il 50% di coloro che, nel 2023, hanno bevuto una birra analcolica o un vino dealcolato, era la prima volta. Un segnale che sempre più persone, anche nei Paesi in cui si consumano bevande alcoliche, sono disposte a provare prodotti alternativi. Lo sviluppo di tali prodotti sarà guidato da marchi già esistenti, che entreranno - o sono entrati - nel segmento delle bevande a basso contenuto di alcol o a zero alcol.

Se i produttori di birra hanno già introdotto da tempo le opzioni analcoliche, lo sviluppo del vino dealcolato è più recente e vede fra i pionieri del settore l’Australia: basti pensare al successo stratosferico dello ‘Sparkling Rosé 0% alcohol’ lanciato da Kylie Minogue, celeberrima artista pop australiana divenuta produttrice di vino. Nel solo mese di dicembre dello scorso anno, riportano i media anglosassoni, è stata venduta una bottiglia ogni dieci secondi. La ‘no alcol revolution’ si traduce in un nuovo segmento di consumatori e potenziali clienti per cui produttori di vino, birrifici e distillerie si sono già messi in gioco per creare bevande senza o a basso contenuto alcolico. In questo scenario, il mondo della ristorazione non è rimasto a guardare, ma ha implementato, nella propria offerta, gli abbinamenti e i percorsi di degustazione a gradazione zero.

Il settore ‘NoLo’ è spinto soprattutto dallo slogan ‘good for you’ (letteralmente, ‘meglio per te’): un terzo dei consumatori indica infatti salute e benessere come motivazioni per scegliere opzioni senza alcol o a basso contenuto di alcol. Ciò ha influito, naturalmente, sulla comunicazione relativa a tali prodotti: alcune birre analcoliche, ad esempio, vengono addirittura promosse come opzione per l'idratazione post-allenamento. L’attenzione a salute e benessere ha influito positivamente anche sul comparto delle cosiddette ‘bevande funzionali’, caratterizzate, cioè, dall’aggiunta di vitamine, nutrienti, erbe officinali e sostanze adattogene (in grado di migliorare la resistenza o ridurre la stanchezza).

Proprio in Italia – più precisamente in Emilia-Romagna, terra caratterizzata da una tradizione enologica millenaria – debutterà la prima fiera dedicata esclusivamente alle bevande analcoliche o a basso contenuto di alcol: a Bologna, il 15 gennaio, si terrà infatti la NoLo Bolo Fair. Durante l’evento sarà possibile assaggiare le creazioni di più di 20 produttori della scena italiana e internazionale: non solo vini dealcolati, ma anche toniche, kefir, kombucha e spirits a gradazione zero. L’iniziativa si rivolge sia agli operatori del settore, sia a tutte quelle persone che non possono o non vogliono consumare alcol e intendono conoscere da vicino un linguaggio del bere in forte ascesa.

QOSHE - Bevande no-alcol, è boom in tutto il mondo - Maddalena De Franchis
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Bevande no-alcol, è boom in tutto il mondo

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13.01.2024

Sebbene abbia registrato una frenata nel corso del 2023 - almeno in Italia, in coincidenza con un più generale indebolimento dei consumi alimentari considerati superflui, gravati dall’inflazione – il mercato delle bevande analcoliche o a bassa gradazione è destinato a crescere di almeno un terzo entro il 2026. Non solo: a fronte di un calo – a livello mondiale – nei consumi di vino e alcolici (dovuto sia alla difficile congiuntura economica, sia alla maggior diffusione delle tendenze salutistiche), il mercato di birre, vini e bevande analcoliche continua a espandersi. È quanto emerge dall’ultimo rapporto Bevtrac dell’Iwsr - International wine & spirits research, nota società britannica di ricerche di mercato: nel 2023 la crescita in volume è stimata del 5%, per un valore di oltre 13 miliardi di euro, e si prevede che la categoria del no/low alcohol (già ribattezzata dagli analisti con l’acronimo ‘NoLo’) crescerà del 6% annuo, in volume, fino al 2027. L’ascesa sarà trainata soprattutto dalle bevande analcoliche, a 7%, mentre per quelle a basso tenore alcolico la previsione è di un 3%........

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