Credo che si debba fare un plauso all’iniziativa del nostro governo che si è fatto carico, tramite un volo speciale dell’aeronautica e con l’intermediazione della presidenza del Consiglio, di trasferire all’ospedale Bambin Gesù di Roma un bambino dato per spacciato da un ospedale inglese. Anzi, diciamola tutta: secondo quanto raccontato dai genitori, il piccolo di un mese e con cittadinanza italiana (il padre è di Treviso) secondo i dottori inglesi non andava fatto nascere o, dopo la nascita, non andava sostenuto con terapie vitali. Mi sembra che, dopo i casi del recente passato (Charlie Gard, Alfie Evans, Indi Gregory…), siamo ogni volta a ripetere la stessa storia.

Maura Giovannetti

La cosa più importante è che, pur rimanendo la situazione delicata, il piccolo D. M. è stato operato e ora sta bene. Certo, come dice il nostro lettore, questa è l’ennesima riprova di una differente visione antropologica tra il nostro Paese e il Regno Unito, di cui la nostra presidenza del Consiglio e l’ospedale di Roma si fanno coraggiosi interpreti.

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Non è commovente che un paese abbia così tanto a cuore la salute dei suoi cittadini da spingersi fino a proibire il fumo a chi sia nato dopo il 2008? Ma di che vanno parlando quelli che hanno tacciato di neo-proibizionismo un provvedimento che non fa che tutelare la salute delle persone? La legge approvata dal parlamento britannico si inserisce a pieno titolo nel solco delle sacrosante e benemerite politiche di prevenzione. O ce la siamo dimenticata la direttiva Ue sul tabacco che impone che sui pacchetti di sigarette vengano usati claim pubblicitari per mettere in guardia sui pericoli legati al fumo? Alcuni sono davvero tosti, anzi diciamo pure scioccanti. Come quello che mostra un papà e una mamma in lacrime davanti a una piccola bara bianca, con sotto la scritta: “Il fumo può uccidere il bambino nel grembo materno”. Ma, ripeto, non vedo quale sia il problema di simili iniziative, visto che c’è di mezzo la salute. Perché la vita è importante e va tutelata e protetta, no? Con le buone e pure con le cattive, se serve, vero? Perché è ben giusto che la società ponga dei limiti alla libertà se poi – oggi con le sigarette domani con l’alcol dopodomani con la droga (ah no quella no, che una canna ogni tanto fa pure bene su), e poi con il gioco d’azzardo on line e ancora con la pornografia (ce la mettiamo la pornografia tra le cose che fanno male, si?) e vuoi mettere gli smartphone ai quali i giovani stanno incollati h24 che il cervello gli va in pappa e i social dove vivono sempre h24 diventando sempre più a-social? – se poi dicevamo la libertà la usi per il male e non per il bene, o no? Ecco. Dunque, un plauso al parlamento inglese, e avanti così. Ora la possiamo aggiungere una cosa? Sì? Bene. Ciò che rende oltremodo grottesca questa vicenda, anzi diciamo pure che fa incazzare di brutto è l’insopportabile ipocrisia di questo nostro mondo così premuroso, così attento, così lungimirante, così inclusivo, che mentre si preoccupa della salute dei giovani e dei feti esposti al fumo dei genitori, non si fa scrupolo alcuno ed anzi lo promuove come una battaglia di civiltà quella cosa che il feto, al contrario del fumo, lo uccide di sicuro: l’aborto. Un crimine contro l’umanità senza eguali nella storia, che adesso la stessa Ue così preoccupata degli effetti nocivi del fumo nel grembo materno, vorrebbe venisse riconosciuto nientemeno tra i diritti fondamentali dell’Unione europea. La stessa Unione europea che di recente, per non farci mancare nulla, ha pure bacchettato il governo italiano per aver approvato un emendamento – peraltro perfettamente coerente con quanto prevede la stessa legge 194/78 i cui volenterosi difensori evidentemente non conoscono o fanno finta di non conoscere – che non c’entrerebbe nulla con Pnrr (echissenefrega non ce lo metti?). «Mi è sempre sembrato strano – diceva il grande Fulton Sheen – che si debba perdonare ad una moglie, sulla base di una “temporanea infermità mentale”, per aver messo un limite alla sua vita coniugale sparando al marito, e nel medesimo tempo si dia somma lode alla stessa moglie e la si definisca una “donna libera e progressista” per aver messo un limite al numero dei suoi figli soffocando la vita sul nascere. Tutto ciò dimostra che non abbiamo bisogno di nuove leggi, ma di ampliare le norme già esistenti, e specialmente della legge sull’omicidio». Miei cari burocrati, ma un po’ di vergogna, no?

Luca Del Pozzo

Mi torna in mente un paradossale racconto di Giovannino Guareschi – “L’embrione” – in cui il protagonista si lamentava con un giudice perché questi non riconosceva il fatto che lui esistesse. E protestava: «Non sono nato, però sono già morto».

