Pablo Picasso e Françoise Gilot immortalati nell’agosto 1940 da Robert Capa. Quando si conobbero lei aveva 21 anni, lui 61 (foto Ansa)

La rivincita di Françoise Gilot: Picasso cercò di distruggerla, ora lei occupa una sala nel suo museo a Parigi, scrivono i giornali, che per ricordare chi è Françoise Gilot devono ricordare che era l’amante di Picasso, la musa di Picasso, l’unica donna che ha mollato Picasso, era stato Picasso a infilarla in una black list e offuscare il suo talento. E chi le dà spazio? Il Museo Picasso. E perché darle spazio? Per riparare ai torti di Picasso. E perché è una notizia? Perché c’entra Picasso.

Quando morì, un anno fa, 6 giugno 2023, dal New York Times a Le Monde tutta la stampa titolò su Picasso (“Françoise Gilot, l’artista che visse all’ombra di Picasso, è morta a 101 anni”, “È morta a 101 anni Françoise Gilot, la pittrice che abbandonò Picasso”). Appena compì cent’anni, i giornali scrissero che doveva arrivare centenaria perché il mondo riconoscesse il suo talento a prescindere da Picasso, lei che «condivise dieci anni con Picasso», «subì le violenze di Picasso», «cento anni nonostante Picasso», «Perché una grande pittrice vissuta fino a 101 anni è ancora definita da un uomo che ha lasciato negli anni ’50?».

Picasso odiava Françoise Gilot? Il Museo Picasso la espone

Picasso era morto nel 1973 e perché gli stessi giornali avessero aspettato 50 anni per riabilitare Françoise Gilot resta un mistero. La notizia di oggi invece è chiarissima: il Museo Picasso esporrà alcune opere (prese in prestito temporaneamente da collezionisti privati) di Françoise Gilot, l’ex compagna di Picasso che Picasso ha cercato di distruggere e che dopo la separazione da Picasso fu evitata e punita in patria.

Il dipinto di Françoise Gilot “Portrait de Genevieve avec un collier colombes” (foto Ansa)

Ora parlerà solo la sua arte: come spiega al Guardian un portavoce del Museo Picasso – fresco di ristrutturazione e che in una delle sue nuove sale, con la curatela di Joanne Snrech, ospita appunto alcune opere dell’artista che più odiava e più fu odiata da Picasso – Gilot «non viene presentata come la musa o l’ispirazione di Picasso. Non ci sono ritratti o fotografie che lui le ha scattato; si concentra invece su Françoise Gilot come artista».

Mai dire Picasso nonostante Picasso

Picasso non perdonò mai Gilot di averlo abbandonato né di avergli portato via due figli ed è verissimo che le fece terra bruciata intorno, distruggendo tutte le sue cose e intimando alla Galleria Louise Leiris o il Salon de Mai di non esporre mai più le sue opere: «Oggi questo intervento aggressivo viene finalmente visto per quello che era: le azioni devastanti di un bullo», scriveva un anno fa il quotidiano britannico chiedendo di porre fine al “trattamento vergognoso” subito dalla Gilot snobbata dal mondo quando Picasso era stato celebrato con oltre 50 mostre nel cinquantenario della morte («agli uomini vengono concessi pass gratuiti, alle donne no»).

Lo scatto originale di Robert Capa (foto Ansa)

È anche vero che al di là del bullismo la donna conquistò un posto nell’immaginario collettivo quale “musa di Picasso” grazie a dieci anni con Picasso, due figli con Picasso, il Portrait de Françoise di Picasso, una foto iconica, scattata da Robert Capa e che la mostra sorridente, con i lunghi capelli corvini sciolti sulla spiaggia insieme – ahinoi – a Picasso, che cammina dietro di lei facendole ombra con un grande ombrellone. Ed è vero anche che pochi anni dopo la rottura con Picasso Gilot sposò un altro artista, Luc Simon, da cui ebbe un’altra figlia, Aurelia, ma dal quale divorziò nel ‘62 per poi pubblicare, nel ‘64, la sua biografia col titolo Vivre avec Picasso (un milione di copie, tradotto il 16 lingue), un vespaio sollevato in Francia dove secondo Philippe Dagen «sarebbe un eufemismo dire che l’interesse per il lavoro di Gilot è arrivato tardi e minimo», ha scritto lo storico e critico d’arte su Le Monde alla morte della pittrice, suggerendo che «una retrospettiva al Museo Picasso di Parigi» della donna che dopo la biografia su Picasso andò a fare carriera negli Stati Uniti, fosse «sicuramente imperativa», «E quando si tratterà di valutare la straordinaria arte e vita di Gilot, Picasso sarà confinato nella sua ombra», ha aggiunto Sacha Llewellyn, direttora di RAW (Rediscovering Art by Women).

