«Anch’io ero un embrione». Con questo slogan centinaia di persone hanno manifestato in Francia contro l’iscrizione in Costituzione della libertà garantita di abortire @media only screen and (min-width: 501px) { .align_atf_banner{ float:left; } }

Anne-Laure Blin, deputata dei Repubblicani, è una dei pochi parlamentari, appena 72 su 902 votanti, che si sono opposti all’inserimento dell’aborto nella Costituzione francese il 4 marzo. Interrogata da Tempi, ha spiegato in un articolo le sue ragioni.

Il Congresso si è riunito il 4 marzo a Versailles. Il Congresso è la forma che assume la riunione del Parlamento quando opera in forma “costituente”, cioè quando modifica la Costituzione, il testo supremo che regola il funzionamento della Repubblica francese. È un grande comizio alla presenza della quasi totalità del governo, convocato per assistere dalle tribune all’ufficializzazione dell’inserimento in Costituzione dell’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza.

La libertà secondo le femministe

Il presidente dell’Assemblea Nazionale ha addirittura indicato che si trattava di una giornata storica con la consacrazione di «un nuovo diritto». Tutto il lavoro era già stato fatto: è proprio necessario ricordare che Simone Veil ha condotto questa battaglia nel 1975 e che già da molto tempo il consiglio costituzionale ha conferito all’aborto «valore costituzionale»? Allo stesso tempo, le femministe hanno affermato di celebrare la donna e hanno rivendicato che alla fine l’unica libertà della donna risiede nel poter disporre del proprio corpo. E alcune associazioni hanno gridato alla vittoria ideologica.

Mi rammarico che il tema della costituzionalizzazione si sia cristallizzato attorno al dibattito pro/contro l’aborto, perché non c’era questo all’ordine del giorno.

La Costituzione non è un catalogo di diritti

Il tema della “costituzionalizzazione” è stato discusso in Francia dopo che alcuni stati negli Usa hanno deciso di vietare l’aborto. Ma la Francia non è gli Stati Uniti! A partire dal 2022, a fronte di 14 stati americani che hanno vietato l’aborto sul loro territorio, altri 17 hanno al contrario rafforzato questo diritto. Onestà vorrebbe che lo si dicesse, ma il dibattito pubblico è rimasto concentrato solo sulle restrizioni e sul rischio di vedere simili limitazioni in Francia. Si è giocato quindi sulla paura.

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La Costituzione non dovrebbe diventare un testo onnicomprensivo nel quale inserire una lista di diritti. Non è un catalogo. Si tratta al contrario di una base che permette di regolare la vita delle nostre istituzioni francesi. Se si segue questa logica, perché allora non garantire l’equità iscrivendo “allo stesso tempo” la libertà di coscienza degli operatori sanitari o tutelandosi dalla mercificazione del corpo umano con il divieto della maternità surrogata?

In Francia è vietato farsi domande sull’aborto

Inoltre, questa volontà di costituzionalizzare l’interruzione di gravidanza arriva in un momento in cui i militanti e l’ideologia impediscono qualsiasi riflessione e qualsiasi interrogativo sull’aborto. Alcuni lo vorrebbero senza limiti e senza condizioni e chi non accetta questa posizione viene ridotto a una macchietta. È la volontà di chi vuole spingersi sempre più in là, come ha ricordato anche una relatrice dal podio.

Io non mi arrenderò mai a una società che si ripiega sull’individualismo. Non c’è altruismo né umanesimo nel rimettere ogni individuo alla propria decisione, brandendo la propria libertà come stendardo. Personalmente, credo in una società che abbia come stella polare l’accompagnamento, l’ascolto e l’attenzione verso gli altri. Gli altri diversi, gli altri fragili. Una società dove ciascuno accolga l’altro per chi è e per ciò che è. Talvolta con le sue differenze, i suoi dubbi e le sue difficoltà nella vita.

Ho votato ascoltando la mia coscienza

Ho deciso di non unirmi alla maggioranza che è emersa al Congresso il 4 marzo. Ogni giorno mi impegno per accompagnare i miei concittadini così come sono, con le mie convinzioni e il coraggio di difenderle, anche se a volte gli oppositori possono dipingermi in termini poco elogiativi e in maniera caricaturale.

Come tutti gli altri parlamentari, ho votato secondo la mia coscienza e sono fiera di aver portato al Congresso la mia opinione differente senza mai tirarmi indietro.

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«Perché ho votato “no” all’iscrizione dell’aborto nella Costituzione francese»

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10.03.2024
«Anch’io ero un embrione». Con questo slogan centinaia di persone hanno manifestato in Francia contro l’iscrizione in Costituzione della libertà garantita di abortire @media only screen and (min-width: 501px) { .align_atf_banner{ float:left; } }

Anne-Laure Blin, deputata dei Repubblicani, è una dei pochi parlamentari, appena 72 su 902 votanti, che si sono opposti all’inserimento dell’aborto nella Costituzione francese il 4 marzo. Interrogata da Tempi, ha spiegato in un articolo le sue ragioni.

Il Congresso si è riunito il 4 marzo a Versailles. Il Congresso è la forma che assume la riunione del Parlamento quando opera in forma “costituente”, cioè quando modifica la Costituzione, il testo supremo che regola il funzionamento della Repubblica francese. È un grande comizio alla presenza della quasi totalità del governo, convocato per assistere dalle tribune all’ufficializzazione dell’inserimento in Costituzione dell’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza.

La libertà secondo le femministe

Il presidente dell’Assemblea Nazionale ha addirittura indicato che si trattava di una giornata storica con la........

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