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Gentile direttore, non si può tacere sul clamore (e sulle bugie) destato dalla proposta del Governo di dare, finalmente, piena attuazione alla legge 194 sull’aborto dove si dice che sono i consultori pubblici a dover contribuire «a rimuovere le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione di gravidanza» e che la legge permette ai volontari pro-life di entrare nei Consultori proprio per questo compito. I Centri di Aiuto alla Vita del resto sono già presenti in numerosi ospedali italiani: quattro in Piemonte, uno in Sardegna, uno in Friuli-Venezia Giulia, tre in Sicilia, uno in Liguria, dove esistono anche tre convenzioni con le Asl. A Castrovillari, in Calabria, la convenzione con l’ospedale è ventennale. In Lombardia, oltre alla Mangiagalli, c’è un Cav all’ospedale di Vimercate e al Buzzi di Milano. Nessun lavaggio del cervello, costrizione, manipolazione. Ascolto ed aiuto, quello vero, non chiacchiere ideologiche e incompetenti da salotto televisivo. Il Cav della Clinica Mangiagalli nel 2023 ha aiutato a venire al mondo 1.445 bambini e aiutato altrettante donne, in maggioranza straniere. I bimbi nati dal 1984 a oggi sono 25.661.

Gabriele Soliani

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Ho letto l’articolo del vostro eccellente giornalista Leone Grotti riguardo all’attacco imminente a Rafah. Leggendo il resoconto delle reazioni descritte rispetto alle intenzioni di Israele di trasferire la popolazione in campi profughi e poi sferrare l’attacco presumibilmente definitivo ad Hamas, sorge spontanea una domanda: perché si condanna così fortemente Israele tendendo ad ignorare che le condizioni della popolazione palestinese di essere ammassata nei luoghi strategici pare sia parte della strategia di Hamas di trattarli come scudo umano – strumento di ricatto verso il nemico? Si potrebbero davvero fare accordi con un gruppo terrorista che pare affermare ripetutamente di avere come scopo l’annientamento degli israeliani? Anche le guerre scatenate dalle primavere arabe hanno fatto tante vittime tra i bambini, le donne e tanti civili inermi, anche i bombardamenti alla Germania nazista lo fecero, per non parlare della bomba atomica sganciata a suo tempo sul Giappone. C’è poi la questione dei profughi dell’Artsakh, scacciati letteralmente dalle loro case pochi mesi fa e per i quali pare che nessuno si stracci particolarmente le vesti: sono profughi minori rispetto a quelli palestinesi? Forse mi sfugge qualcosa. Cordiali saluti.

Maria Pagetti

Che fra i terroristi di Hamas e il democratico stato ebraico vi siano profondissime differenze non c’è dubbio, cara Maria. Ed è assurdo che, soprattutto a sinistra, li si metta sullo stesso piano. Il pregiudizio e l’odio contro Israele è così radicato che, finché non sarà debellato, non troveremo soluzione per quella zona del mondo (come puoi discutere con chi ti vuole annientare?). Però, mi consenta di dirle che lei nella sua lettera mette insieme cose diverse, che andrebbero trattate con maggiore attenzione. Perché, al di là di tutto, resta un fatto che la comprensibile reazione di Israele non porterà ad altro se non a ulteriori morti e a ulteriori vendette. È una tragedia che dura da quasi ottant’anni e a me pare che l’unico che abbia il coraggio di dire una parola diversa dalla parola “vendetta” sia il cardinale Pizzaballa. Lo ha fatto sia al nostro incontro sia, di recente, in un’intervista all’Osservatore romano.

QOSHE - Sull’aborto aveva già detto tutto Guareschi - Emanuele Boffi
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Sull’aborto aveva già detto tutto Guareschi

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27.04.2024

Credo che si debba fare un plauso all’iniziativa del nostro governo che si è fatto carico, tramite un volo speciale dell’aeronautica e con l’intermediazione della presidenza del Consiglio, di trasferire all’ospedale Bambin Gesù di Roma un bambino dato per spacciato da un ospedale inglese. Anzi, diciamola tutta: secondo quanto raccontato dai genitori, il piccolo di un mese e con cittadinanza italiana (il padre è di Treviso) secondo i dottori inglesi non andava fatto nascere o, dopo la nascita, non andava sostenuto con terapie vitali. Mi sembra che, dopo i casi del recente passato (Charlie Gard, Alfie Evans, Indi Gregory…), siamo ogni volta a ripetere la stessa storia.

Maura Giovannetti

La cosa più importante è che, pur rimanendo la situazione delicata, il piccolo D. M. è stato operato e ora sta bene. Certo, come dice il nostro lettore, questa è l’ennesima riprova di una differente visione antropologica tra il nostro Paese e il Regno Unito, di cui la nostra presidenza del Consiglio e l’ospedale di Roma si fanno coraggiosi interpreti.

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Non è commovente che un paese abbia così tanto a cuore la salute dei suoi cittadini da spingersi fino a proibire il fumo a chi sia nato dopo il 2008? Ma di che vanno parlando quelli che hanno tacciato di neo-proibizionismo un provvedimento che non fa che tutelare la salute delle persone? La legge approvata dal parlamento britannico si inserisce a pieno titolo nel solco delle sacrosante e benemerite politiche di prevenzione. O ce la siamo dimenticata la direttiva Ue sul tabacco che impone che sui pacchetti di sigarette vengano usati claim pubblicitari per mettere in guardia sui pericoli legati al fumo? Alcuni sono davvero tosti, anzi diciamo pure scioccanti. Come quello che mostra un papà e una mamma in lacrime davanti a una piccola bara bianca, con sotto la scritta: “Il fumo può uccidere il bambino nel grembo materno”. Ma, ripeto, non vedo quale sia il problema di simili iniziative, visto che c’è di mezzo la salute. Perché la vita è importante e va tutelata e protetta, no?........

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