Ora Gilot è nel “posto che le spetta” (nel Museo di un bullo vecchione)

«Chi era Françoise Gilot se non una delle tante donne di Picasso, quindi una comparsa che secondo l’uso di mondo avrebbe dovuto esprimere devozione, sottomissione, cura, adorazione, totale dipendenza per quel venerato gigante dell’arte, annientandosi? Alla storia, come altre, sarebbe passata per il privilegio di aver dormito con un vecchione che però era Picasso», scriveva un anno fa Natalia Aspesi. Ora passerà alla storia come la donna che ritrovò un suo posto al sole, anzi, «il posto che le spetta» (copy Libération) nel Museo di un bullo vecchione come Picasso (che condusse tutte le altre sue muse a morte e pazzia) grazie a quella tendenza a surfare l’onnivoro ciclone della colpa che tanto va per la maggiore oggi tra élite e musei.

Ricordate l’operazioncina di damnatio memoriae di quel pedofilo colonialista di Gauguin della National Gallery? La rimozione dalla Manchester Art Gallery di Ila e le Ninfe del pittore preraffaellita John William Waterhouse? La petizione per rimuovere dal Metropolitan Museum of Art Thérèse Dreaming di Balthus? Gli alert a tema molestie e maltrattamenti inseriti da Museum of Fine Arts di Boston nel centenario di Egon Schiele? I provvedimenti presi dal Ludwig Museum di Colonia verso Otto Mueller? La “Regolazione della terminologia coloniale” inaugurata al Rijksmuseum di Amsterdam e la “decolonizzazione in chiave antirazzista” del Museo reale dell’Africa Centrale a Bruxelles? E la riparazione a secoli di razzismo del Musée d’Orsay di Parigi con la mostra intitolata “Le modèle noir”? Di queste cose Tempi aveva scritto qui.

La profezia di Picasso

Dite, non c’entra niente col talento di Gilot? Certo, ma dice qualcosa a proposito della tanto pubblicizzata idea dell’establishment parigino di mostrarlo al pubblico inneggiando alla rivincita, alla riabilitazione, al “posto che le spetta” proprio lì, nel Museo intitolato al pittore che riconosceva «soltanto due tipi di donne, le dee e gli zerbini», figuriamoci le opere. «Credi che le persone saranno interessate a te? Non lo saranno mai, davvero – raccontava Gilot che le avesse detto così Picasso quando lei lo lasciò -. Sarà solo una sorta di curiosità che avranno nei confronti di una persona la cui vita ha toccato la mia così intimamente». Non solo artista ma anche profeta: a quale museo o giornale interesserebbe la rivincita e l’arte di Françoise Gilot non fosse stata l’amante, la musa, la donna che scaricò Picasso?

QOSHE - Françoise Gilot, oltre a Picasso c’è di più (ma senza Picasso non c’è titolo) - Caterina Giojelli
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Françoise Gilot, oltre a Picasso c’è di più (ma senza Picasso non c’è titolo)

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17.03.2024
Pablo Picasso e Françoise Gilot immortalati nell’agosto 1940 da Robert Capa. Quando si conobbero lei aveva 21 anni, lui 61 (foto Ansa)

La rivincita di Françoise Gilot: Picasso cercò di distruggerla, ora lei occupa una sala nel suo museo a Parigi, scrivono i giornali, che per ricordare chi è Françoise Gilot devono ricordare che era l’amante di Picasso, la musa di Picasso, l’unica donna che ha mollato Picasso, era stato Picasso a infilarla in una black list e offuscare il suo talento. E chi le dà spazio? Il Museo Picasso. E perché darle spazio? Per riparare ai torti di Picasso. E perché è una notizia? Perché c’entra Picasso.

Quando morì, un anno fa, 6 giugno 2023, dal New York Times a Le Monde tutta la stampa titolò su Picasso (“Françoise Gilot, l’artista che visse all’ombra di Picasso, è morta a 101 anni”, “È morta a 101 anni Françoise Gilot, la pittrice che abbandonò Picasso”). Appena compì cent’anni, i giornali scrissero che doveva arrivare centenaria perché il mondo riconoscesse il suo talento a prescindere da Picasso, lei che «condivise dieci anni con Picasso», «subì le violenze di Picasso», «cento anni nonostante Picasso», «Perché una grande pittrice vissuta fino a 101 anni è ancora definita da un uomo che ha lasciato negli anni ’50?».

Picasso odiava Françoise Gilot? Il Museo Picasso la espone

Picasso era morto nel 1973 e perché gli stessi giornali avessero aspettato 50 anni per riabilitare Françoise Gilot resta un mistero. La notizia di oggi invece è chiarissima: il Museo Picasso esporrà alcune opere (prese in prestito temporaneamente da collezionisti privati) di Françoise Gilot, l’ex compagna di Picasso che Picasso ha cercato di........

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