È proprio il caso di dirlo: a mali estremi, estremi rimedi. Per decenni l’uso strumentale e mediatico degli atti giudiziari ha avvelenato la vita politica, e l’informazione stessa. Troppe volte è accaduto che la sola notizia di un arresto, assieme alle intercettazioni e agli interrogatori, siano stati trasformati indebitamente in condanna preventiva e gogna mediatica. E tutto questo quando ancora un processo vero e proprio, in tribunale, non era mai iniziato.
Ebbene, l'altro giorno il Parlamento italiano ha finalmente deciso che tutto questo non è (più) tollerabile. E ha stabilito che il contenuto di ogni ordinanza di custodia cautelare - cioè l’atto con cui un giudice delle indagini preliminari dispone l’arresto di un indagato su richiesta del Pubblico ministero - debba restare segreto fino all’inizio del vero procedimento penale.
È accaduto, insomma, che la Camera abbia detto sì a una proposta di modifica proposta di Enrico Costa, avvocato penalista e deputato di Azio...
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