Walter Veltroni (Ansa)

È morta Vittoria Maioli Sanese. Sto inviando a tutti gli amici la sua intervista a Tempi («La patologia di chi ha ucciso Giulia non si chiama patriarcato. Il problema è molto più serio») in cui parlava del caso Cecchettin. Un esempio di fede intelligente e aperta applicata alla vita.

Miriam Ansaldi email

A noi di Tempi mancherà molto. Era un punto di confronto sempre utile, ragionevole e umano per leggere i fatti di cronaca su cui spesso si costruiscono campagne moralistiche e scandalistiche. Così come ci mancherà il politico lombardo Giulio Boscagli che, come ha detto il cardinale Angelo Scola nell’omelia funebre, era «un uomo mite e creativo, aperto quasi per natura al dialogo con chiunque, anche con chi non la pensava come lui». Boscagli e Maioli Sanese sono stati esempi di come la fede non sia un ostacolo per vivere e comprendere il mondo, ma la bussola per trovarvi il tesoro nascosto.

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Nella regione Veneto si è votato sulla proposta sul fine vita e, per dirla con il Papa, avanza così la “cultura dello scarto”. Allora bisognerebbe leggere la storia romanzata di Cicely Saunders, scritta con eleganza da Emmanuel Exitu per i tipi di Bompiani, per rendersi conto che delle cure palliative e della cura degli incurabili la Saunders avrebbe tanto da insegnare oggi, come in effetti già avviene in alcuni ospedali italiani (non sappiamo in terra inglese, patria della Cicely), che mettono in pratica il suo metodo e la cultura della speranza.

Antonio Petrina email

Grazie Antonio, hai proprio ragione. Il libro di Exitu lo abbiamo recensito qui e io invito a guardare questi dieci minuti di intervista alla Saunders, in particolare dal minuto 7 in avanti, quando risponde alla domanda sull’eutanasia.

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Caro direttore, non so se hai trovato il tempo di leggere l’intervista che Walter Veltroni ha concesso a Repubblica (“Democrazie sotto assedio nel mondo. Il premierato di Meloni è una riforma sbagliata”), ma te la consiglio, una “perla” dopo l’altra! Parte dicendo che «in Italia siamo specialisti nel parlare d’altro» quando, invece, ci sarebbe da affrontare un tema epocale: «La crisi della democrazia». E poiché nel 2024 si vota in molti Paesi del mondo, alla fine potremmo «avere un equilibrio politico sconvolto». A preoccupare Veltroni è, ovviamente, Vladimir Putin (e qui gli si può dare ragione) e poi Trump, Bolsonaro, Milei che, forse Veltroni non si è accorto, ma è un po’ difficile classificarli come «pericoli per la democrazia», dato che al voto degli elettori si sono sottoposti e non l’hanno conquistato con dei colpi di Stato. La vera perla veltroniana è sulle ragioni che hanno portato al successo questa “ultradestra” e “internazionale sovranista” (ma dove?): è tutta colpa dei social che hanno lasciato la gente «sola», in balia della fake news.

Giovanni Serri email

Dice Veltroni che «se sei solo, è molto più facile che tu sia esposto alla crisi della verità. La realtà non è più fattuale». Questo è molto vero, infatti anche noi crediamo che un grave problema di oggi sia la scomparsa di quei corpi intermedi che aiutano il singolo a orientarsi nella vita e a valutare le notizie dei media paragonandole con il proprio vissuto e all’interno di un confronto con le comunità di appartenenza (La frattura tra il sentitodire e il vistocongliocchi è il male del nostro tempo). Il problema che Veltroni non capisce – e con lui tutta la sinistra – è che non è lui il detentore della verità: quindi, se vince la sinistra è il trionfo della democrazia, altrimenti è colpa della destra che sparge fake news sui social. Perché quando vinse Barack Obama i social erano buoni, intelligenti e “democratici” e ora con Trump sono diventati la benzina per alimentare l’autoritarismo? E poi bisognerebbe far notare a Veltroni che Trump è stata bannato dai social, eppure…

Quella di Veltroni è una lettura superficiale e autoassolutoria: pur di non ammettere che le ricette avanzate dai liberal in questi anni si sono dimostrate fallimentari e che la gente ne ha un po’ piene le tasche delle sue prediche perbeniste e dei suoi affari, allora dà la colpa alle fake news, alla “crisi della democrazia”, al fascismo. «In Italia siamo specialisti nel parlare d’altro», dice. Ecco, appunto.

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Maioli Sanese, Boscagli, Cicely Saunders. E le perle di Veltroni

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20.01.2024
Walter Veltroni (Ansa)

È morta Vittoria Maioli Sanese. Sto inviando a tutti gli amici la sua intervista a Tempi («La patologia di chi ha ucciso Giulia non si chiama patriarcato. Il problema è molto più serio») in cui parlava del caso Cecchettin. Un esempio di fede intelligente e aperta applicata alla vita.

Miriam Ansaldi email

A noi di Tempi mancherà molto. Era un punto di confronto sempre utile, ragionevole e umano per leggere i fatti di cronaca su cui spesso si costruiscono campagne moralistiche e scandalistiche. Così come ci mancherà il politico lombardo Giulio Boscagli che, come ha detto il cardinale Angelo Scola nell’omelia funebre, era «un uomo mite e creativo, aperto quasi per natura al dialogo con chiunque, anche con chi non la pensava come lui». Boscagli e Maioli Sanese sono stati esempi di come la fede non sia un ostacolo per vivere e comprendere il mondo, ma la bussola per trovarvi il tesoro nascosto.

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Nella regione Veneto si è votato sulla proposta sul fine vita e, per dirla con il........

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