Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara con l’assessore all’Istruzione, formazione e lavoro di Regione Lombardia Simona Tironi nei laboratori dell’Istituto Galdus di Milano (foto Ansa) @media only screen and (min-width: 501px) { .align_atf_banner{ float:left; } }

«Un riscontro eccezionale»: i numeri definitivi li sapremo solo oggi ma sono più di cento le scuole che hanno aderito alla “riforma Valditara”, il cosiddetto “4+2” con il quale il ministro ha promesso di rilanciare l’istruzione tecnico-professionale in Italia.

Lo ha anticipato ieri lo stesso Giuseppe Valditara in visita all’Istituto Galdus di Milano: le richieste di attivare i nuovi percorsi sono arrivate da decine di realtà lombarde, ma la proposta è stata accolta «molto bene anche nel Mezzogiorno, in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Lazio. C’è voglia di crescita, riscatto, di collegamento sempre più stretto tra mondo del lavoro e mondo della scuola», ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito ai giornalisti, «e sono state tante le filiere – e filiere anche molto ricche – con molte imprese coinvolte».

La risposta eccezionale della Lombardia alla riforma Valditara

Quella della nuova filiera formativa tecnologico-professionale, che partirà dal prossimo anno scolastico coinvolgendo istituti tecnici, istituti professionali statali, percorsi Ifts, IeFp regionale e Its Academy, non somiglierà a nessun’altra sperimentazione precedente, assicura Valditara: «Non si tratta di una mera riduzione del programma che da quinquennale diventa quadriennale. Puntiamo su programmi nuovi; puntiamo, come si fa in Germania, Svezia, Svizzera e Austria, sulla qualità piuttosto che sulla quantità. E lo faremo a organici invariati».

La Lombardia, assicura da parte sua Simona Tironi, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione che per prima e con numeri di filiere maggiori ha aderito alla riforma, è pronta a cominciare. E con una sperimentazione significativa: 34 candidature, 29 scuole coinvolte, 42 enti IeFP e 20 le fondazioni Its e oltre 1.500 studenti lombardi interessati. «Esistono già filiere consolidate e complete, da sempre facciamo formazione con le imprese: quello tra scuola e lavoro in Lombardia è un ponte già molto solido».

«Metà delle qualifiche richieste non sono offerte dalle scuole»

L’Italia è il secondo Paese manifatturiero in Europa: secondo i dati Unioncamere Excelsior, dalla meccatronica all’informatica (la filiera dei servizi che in Lombardia per esempio ha aderito con maggiore entusiasmo al progetto di riforma) serviranno da qui al 2027 almeno 508 mila addetti, ma «il 48 per cento delle qualifiche richieste dal mondo produttivo non vengono offerte dal nostro sistema scolastico», ha spiegato il ministro, «con una perdita di Pil imponente, ma soprattutto con una perdita di possibilità occupazionali per i nostri giovani allarmante. Ecco perché le associazioni di categoria, dalla Confindustria a Coldiretti, non solo hanno condiviso la riforma, ma ci hanno chiesto di partire rapidamente: il mondo della produzione ha un bisogno drammatico di competenze e i nostri giovani non trovano lavoro. Possiamo trasformare l’emergenza in opportunità ma dobbiamo partire subito. E grazie al lavoro di tanti presidi e docenti che si sono attivati per consentire alla riforma di partire già dal prossimo anno scolastico, siamo pronti: dal 2024-2025 partirà la sperimentazione».

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L’appello di Valditara alle famiglie: «Fidatevi, i ragazzi saranno preparati meglio e prima al lavoro»

Il 18 gennaio si apriranno le iscrizioni: l’appello del ministro alle famiglie è di fidarsi perché i nuovi percorsi consentiranno ai ragazzi di entrare nella formazione professionale (Its), universitaria o nel mondo del lavoro un anno prima, garantendo loro una preparazione migliore. I punti cardine? rafforzamento delle materie di base (italiano, matematica, inglese, che come attestano le statistiche Ocse e Invalsi restano il tallone d’Achille della nostra scuola tecnico-professionale); rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro; modalità didattiche innovative, con docenti ed esperti provenienti dal mondo produttivo e professionale. E una fortissima spinta all’internazionalizzazione con più scambi internazionali, stage all’estero. «Ho deciso inoltre di creare una divisione apposita del ministero per inquadrare e incoraggiare ricerca e innovazione che verranno fatte all’interno dei nostri istituti tecnico-professionali. Sarà un mondo veramente nuovo, molto moderno, in grado di competere con le migliori scuole tedesche, svizzere, del centro e del nord Europa. E ripeto, a organico invariato, così da garantire una maggiore attenzione al rapporto con gli studenti».

Il tutto, ribadisce il ministro, in stretta sinergia con il percorso della formazione professionale regionale di qualità «che abbiamo voluto riconoscere e valorizzare». Chi esce da un percorso IeFp regionale potrà infatti accedere direttamente ai percorsi di Istruzione e formazione tecnica superiore (Its Academy di 2 anni) dopo il diploma di quarto anno, nonché alla maturità per un eventuale percorso universitario successivo. Nessuna possibilità in questo modo andrà persa, sottolinea il presidente di Galdus Diego Montrone.

