Torino, 11 novembre 2023 – Fuma 100 sigarette al giorno, pesa 200 chili, non riesce a camminare. Condizioni di salute incompatibili con la detenzione, decreta il tribunale di sorveglianza. In galera non si fa la dieta. E le barriere architettoniche non aiutano il movimento di un detenuto con una polineuropatia a braccia e gambe, condannato a un eventuale infarto e a 30 anni per omicidio volontario. E così Dimitri Fricano, 35enne di Biella che durante un banale litigio massacrò a coltellate la fidanzata Erika Preti di 28, passa dal carcere ai domiciliari in quanto "obeso e iperfumatore". I giudici hanno stabilito che deve essere curato. Gli avvocati difensori Alessandra Guarini e Roberto Onida spiegano che quando sei anni fa è entrato alle Vallette di Torino l’uomo pesava 120 chili, che un penitenziario non è il luogo adatto per garantire pasti ipocalorici e che oggi è "in pericolo di vita legato al rischio cardiovascolare".

"Una decisione vergognosa – è la reazione di Fabrizio Preti, il papà della vittima di femminicidio – lui ai domiciliari, noi piangiamo nostra figlia ogni giorno". Erika e Dimitri si erano conosciuti da ragazzini. "Sapevamo che non stava bene – disse il padre della ragazza dopo l’omicidio –. A volte aveva sbalzi di umore. Ma nessuno avrebbe potuto immaginare che si sarebbe trasformato in un mostro. Per noi era come un figlio".

La mattina dell’11 giugno 2017 le borse per la spiaggia erano già pronte e la coppia spalmava la marmellata sulle fette biscottate. Una villetta di San Teodoro, in Sardegna, l’ultimo spezzone di una relazione in crisi che andava verso il naufragio. "Stai facendo troppe briciole", disse Erika. Dimitri non la prese bene. Cominciò a insultarla. Allora lei lo colpi con un fermacarte. E lui la ammazzò con 57 coltellate. Poi respinse le accuse, parlò di un tentativo di rapina finito male. Ma dopo un mese andò in procura a Biella a consegnare una confessione glaciale: "Mi ha insultato per il pane, mi ha colpito in testa e l’ho uccisa". Alla prima versione nessuno aveva mai creduto: i carabinieri avevano sempre escluso la presenza di una terza persona sulla scena del delitto, Fricano era stato subito indagato per omicidio volontario. Passò due settimane all’ospedale di Olbia per le ferite, crollò una volta rientrato a casa e la condanna divenne definitiva nell’aprile 2022. Ora a casa ci torna di nuovo: "A causa dell’obesità e delle limitazioni funzionali non è in grado di assolvere autonomamente alle proprie necessità quotidiane e ha bisogno di un’assistenza che non è possibile dispensare in istituto".

QOSHE - Uccise la fidanzata. È obeso e fuma, va ai domiciliari. Il papà di lei: orrore - Viviana Ponchia
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Uccise la fidanzata. È obeso e fuma, va ai domiciliari. Il papà di lei: orrore

10 0
11.11.2023

Torino, 11 novembre 2023 – Fuma 100 sigarette al giorno, pesa 200 chili, non riesce a camminare. Condizioni di salute incompatibili con la detenzione, decreta il tribunale di sorveglianza. In galera non si fa la dieta. E le barriere architettoniche non aiutano il movimento di un detenuto con una polineuropatia a braccia e gambe, condannato a un eventuale infarto e a 30 anni per omicidio volontario. E così Dimitri Fricano, 35enne di Biella che durante un banale litigio massacrò a coltellate la fidanzata Erika Preti di 28, passa dal carcere ai domiciliari in quanto "obeso e iperfumatore". I giudici hanno........

© Quotidiano


Get it on Google Play