Allievi della scuola professionale Galdus (foto Ansa)

L’alleanza tra scuola e maestri orafi

Il ministro ha incontrato i ragazzi e gli imprenditori della scuola professionale di via Pompeo Leoni, prossima ad attivare il 4+2 ma già fuoriclasse dell’alta formazione e da anni “base” per aziende come Panino Giusto o Pomellato. È qui che Sabina Belli, ceo della maison dei maestri orafi fondata a Milano nel 1967, ha raccontato al ministro come è nato il percorso formativo Pomellato Virtuosi, mirato a tramandare ai giovani competenze artigianali uniche: «Quando i maestri orafi, depositari delle tecniche più antiche, iniziarono ad andare in pensione ci siamo resi conto che la nuova generazione non era in grado di raccoglierne il testimone. Questo per due motivi: i maestri, vivendo un mestiere “in solitaria”, non erano portati né erano stati “formati” a trasmettere il proprio sapere; i secondi scontavano il pregiudizio tutto italiano della liceizzazione della scuola che tanti colletti bianchi e laureati, orgoglio delle famiglie, aveva prodotto relegando i “mestieri della mano”, dell’artigianato, a percorsi di seconda categoria».

La copertina del numero di gennaio 2023 di Tempi, dedicata alla scuola secondo il ministro Valditara

Da qui, nel 2018, l’alleanza con Galdus per favorire il ricambio generazionale e trasferire ai ragazzi, grazie alla disponibilità degli orafi più competenti della maison, i segreti del mestiere in un mondo che si fa sempre più tecnologico e digitale grazie alle stampanti 3d e all’intelligenza artificiale. Il percorso di filiera, della durata di 7 anni, si chiude già con l’Istituto Tecnico superiore dedicato al settore orafo, «per questo non possiamo che sostenere la riforma. Sappiamo – continua Belli – e i numeri lo provano, che al 90 per cento questi studi vengono convertiti in un mestiere con contrato a tempo indeterminato e buona remunerazione. E sappiamo quanto conta per ragazzi di 13, 15, 17 anni incontrare un maestro, una figura di riferimento proprio come quella favorita dalla riforma grazie al rafforzamento dell’apprendistato, che sappia indirizzarlo con passione anche ai doveri e diritti della vita professionale, all’eleganza, alla puntualità e al rigore che il lavoro richiede».

A scuola dai ragazzi di Galdus. Cioè all’opera

Basta guardare i ragazzi di Galdus che studiano elettricità e domotica, panificazione e pasticceria, orificeria, food & hospitality, quattro dei sette indirizzi di studio proposti dalla scuola, composti e attenti mentre il ministro risponde alle domande dei giornalisti, ora sui docenti tutor e docenti orientatori (introdotti da settembre riscuotendo «un successo straordinario, il 99 per cento dei tutor e il 96 per cento degli orientatori sarà coperto») ora sul liceo del Made in Italy («aspettate i risultati e vedrete»).

Proprio loro in divisa o grembiule rappresentano il volto più concreto della scuola raccontata da Valditara e della necessità di una rivoluzione che scardini quella che il ministro chiama visione della scuola “piramidale” coi suoi pregiudizi nei confronti dei percorsi professionali, e al contempo della scuola come “teoria”, distanza dal mondo dell’operosità e di quella concretezza che nutre il talento di chi dispone di una intelligenza pratica. «Ribadisco sempre che la mia vuole essere la scuola delle due “L”: libertà e lavoro. Libertà di formare cittadini adulti e responsabili e lavoro quale valore costituzionale. Perché una scuola che educhi un ragazzo alla sola libertà, senza offrire le competenze per la realizzazione professionale, è una scuola che fa il suo compito a metà».

QOSHE - Alla scuola di Valditara, cioè all’opera - Caterina Giojelli
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Alla scuola di Valditara, cioè all’opera

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16.01.2024
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara con l’assessore all’Istruzione, formazione e lavoro di Regione Lombardia Simona Tironi nei laboratori dell’Istituto Galdus di Milano (foto Ansa) @media only screen and (min-width: 501px) { .align_atf_banner{ float:left; } }

«Un riscontro eccezionale»: i numeri definitivi li sapremo solo oggi ma sono più di cento le scuole che hanno aderito alla “riforma Valditara”, il cosiddetto “4 2” con il quale il ministro ha promesso di rilanciare l’istruzione tecnico-professionale in Italia.

Lo ha anticipato ieri lo stesso Giuseppe Valditara in visita all’Istituto Galdus di Milano: le richieste di attivare i nuovi percorsi sono arrivate da decine di realtà lombarde, ma la proposta è stata accolta «molto bene anche nel Mezzogiorno, in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Lazio. C’è voglia di crescita, riscatto, di collegamento sempre più stretto tra mondo del lavoro e mondo della scuola», ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito ai giornalisti, «e sono state tante le filiere – e filiere anche molto ricche – con molte imprese coinvolte».

La risposta eccezionale della Lombardia alla riforma Valditara

Quella della nuova filiera formativa tecnologico-professionale, che partirà dal prossimo anno scolastico coinvolgendo istituti tecnici, istituti professionali statali, percorsi Ifts, IeFp regionale e Its Academy, non somiglierà a nessun’altra sperimentazione precedente, assicura Valditara: «Non si tratta di una mera riduzione del programma che da quinquennale diventa quadriennale. Puntiamo su programmi nuovi; puntiamo, come si fa in Germania, Svezia, Svizzera e Austria, sulla qualità piuttosto che sulla quantità. E lo faremo a organici invariati».

La Lombardia, assicura da parte sua Simona Tironi, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione che per prima e con numeri di filiere maggiori ha aderito alla riforma, è pronta a cominciare. E con una sperimentazione significativa: 34 candidature, 29 scuole coinvolte, 42 enti IeFP e 20 le fondazioni Its e oltre 1.500 studenti lombardi interessati. «Esistono già filiere consolidate e complete, da sempre facciamo formazione con le imprese: quello tra scuola e lavoro in Lombardia è un........

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